Cercare sempre la verità e rispettare il lettore Società

Le fake news, a ben guardare, sono sempre esistite, sin dai tempi dell’antica Grecia (anche se all’epoca non si chiamavano ancora così), ma ai giorni nostri, nei quali i social si possono considerare il moderno agorà, hanno assunto dimensioni preoccupanti. Per chi pratica il mestiere del giornalista il contrasto alle fake news è di fondamentale importanza, ma anche per il pubblico dei lettori (e dei fruitori abituali della rete) è necessario saper distinguere i fatti veri dalle bufale.

L’Italia è un paese curioso, che vanta vari primati in Europa: siamo primi in assoluto per il numero di smartphone venduti ogni anno, ma ultimi per quanto riguarda i libri letti. Questo crea un terreno fertile al proliferare di fake news, perché le notizie false attecchiscono laddove maggiormente abbondano i creduloni.

In tempi recenti abbiamo visto intere campagne di fake news diffondersi a macchia d’olio, come quella sulla presunta correlazione tra vaccini ed autismo che, partita nel 2016 in Giappone, ha avuto parecchio risalto in Italia, generando un aumento preoccupante del numero degli antivaccinisti. O come le bufale sull’ormai ex presidente della Camera Laura Boldrini, falsamente accusata di aver favorito l’attività di una ONG per i migranti gestita dalla sorella (sorella che in realtà era morta da anni e non si è mai occupata di migranti).

Un vecchio adagio recita che i giornalisti sono quelli che sanno distinguere la realtà dalle panzane, ma poi pubblicano le panzane. Ma perché viene pubblicata una notizia falsa? Rispondere non è facile, in più occorre distinguere tra le fake news colpose e quelle dolose. Queste ultime a volte celano interessi reconditi, come insegnano recenti vicende di cronaca quali il Russiagate, ma le bufale colpose sono certo le più numerose.

La rete ha velocizzato l’informazione e la fretta genera facilmente errori. Oggi le redazioni, soprattutto quelle online, sono perennemente in gara a chi pubblica prima una notizia, in questo modo le fake news rimbalzano e vengono amplificate senza che chi di dovere faccia le necessarie verifiche. Ma un giornalista esperto sa che fornire una notizia corretta conta più del darla il più velocemente possibile.

Altre volte si pubblicano fake news per paura del vuoto: le redazioni online vivono di costanti aggiornamenti e soffrono così un horror vacui, per cui vanno alla disperata ricerca di nuovi fatti da pubblicare, omettendo talvolta le dovute verifiche, dimenticando che nella professione giornalistica la verifica delle fonti è basilare. Meglio arrivare tardi sulla notizia che pubblicarne una falsa.

Per evitare una fake news è sufficiente un po’ di diligenza. Il dovere del giornalista è cercare sempre la verità e rispettare il lettore.

Indro Montanelli una volta scrisse che la deontologia professionale del giornalista è tutta racchiusa in una sola parola: onestà. Oggi che questo vocabolo è abusato e spesso usato a sproposito, bisogna ricordare che l’arma più affilata contro le notizie false è e rimane la verità.

CARLO DELASSO

Foto di Lucia Gangale per Realtà Sannita ©