Moda e arte, un binomio proficuo Società

Si può investire sulla propria immagine e, allo stesso tempo, salvaguardare il patrimonio storico-artistico del proprio paese? A quanto pare sì. Infatti, negli ultimi anni, alcuni grandi marchi hanno dedicato parte delle loro risorse proprio a quest’idea avendo, probabilmente, compreso il valore dei simboli del Made in Italy, dello stile di vita italiano da esportare nel mondo, dei monumenti e della storia (da salvaguardare).

Non a caso le grandi firme crescono, nonostante la crisi, proprio grazie all’aumento delle esportazioni in paesi come la Cina e la Russia, realtà in crescita che guardano al Made in Italy come ad uno stile esclusivo da adottare.

Dunque, per le grandi case di moda, tutelare i beni culturali italiani potrebbe essere vantaggioso anche da un punto di vista economico; lo hanno capito Diego Della Valle, Presidente del gruppo Tod’s, e Silvia Venturini Fendi (foto), Direttore creativo dell’omonima maison.

Il primo ha stanziato ben venticinque milioni di euro per il restauro del Colosseo (che partirà a maggio), la seconda investirà oltre due milioni di euro per restaurare la Fontana di Trevi.

Ma il valore del patrimonio artistico lo hanno compreso anche maison non italiane come Louis Vuitton che, malgrado l’apertura nel 2012 di una nuova grandiosa boutique a Roma, non ha voluto “spodestare” il piccolo ma storico cinema Etoile in Piazza San Lorenzo in Lucina (Via del Corso) conservandolo all’interno dello store.

Oltre al senso di patriottismo, si può così unire un rilancio di immagine alla rivalutazione del territorio.

Moda e monumenti storici vengono dunque associati grazie a queste nuove iniziative e l’uno trae beneficio dall’altra. Due forme d’arte diverse, una immutabile e l’altra sempre mutevole per definizione, che rappresentano due campi nei quali il nostro paese da sempre si riconosce e si distingue.

RENATA DEL PRETE 

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