Cavaliè dove andate? Società

Carissimo cavaliere, vi ho sopportato anni e anni ma m' mi voglio togliere uno sfizio. Avete scritto sempre voi pure quando vi pigliavate sane sane le mie dolorose riflessioni. Mo che vi hanno chiuso nella cascia di Palombi mi posso vendicare di quante figure mi avete fatto fare.

Lo so che non siete mai stato cattivo ma se una cosa malamente si doveva dire del sindaco voi la facevate dire a me e voi ci facevate la bella figura di uno che appara sempre. E poi non è che io parlavo di mia spontania volontà, eravate voi che sfottevate la mazzarella e io aizavo la mazza per lavare per terra e mi impuntavo e voi co una risella maligna mi facevate confessare cose che mai eppoi mai mi avrei sognato neanche di pensare. Per me le autorità dico tutte le autorità sono da rispettare pigliate adesso questo sindaco Mastella ma sisà ca è meglio di Fausto Pepe perché questo sindaco è stato diputato e senatore e ave fatto il ministro del lavoro non so se mi spiego e addirittura il ministro dela giustizia anche si po i giudici celo misero a quel posto non al Ministero voi mi capite.

Io certo una povera lavascale ero e rimango. Voi col titolo di cavaliere eppò di giornalista vi potete ciaciare capò nessuno si azzarda a torcervi un capello. Quello che ho capito praticando con voi è che il giornalista tiene sempre l'ultima parola per fortuna che voi siete stato sempre un signore e avete puro perdonato sinò limmaginate quante freselle potevate menare e chi vi poteva contraddire?

Ma voi tenevate rispetto per una povera lavascale così come lavete sempre avuto per vostra moglie che signora garbata e sorridente puro cuanno faceva fatica a camminare per non parlare dele vostre due bambine ca voi le avete fatte crescere quasiquasi non vi siete addonato ca una è dirigente di una grande scuola e la gemella tra poco l'accoppa perché le avete abituate a studiare una continuazione. Per questo siete stato sempre un dimocratico ma puro un ristocratico perché nel vostro cuore sbatteva l'anima del Re monarchico di casa Savoia. Per questo voi siete stato il re dela casa e avete comandate pure ale ragazze di fare il tifo per il Napoli prima del Benevento.

Quante volte ci siete rimasto male quando morivano i vostri amici non tanto per loro ma per voi che rimanevate senza compagnia per fare la passeggiata matutina. A un certo punto mi pare che allungavate il giro quando uscivate per fare la spesa quasi pensando che le borse di plastica in mano potevano essere un compare Pepiciello e che facevate parlavate con le borse di plastica?

Mi avete detto del vostro amore con la signora Maria Rosaria quando era ragazza e che voi scrivevate le canzoni e a essa ci avete scritto una canzone chiamata proprio A Maria. Questo vi fa onore perché siete un uomo sensibile e la donna ve la sapevate conquistare no comammò ca ci volessero nu cuofeno di moneta e dopo una risata in faccia girano i tacchi e vi salutano. Quel altro amore vostro è stato la Realtà Sannita ca al solo pensiero del direttore Fuccio diventavate irascibile e il giornale asotto e il giornale acoppa non vedete che devo scrivere senò quello il direttore mi telefona pure ale tre di notte.

Pure don Pasquale Mainolfi che signore si ricordava ca voi facevate puro il Giornale Roma ma io non aggio mai saputo che ci steva un Giornale Roma ma è roba della prima guerra mondiale e voi eravate già nato? Ma a don Pasquale chi  ce laveva dette tute quele notizie che voi avete scritto puro i libri e a me non me li avete mai regalato uno. Avete raggione ca io non saccio leggere ma almeno mi guardavo le fotografie e poi, cavaliere illustrissimo, ammè mi abbastava di tenere per ricordo un vostro libro e così lo cerco al direttore Fuccio ca sicuramente mi farà questo regalo.

Mo che state nel mondo de l'eternità non correte, dove andate? Su questa terra ci abiamo bisogno di gente come voi ma forse proprio di voi ci mancate uomo di garbo e gran signore requie e materna.

La vostro Gelsomina se mi date il permesso un lumino non ve lo leva nessuno.

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