Coldiretti/Ixè, per il 59% degli italiani l'ambiente crea lavoro Ambiente

Secondo il 59% degli italiani dall’ambiente con la green economy possono nascere nuove opportunità di lavoro per accompagnare lo sviluppo sostenibile del paese. E’ quanto emerge dalla prima indagine Coldiretti/Ixè su “La svolta green degli italiani” nel 2019 presentata al Forum internazionale dell’agricoltura a Cernobbio in riferimento al Green New Deal della manovra economica del Governo con gli interventi salva clima. Solo 1 italiano su 3 (32%) pensa che in realtà lo sviluppo di attività legate al clima e alla sostenibilità non possa generare posti di lavoro ed esiste poi una residua fascia del 7% che pensa che addirittura li riduca.

Il potenziale occupazionale - spiega Coldiretti - si può sviluppare su più fronti: dal rilancio delle fonti energetiche rinnovabili alla riqualificazione di abitazioni, scuole e uffici, dai nuovi piani urbanistici ecocompatibili per le città al riutilizzo e riciclo dei rifiuti, dalla ricerca di nuovi materiali agli interventi sul sistema idrico nazionale e la riduzione del rischio idrogeologico, dalle bonifiche delle aree industriali contaminate alla nuova mobilità, dal rinnovo di parchi e giardini ed alla creazione di nuove aree verdi, anche sui tetti e sulle facciate dei palazzi, fino allo sviluppo di un’agricoltura sempre più green.

In questi settori - evidenzia Coldiretti - nell’arco dei prossimi cinque anni gli occupati potrebbero superare i due milioni di addetti. Un potenziale evidenziato anche dal fatto che l’Italia è il Paese con il maggior numero di giovani agricoltori (57.621 imprese nel 2018, in aumento del 4,1% rispetto all’anno precedente) che hanno reso le campagne del Belpaese le più green d’Europa con l’Italia che - conclude la Coldiretti - è l’unico Paese al mondo con 5.155 prodotti alimentari tradizionali censiti, 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche leader in Europa con quasi 60mila aziende agricole biologiche e ha fatto la scelta di vietare la carne agli ormoni e le coltivazioni Ogm e a tutela dei primati nazionali della biodiversità. Una crescita trainata anche dai nuovi stili di consumo più attenti all’impatto ambientale e alla valorizzazione delle produzioni territoriali.

Infatti - sottolinea la Coldiretti - la domanda di prodotti a km zero viene considerata in crescita nei prossimi cinque anni dal 64% degli italiani con 4 persone su 10 che sono disponibili a pagare fino al 10% in più per dei prodotti che non inquinano e un altro 24% di italiani che arriverebbe anche al 20% in più in favore di una spesa alimentare che non inquina. La crescente sensibilità ambientale ha portato molti nelle campagne a dedicarsi ad attività sostenibili come evidenzia il primato italiano nel numero di aziende biologiche ma - continua la Coldiretti - si assiste anche ad un forte presenza di agricoltori custodi impegnati nel mantenimento delle biodiversità con il recupero di animali e piante a rischio di estinzione.

Una vera rivoluzione del lavoro in campagna dove - rileva la Coldiretti - le attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

Il successo dell’agricoltura italiana sta nella sostenibilità, nella straordinaria qualità con caratteri distintivi unici, una varietà e un’articolazione sul territorio che non hanno uguali al mondo”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’evidenziare che “sono questi i risultati di un percorso di crescita sostenibile reso possibile dall’approvazione della legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta dalla Coldiretti che ha rivoluzionato l’agricoltura allargandone i confini dell’attività con nuove e creative opportunità imprenditoriali e professionali”.