Mode e meteorologia Società

A pochi giorni dall’inizio dell’autunno è lecito fare un bilancio di questa estate. Niente di nuovo, verrebbe da commentare, per come è trascorsa: caldo e afa dappertutto, migranti sempre in arrivo, piccole beghe politiche, rituale informazione televisiva sugli immancabili disagi nel settore dei trasporti pubblici e privati. Negli studi di ogni network nazionale, si sono alternati esperti di meteorologia a parlarci dei motivi del grande caldo di luglio ed agosto: bolla africana, alta pressione, bla bla bla.

Ormai del tutto obsoleto l’argomento “buco dell’ozono” - troppi anni di chiacchiere hanno esaurito ogni interesse su di esso! - stupisce l’assenza ingiustificata del NIÑO, una corrente di caldo anomalo che dalla lontana America Meridionale produce effetti devastanti non solo su quei paesi, ma anche sul clima europeo. Questo fenomeno era già stato un tormentone in uno dei primi anni di questo secondo millennio, quando un’estate torrida aveva portato all’attenzione di noi tutti “ignoranti” una così difficile concatenazione di eventi climatici.

Quel NIÑO che ogni otto/dieci anni si manifestava in tutta la sua violenza non c’è più? Quella periodicità ipotizzata era solo “ipotetica”, ma non corroborata da studi statistici adeguati? Oppure, più semplicemente, come del resto è già successo per il “buco di ozono”, l’argomento aveva già del tutto esaurito l’interesse di metereologi e pubblico?

Ci aspettiamo che lo stesso destino arrivi tra qualche stagione per le “bombe d’acqua”. Ogni temporale estivo che si rispetti, infatti, ha adesso di questa definizione: bomba d’acqua. Passati subito di moda - forse per l’idea iettatoria in essi contenuti - i termini “piccolo tsunami” o “tsunami” e basta, ogni cronista televisivo non vede l’ora di iniziare il suo servizio con il rituale “Sì, hai ragione: una vera e propria bomba d’acqua questa mattina ha colpito ……”.

 

LUIGI PALMIERI

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