Siamo giù Società

Il giorno di Santa Lucia Dagospia faceva questo titolo: Bad times from “New York Times”: gli italiani sono i più infelici d’Europa Una analisi impietosa di un paese malato “C’è più paura che speranza”

La Spagna investimenti USA per 49 mld $, l’Italia non va oltre 17.

Dagospia è un forum piuttosto divertente, il New York Times è un giornale ritenuto serio. Peraltro, come spesso accade con i giornali stranieri, non ha fatto altro che raccontare agli americani quello che gli italiani si dicono di loro stessi. Noi, cioè, non dovremmo meravigliarci.

E, invece, anche stavolta comincia la storiella dell’ è vero, non è vero, con la aggiunta che se è vero è colpa del precedente governo.

Capita tutto sommato così anche per le classifiche sulle città italiane dove si vive meglio o dove ci sono più comportamenti virtuosi o dove si spende (o/e si guadagna) di più. Immancabilmente Benevento viene a trovarsi agli ultimi posti e, tra i più misurati tra i meravigliati, basterà citare quelli che commentano: “Chi sa come faranno queste statistiche”.

Io sono convinto che le statistiche si possono fare in tanti modi, ma i risultati non possono essere tanto distanti dalla realtà.

Se l’Italia investe un terzo di quanto faccia la Spagna, per esempio, Benevento e Pietrelcina hanno perso poco meno di 36 milioni di euro. A tale cifra ammontava il progetto “Polo turistico religioso Pietrelcina”. Il finanziamento (10.030.213 euro a carico dello Stato e di 25.791.977 a carico della Regione Campania) era stato disposto nel 2002 ed è stato revocato nel 2007 perché nulla si era mosso. Vogliamo raccontare pure questo al New York Times? E perché non ce lo siamo raccontato (e amaramente commentato) tra noi?

Se non si limitassero a scorrere i giornali italiani e facessero qualche inchiesta sul campo, i corrispondenti stranieri potrebbero raccontare ben altro. Per la verità potrebbero farlo anche i cronisti locali. Ma si usa “farsi rilasciare una intervista”, anziché porre domande e pretendere risposte.

In una regione dove sono stati mobilitati tutti gli istituti straordinari - in altre parole è sospesa l’ordinaria amministrazione prevista dalla Costituzione - per affrontare la raccolta dell’immondizia, come volete che vadano le cose politiche, l’ordine pubblico, l’iniziativa imprenditoriale, la scuola e gli ospedali?

E’ tale la mancanza di abitudine a discutere dell’efficienza della pubblica amministrazione, che ogni assessoruccio si sente in dovere di fare l’offeso per qualche richiamo nell’ambito di un ragionamento. Figurarsi se può passare indenne chi si permette di fare qualche esempio sul circo Barnum che offre spettacoli pomeridiani e serali dalle parti del Comune di Benevento, con un assessore che dice di dover andare all’estero come Rasmussen al Giro di Francia (e costringe il sindaco ad accollarsi il suo assessorato), torna e si prende un assessorato più leggero promettendo di dimettersi, poi, il 30 novembre, ma ci ripensa e confluisce in un nuovo partito al quale porta in dote l’assessorato che aveva deciso di lasciare il giorno di Sant’Andrea, fecondando in tal modo un nuovo partner necessario della maggioranza, costringendo nelle intenzioni il sindaco Pepe ad un matrimonio riparatore del quale non ha goduto le indispensabili, naturali premesse.

E’ evidente che fare qualche nome per evidenziare capacità inventive, doti acrobatiche e sprezzo del ridicolo può essere scambiato per attacco alla democrazia da parte di chi intende per esercizio di democrazia farsi mettere in una lista, abbandonarla, diventare indipendente, ritornare nella casa madre, accoppiarsi con altri fuggiaschi e ripresentarsi nell’ufficio del sindaco per chiedere un assessorato. Voi dite: ma allora non è lecito cambiare idea? Per carità, cambiare si può. Una visione radicale imporrebbe che uno, accortosi che la compagnia scelta non sia quella immaginata, se ne vada. Ma a casa. Non sfruttando, cioè, l’aiuto (piccolo o grande che sia) dalla lista che lo ha accolto. E’ assolutamente inventata la tesi che i voti sono personali. Uno zoccolo, duro o moscio che sia, ce l’ha messo quell’elettorato affezionato alla lista. E, poi, è il caso di aggiungere che anche chi prende trecento voti potrebbe non uscire se non ci fossero i cirenei che fanno ottenere alla lista il quoziente. Piano, quindi, con i fenomeni che da soli fanno sorgere voti.

Dire a quell’assessore (non vorrei sbagliare) della comunità montana del Taburno che, nella stagione calda, raccontò dell’accordo che assegnava all’Udeur non solo un numero, ma anche le generalità degli “eletti”, e denunciò come un fatto scandaloso che i consiglieri avevano preso una boccata d’aria ed avevano votato con qualche dimenticanza: dire a quell’assessore che è quantomeno indecente ritenere una siffatta costumanza tutelabile di fronte alla legge e alla opinione pubblica significa mortificarne lo slancio ideale?

E dove vogliamo stare nelle classifiche se, mentre si sbandiera che presto Santa Sofia sarà inserita nella lista (già inflazionata, per la verità) del patrimonio mondiale dell’UNESCO, sulla sua facciata in queste sere di feste natalizie vengono proiettati due angioletti? Sissignori, la chiesa nazionale del Ducato Longobardo ridotta a schermo per una dolciastra diapositiva, alla quale fa da contraltare, sul lato dell’ex palazzo Petrucciani, quella riportante lo stemma comunale.

Come definire se non cafonaggine quel puerile accostamento? E come definire quella specie di trabiccolo che gira per il corso Garibaldi con gli auguri del sindaco e di un assessore?

E che dire del trasloco del tiglio dal centro di piazza Roma per far posto alla pista per il pattinaggio?

E, intanto, ri-cresce l’immondizia per le strade.

Buon Natale e felicissimo anno nuovo. Alla fine del 2008 rischiamo seriamente di migliorare la classifica. Per adesso, infatti, il Sole 24 ore ci mette al penultimo posto. Le leggi probabilistiche ci danno poche chance di diventare ultimi. Se ci riuscissimo, però, che soddisfazione.

MARIO PEDICINI