Fra Gianluca Manganelli: ''Quanto più vicino stiamo al Signore, meno dobbiamo temere'' Chiesa Cattolica

Nel mondo d’oggi che si dirige sempre più verso la perfezione estetica con una cura esasperata del corpo e verso il materialismo, la realtà spirituale dell’anima, parte integrante della personalità umana, è spesso trascurata lasciando una porta aperta al nemico, quel maligno che tenta di continuo di devastare l’essere umano alterando, deformando il libero arbitrio, la volontà, i sensi e la memoria. «Se nel mondo esistono ancora la morte, la sofferenza, l’opera del demonio, è perché l’uomo è disobbediente a Dio. Infatti l’origine del male sta in Satana ma la causa del male sta nell’uomo che non ha Dio nella mente e nel cuore», a sostenerlo è padre Paolo Carlin dell’Ordine dei frati minori cappuccini, coordinatore nazionale dell’Aie, l’Associazione internazionale esorcisti fondata da padre Gabriele Amorth, scomparso nel 2016, il quale ha cercato negli anni di far conoscere ai tanti il fenomeno della possessione diabolica, purtroppo troppo poco considerato, fino a qualche anno fa, sia dalla Chiesa, sia da tanti vescovi increduli.

L’arcivescovo Felice Accrocca invece non più tardi del 2018 nominò tre esorcisti della nostra diocesi. «Satana se potesse ucciderebbe l’umanità intera, ma non può, perché la preghiera è più forte. Lo vediamo tutti i giorni anche in televisione: quante morti, quante guerre, quanti omicidi, quanta cattiveria, quanto odio. Questo è il demonio, che semina il male. C’è sempre il suo zampino lì dietro. Statene certi», sono le ultime parole scritte lasciate nella Memoria di don Amorth, che ha indegnamente combattuto contro la scimmia di Dio. Guardarsi da maghi, fattucchiere, sedute spiritiche, messe nere, gruppi satanici. Molti ricorderanno il caso della suora uccisa a colpi di pietra e da diciannove coltellate da tre minorenni che si professavano seguaci di Satana o, notizia di questi giorni, del padre di famiglia che ha ucciso moglie e due figli per liberarli, a suo dire, dai demoni.

Le azioni del demonio sono di due tipi, quella ordinaria, la tentazione, e quella straordinaria, con la possessione, la vessazione, l’ossessione, l’infestazione. Abbiamo affrontato l’argomento con fra Gianluca Manganelli, parroco e vicario della parrocchia del Sacro Cuore di Benevento.

Fra Gianluca, lei appartiene allo stesso Ordine di padre Paolo Carlin, il quale ha citato più volte papa Francesco che ci ammonisce dal guardarci dai cosiddetti “demoni educati”, ossia quelli che attraverso lusinghe varie ci irretiscono. Come possiamo fare per tenerci lontano dal male, dalle tentazioni?

«La via è quella che ci ha insegnato Gesù. D’altra parte circa l’esistenza del male questo c'è chiaro per rivelazione dalla Sacra Scrittura, dal primo all’ultimo libro, dal libro della Genesi fino all’Apocalisse si parla della presenza del Male in varie forme. Gesù stesso è stato tentato, come ha reagito, come ha risposto alle varie tentazioni, che non sono soltanto quelle che il Vangelo, soprattutto i Vangeli sinottici ci raccontano all’inizio del percorso pubblico di Gesù, ma le tentazioni sono state tante in varie forme anche quelle che ha dovuto subire il Signore. L’unico modo per vincere, per superare le tentazioni, quindi l’azione ordinaria del male contro di noi, è rimanere uniti a Dio attraverso la preghiera e una vita di grazia, una vita sacramentale, una vita impegnata nell’ascolto della Parola di Dio e nell’esercizio delle virtù».

Secondo quanto si rappresenta nell’iconografia classica, i più pensano che il Diavolo sia con le corna, gli zoccoli e assuma sembianze di animali vari. Di là da ciò, è un errore da parte del credente scherzare o disconoscere l’esistenza del Maligno?

«Certo che è un errore. Come dicevo, è un dato rivelato per cui non bisogna di certo banalizzarlo, neanche immaginarcelo con delle forme così ridicole e semplici. Il Male è spirituale, è potente ma è comunque un essere intelligente e capace di male, quindi ha volontà, opzione fondamentale verso il male, per cui è un essere con il quale abbiamo a che fare spiritualmente, non ha ovvio sembianze umane, antropomorfiche o addirittura animali o quant’altro, anche se la Sacra Scrittura per parlare del Male adopera l’immagine del serpente o del drago. È chiaro che sono immagini per dire che tutto ciò che ha a che fare con la terra, con la polvere, con tutto ciò che è basso è malvagio, è insomma influenzato dal Male».

Secondo lei, la società d’oggi molto edonistica, in cui si presta molta attenzione al corpo e poca alla spiritualità, non faciliterebbe l’accesso al “principe di questo mondo”, Satana? Nei mesi del lockdown, dati del Servizio Antisette della Comunità papa Giovanni XXIII, si è registrata un’impennata nelle adesioni ai gruppi satanici ed esoterici: soprattutto gente fragile, segnata da malesseri psicologici, che in diversi casi è arrivata a compiere l’estremo gesto del suicidio.

«Credo che ignoranza e curiosità siano alla base di questo incremento se c’è, non ne sono informato, se però c’è questo probabilmente sarà dovuto a quanto detto e all’ozio. Il lockdown è stato un periodo in cui in effetti c’era tanto tempo da impiegare e magari una navigazione in rete sbagliata ha portato gente per curiosità a informarsi, ad approfondire determinati argomenti che di solito non avrebbe cercato. In quanto alla nostra società d’oggi che si presti più di quella di ieri, penso che l’uomo sia stato sempre lo stesso, cambiano le forme, i modi ma l’uomo è sempre portato, inclinato al male. Nel libro della Genesi si parla del “peccato accovacciato alla porta dell’uomo” in relazione di Adamo e poi di Caino, personaggi dell’Antico Testamento che è chiaro appartengono a tutto un linguaggio da interpretare, ma comunque il “peccato è accovacciato alla loro porta” significa che l’uomo è sempre un po’ toccato, vessato, disturbato dalla presenza del Male cui l’uomo dedica una parte d’attenzione quando non è orientato verso il bene e verso la grazia».

Da ultimo, per concludere questa nostra breve chiacchierata, quale consiglio si sente di dare a un cattolico praticante che crede in Dio?

«Essere cattolico e praticante. Quanto più vicino stiamo al Signore, meno dobbiamo temere, quanto più è illuminata la nostra vita, le tenebre meno ci spaventano. La grazia di Dio non è acqua, per cui vivere dei sacramenti, confessarsi, senza ossessione, senza scrupoli di coscienza, senza sensi di colpa ma confessarsi con una certa scadenza, con una certa puntualità, significa tenere a punto la nostra coscienza, vivere una vita sacramentale fatta di eucarestia, la vita concreta del battesimo, con l’esercizio delle virtù cristiane: fede, speranza e carità, tutto questo ci porta a essere persone che vivono nella luce e come dice san Paolo venuti nella luce siamo figli della luce, figli del giorno, per cui non abbiamo nessun problema a gestire e a ridimensionare anche le forze del male».

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it