Ancora covid e mascherine Cronaca

Realtà Sannita ne ebbe a parlare per prima, in un articolo in cui si passavano in rassegna tutte le diverse tipologie di mascherine quali dispositivi di protezione individuale. Oggi, parole di Andrea Crisanti, microbiologo dell’università di Padova, “le mascherine Ffp2 prevengono dal contagio del Coronavirus più dei vaccini”. E infatti l’errore compiuto da molti dopo la doppia, o tripla, somministrazione del vaccino è stato quello di indulgere in piccoli, ma fondamentali, errori comportamentali, allentando la prudenza, mai troppa da due anni a questa parte. Sia chiaro, i vaccini sono indispensabili per prevenire nella stragrande maggioranza dei casi l’ospedalizzazione e l’ingresso in terapia intensiva, ma non tutelano dal contagio. A questo rispondono le mascherine Ffp2, il distanziamento e l’igienizzazione delle mani.

Purtroppo restano ancora troppi i comportamenti sbagliati messi in atto. Si assiste a scene che hanno dell’incomprensibile, dopo oltre due anni di spiegazioni a tutti i livelli. Perché mai in luoghi chiusi, convegni, adunanze pubbliche delle più svariate, chiese ci si debba togliere dal volto la mascherina quando si parla? Lo “sceriffo” Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ebbe a sottolinearlo già anni or sono. Un esperimento condotto in California nella primavera del 2020 dimostrò come chi cantava in una sala fosse capace di contagiare il 75 per cento dei presenti.

All’ingresso dello stadio “C. Vigorito” prima della partita Benevento-Monza inaspriti, anche se con estremo garbo, i controlli e non più consentito l’accesso ai portatori di mascherine chirurgiche. In una chiesa beneventana abbiamo visto il celebrante e i diaconi indossare correttamente la mascherina Ffp2 per tutta la celebrazione, mentre due lettori dell’assemblea al momento di leggere se la sono tolta.

Le mascherine Ffp2 recano oltre tale sigla anche una NR, a indicare “non riutilizzabile”, o una R, “riutilizzabile”. Indipendentemente da ciò, la Ffp2, così come la chirurgica, potrebbe essere usata senza rischi anche per oltre le canoniche otto ore, a patto di essere conservata in modo corretto: lontano dall’umidità, mai riposta in bustine o astucci di plastica per metterla in borsa o in tasca. La raccomandazione è di cambiarla a fine giornata se non si è scrupolosi. Se poi la Ffp2 viene usata solo un’ora al giorno, poniamo per fare la spesa, la si potrà utilizzare anche per 15 giorni, purché conservata bene, e per bene s’intende in una bustina di carta o tessuto, meglio ancora sarebbe appenderla in un posto pulito in casa.

Si sono visti alcuni che portano una doppia mascherina, sotto la Ffp2 e sopra la chirurgica. È corretto. Non il contrario, in quanto la Ffp2 protegge di più per la sua maggiore aderenza al volto e con la doppia mascherina si ha quello che gli americani chiamano “effetto Emmental”, riferendosi ai buchi del formaggio: i buchi degli strati in posizioni diverse creano più barriera trattenendo un numero maggiore di particelle virali.

Tutto questo discorso cade e viene vanificato quando osserviamo in giro persone che, anziché alla radice del naso, ben stretta tramite l’apposito ferretto incorporato, portano la mascherina sulla punta del naso, con ampi spazi laterali, per la delizia del Coronavirus alla continua ricerca di nuovi potenziali individui da infettare per la sua replicazione e sopravvivenza. E se è vero come prevede l’Oms che entro maggio un individuo su due europeo sarà contagiato, c’è da raddoppiare le misure precauzionali augurandosi di non rientrare in quel 50 per cento.

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it