Il mercato dei valani a Benevento di Elisabetta Landi Società

Nella complessità fenomenologica del secolo breve la compravendita del lavoro infantile nel Sud Italia, si pone nel solco delle inaudite vicende che hanno annichilito letteralmente la dignità della condizione umana.

Per non cancellare nella memoria collettiva la tratta dei bambini e dei fanciulli, destinati a lavorare duramente nei latifondi di proprietari terrieri, la ricercatrice di canto di tradizione e di storia orale, Elisabetta Landi ha dato alle stampe una interessante pubblicazione dal titolo:”Il mercato dei valani a Benevento”.

Il testo è suddiviso in due capitoli e strutturato con cinque appendici di approfondimento per cogliere gli aspetti prismatici di una tematica, i cui risvolti nefandi si riverberano ancora oggi nel contesto storico-culturale del terzo millennio.

Il 15 agosto, memoria liturgica della Madonna Assunta in Cielo, i genitori accompagnavano i bambini e i fanciulli, per esporli pubblicamente nell’area antistante il Duomo di Benevento, al fine di collocare la prole al lavoro.

I proprietari di grandi appezzamenti osservavano con attenzione i ragazzi, per scegliere con cura la manodopera necessaria per le attività da svolgere. Il massaro si soffermava sulle mani, controllava la dentatura, valutava la forza fisica, poi pattuiva direttamente con la famiglia oralmente senza redigere nessun contratto scritto.

Gli uomini di fatto erano considerati merce di scambio e schiavi da comprare, in ordine ai variegati compiti da assolvere: dal garzone al bifolco, dal pastore al guardiano di capre o maiali.

L’ignobile compravendita dei fanciulli, strappati dall’affetto familiare, appartenenti a braccianti o agricoltori che vivevano miseramente, si concludeva tra i contraenti con l’accettazione di sacchi di grano o somme in danaro in contanti. Il contratto di durata annuale si poteva rescindere l’8 di settembre, nel caso che il bambino o il fanciullo non avesse gradito il comportamento e le vessazioni del padrone.

Nel testo sono state riportate delle interviste ai valani di Castelpoto, unica fonte orale disponibile, attraverso le testimonianze dirette, per colmare il vuoto documentale, di un’antica pratica non considerata disonorante e lesiva. L’arco temporale d’indagine considerato risale dal 1940 al 1960.

Gli intervistati hanno sperimentato le umilianti sofferenze, la durezza del lavoro e gli scomodi giacigli delle stalle per riposare le stanche membra.

Antonio Schipani, aveva la responsabilità di controllare le pecore ed i maiali. Egli riporta nell’intervista:” Io non avevo scarpe e dovevo badare a pecore e maiali. Erano iniziate le gelate e avevo le piante dei piedi spaccate. Io non ce la facevo a stare appresso agli animali e quelli mi scappavano. Allora il padrone mi disse che se ne avessi perso qualche altro mi avrebbe picchiato. Fuggii alle tre di notte e arrivai a casa alle undici del mattino piangendo con i piedi che mi sanguinavano. Il padrone non venne mai a cercarmi”.

Vito Maio racconta ancora a proposito del cibo assegnato quotidianamente. Secondo la prassi consolidata la quantità di pane era stabilita tra il valano e il padrone. Narra:“Una volta mi picchiarono perché avevo preso una cipolla. Me la trovarono in tasca. Poi è pure capitato che io e mio padre stavamo dallo stesso padrone ed io non potevo ribellarmi se no mandavano via anche lui e restavamo un anno senza lavoro”. Nell’appendice n. 3 del libro è stata inclusa l’interrogazione parlamentare del deputato socialista Luigi Reato Sansone, del 15 gennaio 1952, che in una seduta notturna tra lo scranno della Camera dei Deputati denunciava senza mezzi termini la compravendita di bambini e ragazzi, una piaga del Meridione, determinata dalla fame e dalle misere condizioni economiche di nuclei familiari, costretti a far lavorare i figli in cambio di frumento o di soldi.

La pubblicazione è stata realizzata con il contributo della UGF Assicurazioni S.p.A., stampata dalla Tipografia Empografh, in Roma, promossa dalla CGIL Edisse s.r.l. Il progetto grafico è stato elaborato da Antonella Lupi, le foto sono state scattate da Luigi Mastromarino. Nella copertina in basso a sinistra appare il particolare del monumento ai valani, collocato in Castelpoto, ideato dall’artista di Foglianise, il prof. Antonio Tommaselli.

NICOLA MASTROCINQUE

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