E' bello tornare a Benevento ma ci sono troppe cose che non vanno Società

Giacomo e Giulia, due cuori che battono all'unisono da ben 55 anni!

Ma riavvolgiamo il nastro dei ricordi: il primo incontro avviene a Napoli, dove entrambi abitavano con le rispettive famiglie, e la data è di quelle che non si dimenticano, Capodanno del 1961.

Giacomo si trovava in casa - solo ed annoiato - ad un tratto telefona un'amica per invitarlo al Luna Park, ma Giacomo non ne aveva alcuna voglia: “All'epoca avevo 25 anni e andare al Luna Park era una cosa che mi tediava terribilmente, ma la mia amica insistette e così le chiesi chi altro sarebbe venuto, lei mi fece dei nomi di persone che non conoscevo - tra cui Giulia - e dunque, un po' perchè non avevo nulla da fare, un po' perchè questa amica mi aveva alquanto ossessionato con la storia 'Vieni di qua, vieni di là' ed io invece le rispondevo sempre di no, quella volta dissi di si”.

La bellezza, la grazia e il sorriso di Giulia colpiscono immediatamente Giacomo: Coup de Foudre!

Giulia, dal canto suo, lo guarda poco o niente...

Inizia il corteggiamento, lieve, delicato, come si addice all'epoca e a chi ha ricevuto un'ottima educazione, del resto Giacomo è un barone della famiglia de Antonellis (ramo irpino trasferitosi a Napoli) e Giulia una contessa della casata beneventana Collenea Isernia.

Giacomo, laureato in Scienze Politiche, di giorno lavorava in banca e la sera frequentava gli ambienti giornalistici di Napoli, in quanto collaborava gratuitamente con diverse testate, tra cui il quotidiano “Il Popolo”, per il quale faceva i resoconti della Borsa di Napoli.

Avendo saputo da un amico che il quotidiano milanese “Il Giorno” cercava giornalisti e che di lì a breve avrebbe aperto anche una redazione a Roma, da giovane brillante ed ambizioso qual era, decise di proporsi e inviò a Milano un pacco con ritagli di giornali di suoi scritti, venne convocato immediatamente per un colloquio e la proposta - colta subito al volo - fu di un periodo di apprendistato in redazione.

Giacomo, infatti, accettò per imprimere un nuovo corso alla sua passione: il giornalismo, ma con l'obiettivo di spostarsi a Roma appena possibile per avvicinarsi a Giulia, il suo grande amore.

Inizia così un rapporto epistolare molto intenso tra i due innamorati che li porterà a scriversi anche tre lettere al giorno.

Il destino, però, scompiglia le carte e il lavoro che a Milano doveva durare solo pochi mesi si trasforma in un periodo decisamente più lungo...

La redazione romana era già pronta ed era stato nominato anche il direttore, senonché l'aereo sul quale viaggiava Enrico Mattei, presidente dell'Eni (Ente Nazionale Idrocarburi), nonché fondatore de “Il Giorno”, precipitò causando la morte di tutti gli occupanti e così l'apertura della redazione capitolina fu dapprima procrastinata e poi addirittura annullata.

Dopo due anni di fidanzamento, per Giacomo de Antonellis e Giulia Collenea Isernia arriva il gran giorno del “Sì, lo voglio” ed il 30 dicembre 1963 l'unione viene benedetta nella Chiesa dell'Ascensione a Chiaia - Napoli.

Di ritorno dal viaggio di nozze, i freschi sposini si trasferiscono nella città meneghina e lì restano per mezzo secolo.

Stare a Milano - raccontano - è stato entusiasmante e bellissimo”.

Giulia si dedicava all'assistenza dei ragazzi diversamente abili, come volontaria, presso l'Anffas (Associazione nazionale famiglie di fanciulli subnormali) e poi presso il Gruppo Jonathan, con il quale mantiene tuttora contatti di amicizia e di assistenza.

Giacomo, invece, i primi dieci anni li trascorre al quotidiano “Il Giorno”, quindi passa alla Rai: “Sono stato 20 anni in Rai e lì ho attraversato il periodo dell'ampliamento e della prima riforma della televisione di Stato. Alla Rai ho cominciato come redattore, poi sono diventato inviato speciale sia in Italia che all'estero, ho seguito i viaggi di Papa Giovanni Paolo II, dall'Africa all'India, dall'Europa all'America, ma ho fatto anche tante inchieste sui lavoratori italiani all'estero. Lavoravo prevalentemente per Radio Rai e soltanto negli ultimi due anni di lavoro in Rai sono passato al Tg2 dove curavo i servizi dalla Borsa di Milano. In seguito sono approdato alle Edizioni Paoline come direttore del mensile “Club 3”, ma sono stato anche direttore dell'emittente padana “Telenova”. Contemporaneamente collaboravo attivamente al “Centro Culturale Antoniano” di Milano organizzando conferenze e incontri di studio, e devo dire che continuo ad avere rapporti simpaticissimi con tutto il gruppo dell'Antoniano”.

Giacomo de Antonellis non è solo un brillante giornalista professionista, ma è anche un fine scrittore di libri (oltre venti) in prevalenza a carattere storico, per di più è autore dell'imponente opera “Storia dell'Azione Cattolica in Italia”, edita da Rizzoli.

Sul piano locale, inoltre, ha scritto a quattro mani con Mario Pedicini “Benevento aeronautica e il Viale degli Atlantici”, dato alle stampe nel 2013 dalle Edizioni Realtà Sannita, mentre l'ultimo volume in ordine di tempo ha per titolo “Benevento città murata. Cinta, porte, palazzi, torri, campanili” (Club Autori Indipendenti - Maggio 2015).

Nel corso degli anni i nostri Giacomo e Giulia hanno sempre mantenuto vivo il rapporto con il capoluogo sannita e da poco più di tre anni vivono in pianta stabile proprio a Benevento, nello splendido palazzo - datato 1720 - dei Collenea Isernia che affaccia su Corso Garibaldi.

Abbiamo deciso di trasferirci a Benevento - spiegano entrambi - per avvicinarci alla famiglia, gli anni incalzano e nostro figlio Gianandrea vive a Castellammare di Stabia, mentre altri parenti si trovano a Napoli”.

Gianandrea ha ereditato e coltiva assiduamente le passioni del padre, ovvero, il giornalismo, la ricerca storica ed in più è anche docente universitario.

Le altre due figlie, invece, Paola e Raffaella vivono agli antipodi del globo terrestre: Paola in Cina dove lavora presso il Consolato d'Italia a Hong Kong e Raffaella a Città del Messico in qualità di docente all'Istituto Italiano di Cultura.

Cinque, poi, i nipoti: Giacomo Junior, Ludovico, Carlo, Giulio e Fael.

A Palazzo Collenea Isernia è situata anche la sede dell'Associazione Società Storica del Sannio - di cui Gianandrea è presidente - e ad essa è collegata, sempre nel palazzo, una ricchissima biblioteca con oltre 6mila titoli tra volumi, opuscoli e periodici, sia a carattere scientifico che letterario, e 5 preziosi incunaboli.

Vivere a Benevento, però, ha i suoi pro e i suoi contro... che i coniugi de Antonellis non hanno sottaciuto.

I beneventani sono persone straordinarie, hanno un buon carattere, socievole e aperto. La città è bellissima e ricca di arte, storia e cultura. Noi cerchiamo di seguire un po' tutta la vita culturale, che è davvero molto intensa tant'è che a volte abbiamo l'imbarazzo della scelta. Facciamo parte in pianta stabile di varie associazioni quali il “Club per l'Unesco di Benevento”, l'Archeoclub ed il “Centro Studi del Sannio”, partecipiamo alle manifestazioni della “Dante Alighieri” e del “Rotary”, alle mostre più disparate e alle presentazioni di libri. Durante l'estate cerchiamo di frequentare il più possibile gli spettacoli al Teatro Romano e all'Hortus Conclusus e poi non ci perdiamo nemmeno uno dei concerti dell'Orchestra Filarmonica di Benevento, formata da giovani davvero preparati”.

Se l'offerta culturale della città è variegata e di qualità, sul piano dei servizi ci sono promossi e bocciati.

Anche per esperienze personali - spiega Giacomo de Antonellis - posso dire che l'Asl di Benevento e il Pronto Soccorso del “Rummo” funzionano bene, ci sono livelli di efficienza e di attenzione molto rispettabili”.

L'apparato del Comune, invece, per de Antonellis è proprio inefficiente.

La città è pessimamente collegata! La gestione degli autobus cittadini ad esempio è vergognosa: fanno quasi tutti lo stesso giro, tranne le diramazioni iniziali e finali, è assurdo poi avere degli autobus per 35-40 persone quando a viaggiarci sono solo in 4-5, per non parlare di tutti quelli che non pagano il biglietto. I controllori ogni tanto salgono, a volte anche in tre, ma uno si mette subito a parlare con il conducente, gli altri due fanno un giretto, guardano e a qualcuno tipo me chiedono il biglietto, mentre se vedono zingari o persone di colore fingono di non vederli e questa cosa mi dà proprio fastidio, perchè è fuori dalle regole”.

Maglia nera anche per i collegamenti da e per Benevento.

Abbiamo scoperto che la domenica la città è isolata, se vogliamo andare a Napoli per assistere ad uno spettacolo teatrale o cinematografico non ci sono treni, i pullman sono ridottissimi e con orari molto poco agevoli, e anche il resto della settimana sono messi male”.

Altra pecca... i taxi: “Da che hanno realizzato quell'infame piazza, bisogna fare 300 metri - a volte con i bagagli pesanti - ed immettersi in una strada di fronte la stazione ferroviaria per trovare solo tre taxi che non hanno l'autorizzazione per entrare a Corso Garibaldi; quando poi c'è chi vi transita abusivamente tutti i giorni, perchè tanto mancano i controlli e i dissuasori mobili all'inizio e alla fine del Corso sono perennemente abbassati”.

E per concludere: “Le scale mobili di via del Pomerio sono “immobili” da due anni e il Centro Commerciale Malies da gioiellino qual era lo hanno completamente abbandonato e lo scempio è sotto gli occhi di tutti”.

Sul piano del volontariato, Giacomo de Antonellis e sua moglie Giulia - da quando si sono trasferiti a Benevento - sono parte attiva della Caritas parrocchiale di S. Anna che promuove un Centro d'ascolto per le persone disagiate e distribuzioni periodiche di pacchi alimentari.

ANNAMARIA GANGALE

annamariagangale@hotmail.it

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