La società dei senza Società

Caramelle senza zucchero. Pasta senza glutine. Dolci senza farina, senza uova, senza zucchero. Caffé senza caffeina. Latte senza lattosio. Mozzarella senza latte. Tè senza teina. Pane senza lievito. Cervello senza idee. Famiglie senza mamma e papà. Bambini nati senza aver fatto sesso. Cuori senza sentimenti. Occhi senza sguardi. Bocche senza parole. Orecchie senza suoni. Mani senza gesti. Anime senza amore. Uomini senza dignità.

Ma che fine abbiamo fatto? Dove vogliamo arrivare? Fino a che punto vogliamo spingerci?

Stiamo surrogando e perdendo tutto e non ce ne stiamo accorgendo. Linguaggio senza accenti, punteggiatura, apostrofi, articoli.

Ma perché? Cosa ne otteniamo? Ma invece dei senza perché non c’impegniamo a costruire servendoci dei con? Ci stiamo privando di tutto ma soprattutto di quello che il più delle volte serve.

La nostra sta diventando una società dei senza.

Senza più buona musica. Buona arte. Buona scuola. Buona educazione. Ci stiamo spogliando di tutto. Cosa possiamo fare? Come possiamo riprenderci i nostri con?

Forse sarà impossibile, ma impariamo ad apprezzare quello che di buono abbiamo. Con fiducia. Con coraggio. Con stima di noi stessi e del prossimo. Con eleganza.

Riprendiamoci ciò che ci appartiene. Senza ipocrisia. Senza compromessi. Senza mediocrità. Senza falsità. Senza corruzione. Senza violenza. Senza commozione.

Oh! scusate. Son caduta anche io nella trappola dei senza. Ma in questo caso adoperiamoli e adoperiamoci per crearne di più. Senza alcun dubbio.

 

ELISA FIENGO

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