I RITI SETTENNALI: UN CAMMINO PENITENZIALE Chiesa Cattolica

Scrivere per i Riti Settennali in onore della Madonna Assunta non è semplice, bisogna viverli per comprendere quanto essi rappresentino davvero uno snodo imprescindibile nelle dinamiche esistenziali, nelle coscienze degli uomini e delle donne che cercano un approdo sicuro nella Vergine, per scandagliare nel profondo la vera essenza valoriale rispetto ai modelli evanescenti imperanti del terzo millennio.

Il 25 agosto 2024 si è svolta la processione generale e mi reco in Guardia Sanframondi alle ore 8.00.

Ancora prima nel paese un continuo brulichio di persone giunge da ogni dove, le navette da San Lorenzo Maggiore e da altre località limitrofe trasportano i visitatori, il numero cresce a dismisura. Le forze dell'ordine e la protezione civile controllano i varchi di accesso, la stampa accreditata raggiunge Guardia. Gli schermi giganti collocati nei diversi angoli del paese mandano in onda le immagini da Piazza san Filippo, adiacente il santuario della Vergine Assunta ed il suo interno.

La santa messa solenne delle 10.00 è presieduta da mons. Giuseppe Mazzafaro vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata dei Goti, attorniato da sacerdoti e religiosi. In attesa della processione generale, incontro nello spazio antistante il Municipio una signora di Benevento ed il consorte di Ravenna che affermano come i Riti sono l'espressione della fede autentica dei guardiesi.

Alla spicciolata, intanto arrivano l'on. Rubano, il prefetto di Benevento dott. Torlontano, il presidente della Regione Vincenzo De Luca, che assiste ai riti da una finestra del Comune, mentre il sindaco di Benevento Clemente Mastella con la consorte Sandra Lonardo percorrono le strade per assistere alla processione. Intorno alle 11.15, il suono dei campanelli, attaccati da un unico sostegno di legno con due impugnature laterali risuona continuamente: è il segnale che la processione è pronta. I rioni Croce, Portella, Fontanella e Piazza si dispongono per iniziare il cammino penitenziale con i loro cori ed i labari, per rivivere intensamente l'esperienza di conversione collettiva.

Al termine del mistero di San Girolamo penitente, appare un lungo ed interminabile corteo di battenti, uomini e donne di diversa età con la spugnetta, un pezzo di sughero in cui sono conficcati un numero imprecisato di spilli che fuoriescono per circa due millimetri, distanziati da uno strato di cera, con un cappuccio bianco sul capo. Alla cinta del camice hanno legato la disciplina, uno strumento di penitenza con delle strisce metalliche unite da una catenella. Rispondono alle litanie in latino di donne anziane in mezzo a loro.

Essi sono immersi nella preghiera, chiedono sovente il vino bianco, per causticare i colpi inferti sul petto, tra la folla scoprono il loro deserto, uno spazio interiore, per ritrovare il sentiero della fede, la rotta della speranza in un rinnovato orizzonte di senso. Sono circa le 13.12, un colpo di cannone indica l'uscita della Madonna, i battenti simultaneamente s'inginocchiano, i loro volti sono rigati da lacrime, la commozione è indicibile, quel pianto di conversione è il segnale eloquente di una testimonianza di fede, espressa in una pietà popolare incardinata alle virtù teologali e cardinali.

Tra le mani oltre la spugnetta, stringono pure un crocifisso, nel quale si scorge la venerata immagine della Vergine Assunta. Passano i flagellanti, che si autopercuotono dietro le spalle, una volta a destra e poi sulla sinistra.

Seguono ancora i misteri dei rioni tratti dall'Antico e Nuovo testamento, dalla vita dei santi, dei beati, in apparato scenografico perfetto, ma all'insegna della penitenza per le posizioni assunte per molte ore di cammino. Non mancano i bambini, accompagnati dai genitori nelle scene prescelte per celebrare i riti settennali.

Il momento topico è l'incontro tra i battenti e la Madre della Misericordia, Maria a Piazza Castello, intorno alle 14.20. Ognuno si batte con maggior ritmo davanti alla Vergine, si dilegua senza che nessuno sappia la sua identità.

Passa molto tempo in quanto i battenti sono numerosi, la processione prosegue con la Madonna, che incontra i guardiesi e i tanti visitatori accorsi, il suo sguardo benevolo rende più sereno il vivere nel settennio successivo e nelle avversità per ritrovare la rotta verso Dio, via, verità e vita.

La processione si conclude con il rientro della miracolosa statua nella basilica, invocata con solenni funzioni per quindici giorni, prima che venga riposta nella lastra al di sopra dell'altare maggiore. 

NICOLA MASTROCINQUE

LE FOTO SONO DI MIMMO SALIERNO PER REALTA' SANNITA

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