Parco eolico nella terra natia di San Pio: le forti perplessità della Chiesa Cattolica Chiesa Cattolica

Monsignor Felice Accrocca, arcivescovo Metropolita di Benevento, e fr. Francesco Dileo, ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Sant’Angelo e Padre Pio, esprimono forti contrarietà al tanto discusso parco eolico che dovrebbe impiantarsi nella terra natale di San Pio da Pietrelcina, per le ricadute negative che ne conseguirebbero tanto per il territorio quanto per la popolazione.

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Sollecitati da singoli fedeli e dalle comunità, abbiamo cercato innanzitutto di saperne di più sul parco eolico che dovrebbe impiantarsi nella terra natale di Francesco Forgione, noto al mondo come San Pio da Pietrelcina. Ci siamo quindi interrogati sull’opportunità stessa di tale intervento, trovando risposta nella parola del Profeta: «Se la sentinella vede giungere la spada e non suona il corno e il popolo non è avvertito e la spada giunge e porta via qualcuno, questi sarà portato via per la sua iniquità, ma della sua morte domanderò conto alla sentinella. O figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia» (Ez 33,6-7).

Ebbene, un tale progetto suscita - a nostro avviso - forti perplessità, non solo perché non tiene conto di quelle che sono la vocazione e le potenzialità del comprensorio pietrelcinese, ma anche perché avrebbe ricadute negative sul territorio stesso e sulla sua popolazione.

Pur comprendendo e condividendo la necessità di incentivare l’incremento di fonti di energia non inquinanti, crediamo nostro dovere evidenziare l’opportunità di coniugare tale esigenza con una scelta oculata dei siti prescelti per simili impianti, nel rispetto delle potenzialità che essi esprimono.

Quella bellissima zona collinare, sulla quale dominano piante di basso e medio fusto, sarebbe infatti inevitabilmente deturpata dalla presenza di freddi alberi di metallo alti settanta piani, visibili persino dalla città capoluogo.

Ne resterebbero danneggiate anche tutte le attività economiche che traggono beneficio dalla vocazione religioso-paesaggistica del territorio e che offrono lavoro a molte più persone di quelle che potrebbero trovare un impiego con l’impianto del nuovo parco.

Già molti luoghi sono stati deturpati da pale eoliche (si pensi al laghetto di Decorata o ai paesaggi del Fortore e delle zone dell’alto Tammaro) in una provincia sofferente come quella sannita che, a dispetto delle sue grandi potenzialità, continua a essere mortificata dalla debolezza delle infrastrutture: così i giovani sono costretti a cercare occupazione altrove e nei diversi Comuni - come in tutte le aree interne del Paese - la popolazione diminuisce, mentre s’innalza sempre più l’età media di coloro che restano.

Ebbene, Pietrelcina è uno di quei luoghi su cui l’intero territorio potrebbe far leva per costruire un nuovo progetto organico di sviluppo, capace d’incentivare la presenza di pellegrini e turisti, valorizzando le ricchezze paesaggistiche e lo straordinario patrimonio storico-artistico di cui gli uomini delle passate generazioni l’hanno arricchito.

Esprimiamo con umiltà, ma con piena convinzione, tali pensieri, nella speranza di attivare un dibattito più vasto e suscitare un concorso di energie a favore di questa nostra terra, che da Dio ha ricevuto doni grandi, da far crescere e fruttificare a vantaggio di tutti, non solo di pochi.

Per questi motivi facciamo appello alle autorità di governo e amministrative, affinché sostengano le popolazioni dell’area interessata nella loro azione di difesa del paesaggio e delle sue già intrinseche possibilità di sviluppo socio-economico che, a giusta ragione, temono possano essere irrimediabilmente compromessi.