Green economy & sostenibilità ambientale Ambiente

La recente celebrazione della “Giornata della Terra”, quindi della difesa della vita sul pianeta che, ormai surriscaldato pericolosamente, corre verso il disastro, ha concentrato la nostra attenzione sui problemi ambientali che già esaminiamo da anni e soprattutto sulle necessarie soluzioni che vanno sempre più chiarendosi dopo la crisi energetica che ci ha investito riducendo la fornitura di gas all’Europa a seguito della guerra portata dalla Russia in Ucraina, cioè presso le nostre porte europee.

Dopo anni diciamo di “contemplazione” del buco nell’ozono, di inutili contrasti sull’uso del carbone fossile fortemente inquinante e delle centrali atomiche “pulite”, ma inquietanti per il pericolo che possono comportare in pace e di più in guerra, finalmente gli interessi internazionali, accantonate al momento le aderenze politiche, si sono concentrati sullo sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sarebbe a dire fotovoltaico ed eolico, a base di sole e di vento sempre a disposizione. Diciamo che ciò saggiamente andava fatto prima, ma meglio tardi che mai.

Anche il Governo italiano ha colto l’occasione per dichiarare che l’Italia può diventare il centro di smistamento dell’energia “pulita” da distribuite verso il Nord europeo, ma è acclarato che nessun intervento tecnologico può avere un vero successo senza la responsabilizzazione dei comportamenti umani.

Le priorità si conoscono. La più chiacchierata forse è la difesa delle grandi foreste amazzoniche dalla speculazione perché ci proteggono trattenendo un’alta percentuale di carbonio nocivo alla nostra salute, diciamo alla nostra respirazione. Come assorbe carbonio e rilascia ossigeno l’albero che cresce sul marciapiede sotto la nostra finestra. Ricordiamoci che l’accanimento di deforestazione, con aggiunto rischio di soppressione di specie vegetali e animali, è dovuta soprattutto alla necessità di ampliamento della superficie coltivabile a favore di un eccessivo allevamento di bestie da carne che consumano anche grandi quantità d’acqua per l’irrigazione. Cosa che fa più ricchi i ricchi - circa il 10% sul pianeta - perché i poveri continuano a morire di fame. Importante, quindi, è decidersi ad affrontare il problema alla base, introducendo politiche che favoriscono l’uguaglianza e riducono i contrasti sociali attenuando la crescita di nuovi egoismi causati da egoismi consolidati.

Anche a Benevento dovremmo rispondere alla chiamata sforzandoci di fare di più con iniziativa personale e convinta che si allarga alla proposta politica. Senza la partecipazione individuale non si va lontano, nonostante qualche passo avanti della legislazione.

Sul risparmio di energia elettrica non occorrono consigli ai sanniti che hanno ereditato in famiglia abitudini prudentissime. Poi stiamo pian piano modernizzando gli impianti di riscaldamento a norma di legge, stiamo cercando di sostituire le auto a gasolio comprando qualche auto elettrica, ma per le strade cittadine continuano ad imperversare il diesel e la benzina di grosse auto. In realtà, anche noi dobbiamo cercare di partecipare con convinzione personale alla difesa del nostro pianeta stimolando chi ci governa a farlo sempre meglio, anche in sede locale. Ma soprattutto mettendo a punto una strategia personale diretta al cambiamento delle nostre abitudini, a cominciare da quelle alimentari a favore della nostra dieta mediterranea, che privilegia frutta e verdura.

Per esempio, la nostra provincia produce un’ottima carne, ma ci dobbiamo ricordare che non deve superare le possibilità naturali di produzione dei foraggi e di assorbimento dell’acqua e per questo fine da un lato consumarne moderatamente, dall’altro pubblicizzarla dappertutto personalmente in tutte le occasioni, per farci sostituire come consumatori e favorire la commercializzazione a più largo raggio. E chiediamoci se ci ricordiamo di utilizzare gli scarti alimentari, invece di accrescere la spazzatura.

Il caldo torrido, le bufere improvvise, le strane fasi di siccità, non ci hanno convinto del guasto che provoca il riscaldamento globale del pianeta provocato da lontani responsabili, ma anche da noi stessi? E che dobbiamo combattere in termini sociali mettendo a punto un modello comune di comportamento che può essere di scuola ai potenti del pianeta, principali responsabili della situazione per i loro egoistici interessi? Non dobbiamo sentirci inadeguati, le intelligenze sono nate dappertutto.

Appena usciamo dalla città già vediamo i parchi delle pale eoliche, in verità disturbatori della visuale, e di casa in casa registriamo tanti impianti fotovoltaici sistemati sui tetti. E’ un buon inizio, mentre in città non si notano segni di importante modernizzazione. Per esempio, chi è andato ad Atene nei primi anni del Duemila si è stupito nel vedere i pannelli fotovoltaici disseminati a tappeto su tutti i balconi: come dire che, dato il disagio economico e visto il sole cocente, ogni famiglia, sicuramente supportata dallo Stato, già allora si era procurata la sua energia elettrica pulita ed economica, nonostante l’avvilimento estetico poco incoraggiante all’emulazione!

Oggi, però, esiste la possibilità di grossi impianti fotovoltaici che distribuiscono energia pulita ad una comunità. In proposito, la Tv ci ha informato che l’Università di Catania ha elaborato un progetto di impianto fotovoltaico capace di servire un’ampia comunità e l’ha sperimentato in due paesi della provincia. E abbiamo saputo che in Africa meridionale, dove talvolta manca una rete interconnessa a cui collegare gli impianti, a cura di aziende straniere vengono messi a punto appositi mini impianti fotovoltaici. Insomma, visto il fervore delle iniziative, dobbiamo rimboccarci le maniche per studiare di cosa approfittare affinchè anche il nostro territorio possa meglio contribuire alla difesa del pianeta Terra e del futuro dei giovani che sono anche i nostri.

ANGELA REALE