Cicloturismo nel Sannio, una grande opportunità economica per le aree interne Ambiente
Viaggiando a piedi il motto è ‘gambe in spalla’, in bicicletta invece si va ‘a testa alta’. È il messaggio che Giuseppe Gallina, vicepresidente responsabile dell’area sud di Ari Audax Randonneur Italia, affida alle due ruote che percorrono da anni il territorio italiano.
L’Ari è un’Associazione che omologa i brevetti randonnée nel nostro Paese, riconosciuta da FCI,con migliaia di soci ciclisti. Ma non quello competitivi, ossessionati da traguardi, coppe e maglie.
Il ciclismo di Ari diventa turismo ‘senza catene’, che consente di fotografare il territoriocondividendo paesaggi e culture.
Una randonnée si srotola su strade poco conosciute ma non è affatto improvvisata, lo suggerisce il nome: Randonnée in francese significa ‘escursione nel territori’ – spiega Gallina - Di fatto il primo evento randonnée nasce in Italia nel 1897 quando per la prima volta, in una sola giornata, si riuscì a percorrere il tratto Roma-Napoli in bicicletta. Questa impresa italiana si spense ma in Francia divenne una moda. La Paris-Roubaix fu l’evento più lungo, in cui si iniziò proprio a viaggiare. Cominciò così il processo di organizzazione delle escursioni randonnée,riportate in Italia nel 1998, ma ufficialmente organizzate dall’ARI Audax Randonnée Italia dal 2010. Gli eventi vanno sia su un calendario nazionale che su un calendario dell'Audax Randonnée Parisienne, con una visibilità internazionale. La valenza delle randonnéesta, infatti, nella possibilità del territorio di essere notato.
Nella provincia di Benevento quali sono i posti che più battuti dai cicloescursionisti?
I ciclisti soci ARI possono scegliere liberamente a quale percorso iscriversi: la randonnée è un modo lento ma più veloce dell'andare a piedi, che fa scoprire l'unicità del territorio. Le randonnée vengono ideate dall’associazione ARI Audax ma ci sono anche altre associazioni che propongono itinerari nel territorio del Sannio beneventano. Alcuni eventi nascono direttamente sul posto, un esempio tra i tanti è quello del prossimo giugno, chiamato anche Rando-vento Sannio, in riferimento al clima. La Randonnée Reale Borbonica, che di fatto mette in rete tutti i siti reali dei Borbone intorno alla Reggia di Caserta, va a raccontare l’Acquedotto Carolino che, come si sa, è la cerniera tra la provincia di Caserta e quella di Benevento. Arriviamo fino a Airola, poi nel tragitto di ritorno attraversiamo Amorosi, Dugenta, Puglianello, rientrando nella provincia di Caserta da Piedimonte Matese. La randonnéeBorbonica, appoggiata da Mauro Felicori già direttore della Reggia e oggi dalla direttrice Tiziana Maffei, arriva alle sorgenti del Fizzo, al primo torrino dell’acquedotto Carolino. La Rando-vento invece nasce a San Marco dei Cavoti proseguendo nell’alto Sannio. Poi c'è la Rando-Pulcinella, che va alla scoperta di Torrecuso, Solopaca, Guardia Sanframondi. Oppurela Rando-Arcobaleno, che coinvolge il parco del Partenio, Limatola, Dugenta, Melizzano e Amorosi.
In quali stagioni si tengono le Randonnée?
Di fatto riusciamo a coprire tutto l’anno, da febbraio a ottobre, per iniziare addirittura a dicembre con una Randonnée notturna sulla penisola sorrentina, in onore di Santa Lucia. La randonnée come evento sportivo è sempre legata alla presenza del ciclista registrata su una carta di viaggio presso i punti di controllo, necessaria per ottenere l'omologazione del brevetto ARI.
Cos’è la carta di viaggio?
Lo scopo della carta di viaggio è di creare un dialogo con il cicloturista valorizzando il territorio. Spingendo a considerare il ciclista come un'opportunità. Le aree del Sannio, del Casertano e in generale nella Campania interna, che è ad alta vocazione cicloturistica, messe in rete potrebbero rappresentare una grande opportunità di economia. Come le escursioni in Trentino, in Umbra, in Toscana, che rappresentano dei driver di occupazione. Nel Sannio significherebbe dare una risposta allo svuotamento dei borghi creando delle economie importanti, oltre ad una risposta sociale. La carta di viaggio consente l’omologazione di coloro che arrivano entro un tempo massimo: di fatto l’escursione prevede un percorso minimo di duecento chilometri, al quale regolamente si abbina anche un percorso breve; in generale le randonnée sono di duecento, trecento, quattrocento, seicento chilometri; nel 2027 arriverà una Randonnée di milleduecento chilometri che metterà in rete tutti i siti reali borbonici del sud con i siti UNESCO. Si tratta di unitinerario ad una velocità massima di 27 chilometri orari e minima di 15 chilometri orari.
I ciclisti che si allontanano per un periodo prolungato come si organizzano per il pernottamento?
Gli itinerarida duecento chilometri vanno completati in 13 ore e mezza, cioè in una giornata, per cui non ci sono grandi esigenze di pernottamento. Dai trecento chilometri in poi quando è necessario pernottare lasciamo piena libertà di organizzarsi, anche se molte volte prevediamo nei punti di controllo dei pernottamenti. Nella Randonnée non conta tanto l’evento in sé, ma venire a conoscenza di un itinerario che si può ripetere sempre. Un itinerario di cento/duecento km, infatti, rappresenta un viaggio di racconto dii monumenti e luoghi
Siete contenti dello stato delle strade che percorrete o riscontrate criticità?
Noi svolgiamo l’evento randonnée in strade aperte al traffico, non chiediamo nessuna chiusura. Questo grazie alla partenza in modalità scaglionata, ‘alla francese’. Lo scopo è anche non mettere il territorio in bolla, come accade col Giro d'Italia. Data la modalità preferiamo strade secondarie a basso traffico. Su questi percorsi sappiamo tantissimo, e spesso tentiamo di fare delle proposte, in quanto sono ciclovie naturali. Nelle nostre aree, tra un piccolo borgo e l'altro non c'è bisogno di piste ciclabili.Si andrebbe a consumare ancora di più il territorio, mentre basterebbe una buona manutenzione del poco che c’è. Le criticità non riguardano solo la manutenzione delle strade ma spesso anche il decoro con cui si tengono. Noi ciclisti non viaggiamo in un abitacolo,purtroppo a bordo strada prendiamo di tutto. E ci fa male osservare il degrado
In che percentuale partecipano le donne?
La partecipazione femminile è in incremento, ma dipende dall’evento. In alcuni itinerari da duecento chilometri abbiamo registrato circa il 7-8% di partecipazione, fino al 10%. Negli eventi da trecento chilometri, come la Randonnée Reale borbonica, l’unica che ti permette di attraversare un sito UNESCO, arriviamo anche al 15% di partecipanti donne.
Parlando di siti UNESCO, è previsto un itinerario lungo la via Appia?
Sì, l’andremo a intersecare. Da parte mia c'è sempre la visione di creare una rete di territori che si agganciano all'Appia portando la Randonnée al loro interno, inclusi nell'itinerario del 2027 che avrà un calendario mondiale. Le Randonnée lunghe dai seicento ai millechilometri e oltre sono sotto i riflettori, come abbiamo sperimentato dieci anni fa con la randonnée 999 che partiva da Roma; arriveranno ciclisti da tutti i continenti, una vera cassa di risonanza. L’Appia sarà Appia,e tutti quanti vivranno l’Appia che vogliono.Le randonnée rappresentano veramente possibilità di creare un dialogo tra la bici e il guidatore della bici, che pedala a testa alta: significa che riesce a percepire tutto quello che attraversa.
Salvo capogiri, la randonnée rappresenta un mezzo abbastanza lento ma anche abbastanza veloce per scoprire il Sannio. Vale la pena farsi una bicicletta e cominciare a pedalare.
ROSANNA BISCARDI