Così non va(r)! Sport

Partiamo da due necessarie, quanto dovute, considerazioni: in primis, va detto che il VAR (Video Assistant Referee), la ormai nota “moviola in campo” - entrata a pieno regime nel calcio italiano da questa stagione 2017/18, per adesso nella sola Serie A - così come ha “danneggiato” il Benevento nella sua prima applicazione pratica con i giallorossi in scena, potrebbe certamente “avvantaggiare” gli Stregoni in una sua futura circostanza; in secondo luogo, la nostra analisi qui di seguito non vuole in alcun modo ribaltare né la giustizia né, tantomeno, la verità che emerge dalle immagini mostrate nel celebre replay a bordo campo.

Tuttavia, qualche spunto, diciamo più sentimentale che sostanziale, appare quantomeno doveroso.

Il principio di questo nuovo fenomeno che, manco a dirlo, s’è preso la “scena” nelle prime giornate del massimo campionato di calcio, non ha (e come potrebbe mai avere?!) nulla di sbagliato.

Qualcosa che fa storcere il naso, ad ogni modo, c’è…non fosse altro che, in caso contrario, non troverebbero alcuna ragion d’essere le tante parole pronunciate in queste prime settimane di calcio giocato intorno all’intera vicenda.

Che vi sia infatti, qualcosa che non va“r”, appare più che evidente. Tanti gli episodi che hanno suscitato più d’una perplessità. A far da capofila, il gol annullato a capitan Lucioni a recupero quasi scaduto, che aveva giustamente premiato il Benevento, consegnandogli il pareggio nella sfida interna contro il Bologna.

Nessuna polemica da parte della compagine felsinea, nessuna avvisaglia di irregolarità riscontrata dalla terna arbitrale…tutto pronto, insomma, per ripartire da metà campo dopo la convalida dell’1-1.

Persino lo speaker, a testimonianza di quanto tempo sia intercorso tra la realizzazione del gol ed il suo annullamento, ha avuto tutto il tempo di annunciare la rete dei sanniti, festeggiata dai supporters giallorossi con il fatidico rito dell’urlo ripetuto del cognome del marcatore.

A cose fatte, invece, ecco l’intervento del “supporto tecnologico”.

Un intervento non richiesto né dalla formazione potenzialmente svantaggiata dall’irregolarità, né dalla stessa terna arbitrale, priva di perplessità su quanto avvenuto.

Cos’ha prodotto, in questa circostanza, il fatale replay? Nulla di positivo per il gioco del calcio.

Anzi, ha cancellato un’emozione. Un’emozione consolidata e metabolizzata dagli oltre 10.000 tifosi festanti presenti sugli spalti di un “Vigorito” vestito a festa per il suo esordio in massima serie.

Ciò che appare evidente, insomma, è che questo uso smodato della tecnologia non faccia altro che falsare il gioco, ed è qui il paradosso, trasformando la realtà dello sport in una sorta di “videogioco 3.0”.

Persino Andrea Marcenaro, illustre collega e penna anticonformista del settimanale “Panorama, ha dedicato un pezzo di uno dei suoi ultimi articoli alla vicenda che ha, in qualche modo anche per lui, danneggiato i giallorossi, scrivendo: “Benevento: gol. L’arbitro convalida, la curva esplode, tutti si abbracciano, palla già al centro, ah no, alt, scusate, macchinetta, suspance, niet, niente gol, godimento interrotto, ora disabbracciatevi e piangete, prego. Ma che è, Ridolini?” (…) “il coitus interruptus nel calcio ancora non s’era affacciato. Ora ce l’abbiamo”.

Insomma, a buon intenditor…

ANDREA ORLANDO

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