''Dio esiste, io l'ho incontrato'': sempre attuale il testo di Frossard Chiesa Cattolica
André Frossard nato a Saint-Maurice-Colombiere il 24 gennaio 1915 e morto a Versailles il 2 febbraio 1995, giornalista e saggista francese, membro dell’Accadémie francaise, figlio di Louis-Oscar uno dei fondatori del partito comunista francese del quale è segretario generale a 31 anni, cresciuto in una famiglia di atei perfetti, a 20 anni , si converte al cattolicesimo e riceve il Battesimo l’8 luglio 1935.
Frossard racconta la storia della sua conversione in un libro assai famoso “Dio esiste, io l’ho incontrato”.
Ho letto questa storia assai interessante già negli anni del liceo e recentemente ho avvertito il bisogno di rileggerla per il grande bene che procurò all’anima mia la lettura del volume e che ancora oggi sprigiona in me una grande fiducia nel potere della grazia soprannaturale.
L’autore è un ateo cresciuto in una famiglia dove la madre è protestante, la nonna è ebrea e il padre non battezzato e mai sfiorato dal problema di Dio. Con parresia Frossard dichiara: “Non credevo a niente e se avessi creduto all’esistenza di una verità i preti sarebbero stati gli ultimi ai quali sarei andato a chiederla”.
Egli non prova alcuna curiosità per la religione ritenendola fenomeno di altri tempi ormai superati ed eccolo narrare come l’8 luglio 1935 si trova a Parigi per accompagnare un amico che gli ha dato appuntamento in una chiesetta in via d’Ulm mentre lui preferisce attendere fuori. L’amico tarda e Frossard entra in chiesa, non trova l’amico e si ferma davanti al Santissimo Sacramento.
D’improvviso sente le parole “Vita spirituale” come sussurrate da una presenza invisibile, e, dalla sponda oscura del suo ateismo, vede l’evidenza di Dio e un ordine meraviglioso dell’universo alla cui sommità c’è Dio. Esce di Chiesa, vede l’amico e annuncia: “Sono cattolico, apostolico, romano...Dio esiste ed è tutto vero”.
Si rivolge ad un prete e si avvicina definitivamente alla religione cattolica. In famiglia la madre e la sorella a differenza del padre si convertono al Cattolicesimo.
Il 22 ottobre 1978, con l’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II, inizia la sua speciale amicizia con il grande Pontefice divenendo suo confidente in lunghissime ore di conversazione. In un altro suo libro “Dio. Le domande dell’uomo”, Frossard afferma: “Al di là del mondo che ci circonda, di cui facciamo parte, esiste un’altra realtà infinitamente più concreta di quella a cui diamo credito, e questa realtà è quella definitiva, dinanzi alla quale non ci sono più domande”.
Una conversione improvvisa e mirabile la sua tanto simile a quella dell’ebreo Alphonse Marie Ratisbonne e soprattutto di Saulo di Tarso, il persecutore dei cristiani, folgorato sulla via di Damasco e afferrato dalla potenza di Cristo Risorto (Atti degli Apostoli 9,1-30).
Una testimonianza impressionante, una misteriosa esperienza del divino, il racconto di Frossard. Una pubblicazione che dal febbraio 1969 è entrata tra i bestseller francesi per farci dono del racconto dell’evento che cambia radicalmente la sua vita. André Frossard attende 30 anni prima di scrivere: “Ho atteso di avere un passato, perché non ci fosse alcun dubbio sulla solidità del suo spirito”. Nessuno infatti ha mai potuto dubitare della sincerità di questa narrazione. Un testimone infatti che viene a conoscere la verità avverte simultaneamente il dovere di raccontare.
Allevato nell’ateismo più integrale e tranquillo, in una famiglia di ebrei e protestanti non praticanti, André esperimenta quella pedagogia divina che crea con potenza di grazia l’uomo nuovo. Eppure ha solo 20 anni quando entra per caso alle ore 17 e 10 minuti in una cappella del Quartiere Latino, quasi ad ingannare l’attesa di un appuntamento galante in programma per quella sera. Frossard esce cinque minuti dopo trasformato in un “bambino pronto per il battesimo” . Un attimo di indicibile stupore, un bagliore accecante, una folgorazione silenziosa, i cui effetti sono verificati dal tempo: “Non mi sono mai abituato all’esistenza di Dio”. Un giornalista tra i più noti di Francia. Autore di numerosi successi. Nessun altro suo libro conosce la fortuna di questo.
Le duecentomila copie vendute in sei mesi nella sola Francia, sorprendono gli stessi cattolici che considerano, ahimè, il genere “conversioni” decisamente scaduto ed anacronistico. Nulla di moraleggiante e di apolegetico in queste pagine “scritte con una penna pudica e tenera nelle quali i lettori trovano più di una volta mescolato ad un humour alla Chersteton la traccia del soprannaturale” (Le Monde).
Frossard stesso confessa di essersi messo riluttante al lavoro ben sapendo, come già avvertiva Bernanos, che
“i convertiti sono ingombranti”. Una sberla salutare allo spirito del nostro tempo che apprezza sempre meno gli interventi del divino nella vita quotidiana. Qui i fatti sono esposti umilmente e serenamente, così come sono avvenuti. André Frossard non scrive per convincere qualcuno o per dimostrare qualcosa ma unicamente per rendere testimonianza e qui sta la forza sconcertante di questo documento a dir poco insolito.
La lettura attenta di questo libro ci fa comprendere ancora una volta che nella Chiesa, gli Ordini contemplativi, hanno scelto la clausura per renderci liberi, vincere l’oscurità e avere la luce. Solo dalla contemplazione e dalla preghiera perseverante si scatena la serie di prodigi e miracoli la cui inesorabile violenza smantella in un istante l’essere assurdo che siamo e per far rinascere in noi lo stupore che incanta ed attrae con l’evidenza di Dio fatta presenza e persona di Colui che ancora abbiamo l’ardire di negare. Una luce che fa impallidire il giorno, una dolcezza che diviene sapienza teologica.
Nell’Eucaristia, la carità divina ha trovato un modo inaudito per comunicarsi a noi, scegliendo il pane che è l’alimento del povero per restare con noi fino alla fine del mondo. Di tutti i doni profusi dal Cristianesimo, l’Eucaristia è il dono assolutamente più grande.
MONS. PASQUALE MARIA MAINOLFI