San Gennaro tra Benevento e Napoli Chiesa Cattolica

Ho letto proprio in questi giorni, con vivo interesse, grande trasporto ed arricchimento culturale, un libro veramente ben fatto: “La patria contesa. Benevento Napoli e san Gennaro”, Lacaita editore 2006, 125 pagine distribuite in undici capitoli, una premessa e un’appendice. Ne è autore il chiarissimo professore Angelomichele De Spirito, originario di San Giorgio del Sannio, docente di Antropologia culturale nelle Università di Salerno, Roma “La Sapienza”, Firenze e Roma Tre, che ha anche svolto ricerche di antropologia storica e religiosa nell'Italia meridionale e in Madagascar. Studioso per eccellenza del grande pastore di Benevento Vincenzo Maria Orsini, cui ha dedicato diverse pubblicazioni sempre animate da grande perizia e acribia storica.

In premessa De Spirito cita con precisione un mio articolo apparso su “Realtà Sannita” ai primi di luglio 2005, nel quale viene ricordato il pellegrinaggio dell’arcivescovo Serafino Sprovieri con quaranta sacerdoti sanniti al duomo di Napoli per venerare le reliquie del protovescovo beneventano Gennaro, decapitato a Pozzuoli il 19 settembre del 305. Nella cappella del duomo dedicata al santo, dopo la concelebrazione eucaristica, tolto dalla cassaforte, in via eccezionale, il reliquiario con le ampolle, i presenti assistono alla miracolosa liquefazione del sangue del martire.

A partire dagli anni Trenta del Seicento, si accese tra Napoli e Benevento un'animata disputa su quale fosse la città natale di san Gennaro. La polemica riprese nel tempo dell’arcivescovo Orsini (1686-1730), senza una definitiva soluzione sotto il profilo storico. Il saggio di carattere storico e filologico del prof. De Spirito passa in rassegna questo spaccato di antropologia religiosa ruotando intorno alla figura del vescovo e martire Gennaro conteso tra la “Regina del Sannio”, Benevento, e il “Giardino d’Europa”, Napoli. In tempi ormai lontani aver dato i natali ad un santo era per la comunità civile garanzia di protezione, prezioso biglietto da visita e motivo di grande vanto.

Un fatto è certo: san Gennaro è il primo vescovo di Benevento storicamente documentato; nella Chiesa dei primi secoli cristiani era la comunità locale ad eleggere il suo pastore; certamente una comunità cristiana era già operante in Benevento al tempo di san Gennaro; il fatto che il protovescovo porta con sé il diacono Festo e il lettore Desiderio significa che c'era una comunità già costituita e quindi è facile arguire che sia stato scelto proprio da questa comunità; nelle scritture fatte su pietra, in tempo pagano, ci sono ampie testimonianze di questo nome, la cosiddetta Gens Januaria, cioè la gente di Gennaro; abbiamo una quindicina di testi epigrafici che parlano di persone che portano il nome Januarius e ancora oggi il cognome è diffuso sul territorio. Tutti argomenti validi per affermare con gioia e fierezza che san Gennaro è nostro concittadino.

Nei pressi di piazza Santa Maria, a ridosso della cattedrale, esiste tutt’ora il famoso portico o arco di san Gennaro, ove un’antica e costante tradizione ubica la casa natale del santo. L’arco, uscito incolume dalle rovine dell’ultima guerra, è stato soffocato dall’architettura di costruzioni più recenti. Sulle colonne stanno ancora incise delle croci che indicano la sacralità del luogo. L'affresco settecentesco del cittadino Gennaro mostra il santo che, dopo aver poggiato a terra il suo pastorale, regge con la mano sinistra il Vangelo che ha proclamato con fedeltà fino all’effusione del sangue e stende la mano destra supplichevole verso la Madonna. Orsini ordinò che per la festività del santo si erigesse “un altare ricco di argenti” e si accendessero anche dei lumi. Al problema del luogo di nascita del santo, il cardinale Orsini non sembra aver dato eccessiva importanza, anche se profuse con generosità tutto il suo zelo pastorale nella cura delle reliquie dei santi e nella compilazione degli elenchi di quelle esistenti in diocesi. Certamente la fabbrica antica, denominata casa natale di san Gennaro, non può essere del terzo secolo, cioè dell’epoca di Gennaro.

Attualmente, nella diocesi di Benevento, sono dedicate a san Gennaro la chiesa badiale del XIII secolo in Cervinara, una nell’agro di Piana Romana, tra Pago Veiano e Pietrelcina, e, dal 1982, la parrocchia di san Gennaro in Benevento, dove è venerata la statua policroma di Armenio Macario del 1785. La parrocchia beneventana di san Gennaro a partire dal 1995 ha ripreso la tradizione orsiniana della visita alla cosiddetta casa natale di san Gennaro. Un amore tra il cittadino, vescovo e protettore san Gennaro e la sua città di Benevento che dura da diciassette secoli e che, nonostante la dilagante scristianizzazione, non deve tramontare perché san Gennaro è stato un grande testimone della fede “usque ad effusionemsanguinis”.

PASQUALE MARIA MAINOLFI