Strage di Parigi: tacere o che fare? Società

Immagina non ci siano nazioni

Non è difficile da fare

Niente per cui uccidere e morire

E nessuna religione

Immagina tutta la gente

Che vive in pace”

Solitamente quando decido di scrivere qualcosa ho sempre l’imbarazzo della scelta e sembra che la penna non riesca a registrare il pensiero, perché troppo lenta. Ora, invece, il foglio resta bianco. La mente è fredda per il dolore e sembra che nulla riesca a riscaldarla.

In questi giorni si sono sentite e dette tante cose su ciò che è avvenuto a Parigi il 13 novembre scorso. Dal papa Francesco che ha definito l’accaduto una terza guerra mondiale al titolo apparso su Libero “bastardi islamci”.

Certa di interpretare il pensiero di molti di noi, devo dire che non è la paura il sentimento dominante ma la rabbia e l’indignazione.

Come si può tollerare che un essere umano riesca ad armare la propria mano per procurare tanta sofferenza e creare una strage d’innocenti, con l’unica colpa di essere francesi o americani o italiani. Non è paura. Anzi, è desiderio di rialzarsi più forti di prima e di essere uniti nel dolore per la morte di vittime della follia umana.

Qualcuno ha scritto su Facebook che il silenzio sia il modo migliore per esprimere quanto accaduto. Credo, invece, che il dolore e le lacrime abbiano bisogno d’espressione diversa dal silenzio.

Commovente è l’immagine di un ragazzo che con la sua bicicletta ha trainato un pianoforte davanti al teatro Bataclan di Parigi e ha suonato Imagine successo di John Lennon di cui tutti conosciamo il testo e il messaggio di pace e speranza. La musica non è silenzio.

Su Facebook mi sono servita dell’immagine delle frecce tricolori francesi che colorano il cielo col bianco, rosso e blu. Il bianco è il simbolo dell’innocenza di tutte le vittime della violenza che sono cadute e che sicuramente cadranno ancora. Il rosso è il colore del sangue versato sulla terra in tutti i tempi e in tutti i luoghi.

Il blu è il colore del cielo azzurro e del mare profondo, limpidi e misteriosi come la mente umana. Siamo uniti nel momento così drammatico che stiamo vivendo.

ELISA FIENGO

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