Società - Protagonisti al traguardo

Protagonisti al traguardo Società

Con la abituale freschezza di pensiero e di penna, ci aveva regalato l’ultimo pezzo sulle elezioni. Il professore Fragola ci ha messo per morire quella discrezione signorile che aveva messo in tutta la sua vita. Personaggio insieme mondano e riservato, aperto al sociale ma fermamente abituato ad elaborare idee personali e a sostenerle con franchezza, Umberto Fragola merita a buon diritto di essere annoverato nella galleria dei protagonisti della vita pubblica del Sannio. Professore di diritto amministrativo all’Università di Napoli, proveniva da quella fertile terra di uomini illustri che, da Cerreto Sannita a Faicchio, aveva dato i natali ai Pascale ai Luigi Palmieri agli Ungano, ai Guarino. Napoli e la sua università devono tanto ai figli di quello spicchio di Sannio. Fragola si trovò a proprio agio non solo per tali credenziali geografiche. Si presentava come un autentico signore, elegante senza esibizionismi, ironico quanto basta, puntuale negli impegni, né indolente né prepotente. Studiare, insegnare, scrivere furono un tutt’uno. Scrivendo, esplorava con rispettosa curiosità i sistemi giuridici di civiltà diverse dalla nostra. Ma non indugiava sugli aspetti prettamente tecnici. Sapeva andare al senso delle cose. E questo è, se ci fate caso, il mistero gaudioso del giornalismo, che Umberto Fragola frequentò assiduamente senza preoccuparsi della nobiltà delle testate a cui mandava i suoi pezzi. Vorrei onorarne la memoria ricordando il contributo da lui dato alla nascita, in provincia di Benevento, di una cultura turistica. Quando, negli anni ’60 il Prefetto Paternò era solito riunire istituzioni e liberi pensatori per impostare la “stagione turistica”, accanto a sindaci e presidente dell’Amministrazione Provinciale, presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo, giornalisti e Camera di Commercio c’era questo signore che ben presto si fece conoscere. Lui spazzava il terreno dalle chiacchiere sognanti e affermava: “Il turismo non è un tedesco col naso all’insù sotto l’arco di Traiano: il turismo è economia, è quante persone pernottano e mangiano in un anno”. Inutile dire che queste cose le ripetette per molti anni. Finché capì che c’era bisogno di altro. Quando, a metà degli anni ’70, imparai a sciare, la comitiva scendeva di pomeriggio a fare shopping. A Merano comprai un quadretto di legno. Per pagare feci un assegno. La signora commentò: “Come al solito la firma è illeggibile”. Esibii il biglietto da visita. La signora lesse e fece: “Ah, Benevento, dove c’è l’università”. Girandomi verso gli amici che mi accompagnavano mi sentii in dovere di commentare: “Avete visto, pure qua mi pigliano in giro”. Ero, infatti, uno dei pochi temerari che scrivevano di università. Alla signora dissi: “Signora, l’università la vorremmo, io in particolare. Ma non ce l’abbiamo ancora”. “Ma come – fece lei – mio figlio si è diplomato ai corsi estivi di Cortina d’Ampezzo”. “Si, certo – riparai velocemente – abbiamo l’Università degli Studi Turistici di Faicchio”. Ecco, Umberto Fragola nel castello di Faicchio aveva istituito una università che avrebbe potuto essere un punto di attrazione internazionale e non fu capita. Il castello fu per anni anche un centro di attività culturali. Sfogliando le pagine di Google ho ritrovato un mio pezzo su “Il Mattino” relativo ad un “Barbiere di Siviglia” dato dal San Carlo nel cortile del castello di Fragola negli anni ’70. Perché Fragola fece anche le stagioni liriche al castello, che organizzò come albergo. Chiunque voglia scandagliare la nascita, lo sviluppo e le prospettive del turismo nella nostra terra deve rifarsi alle intuizioni, alle convinzioni e alle esperienze di Umberto Fragola. A Gino D’Anna, nuovo commissario dell’Ente del Turismo, rivolgo l’invito ad onorare Umberto Fragola organizzando un annuale convegno di livello internazionale. Ciò che egli ha pensato, ciò che ha fatto, ciò che ha sognato non deve, infatti, andare perduto.
MARIO PEDICINI


Non è facile sintetizzare un profilo biografico del giurista, dello studioso scientifico del turismo, dell’operatore culturale, dell’uomo. Fine giurista, avvocato amministrativista, professore di diritto amministrativo prima nella Università di Napoli Federico II, successivamente nella Università di Napoli “L’Orientale”. Autore di centinaia di saggi pubblicati nelle riviste giuridiche specializzate e di monografie su svariati temi del diritto amministrativo e del turismo. Da ultimo, quasi a sintetizzare l’estro, l’intuito e l’interesse anche verso materie diverse, ha pubblicato i recenti saggi “L’amministrazione invisibile” sull’organizzazione burocratica dei servizi segreti e “Rudimenti di diritto amministrativo cinese” entrambi per i tipi della Edizioni Scientifiche Italiane di Napoli. Acuto osservatore dei mutamenti della nostra società; dotato di un interesse non comune verso qualsiasi profilo della vita, sempre desideroso di conoscere, sempre studioso di nuovi temi. Dotato di una forte capacità organizzativa. Nei primissimi anni ’50 è stato il primo presidente della allora costituita Azienda di soggiorno e turismo di Positano; incarico che manterrà per più di un decennio. E’ stato un artefice del lancio di Positano sul piano internazionale, avendo ideato il premio internazionale “Saraceno d’oro”, peraltro assegnato ad artisti del calibro di Jane Masfield, Vittorio Gasmann, Ornella Vanoni, Giorgio Albertazzi, ecc. Da questa esperienza matura già negli anni ’60 l’idea che il turismo è un «fenomeno-settore» di vitale importanza per l’economia nazionale che deve essere studiato ed approfondito con metodo scientifico. Tanto da proporre, primo in Italia, l’istituzione di un corso di turismo nell’università. Questa proposta non ottenne i risultati sperati; quindi fonda, primo in Italia, la “Università degli Studi turistici” con sede nel Castello di Faicchio (BN) da lui stesso ristrutturato ed aperto al pubblico nel 1966. Sede di numerosi convegni scientifici. La sua università si trasferisce a Napoli fino al 1992 con la nuova denominazione “Libera Facoltà di Scienze Turistiche” che, pur non avendo ottenuto il riconoscimento legale del diploma, ha comunque consentito a centinaia di persone di potersi inserire nel mondo del turismo. E’ stato pure Presidente del Conservatorio di Napoli “San Pietro a Maiella” negli anni ’70. Qualche mese fa l’ultima idea: l’istituzione del “Club del Novantenni” per il quale aveva in serbo iniziative di tutto rilievo.