Arriva l'App IO Cronaca
Arriva l’app IO. Dopo una sperimentazione limitata a 50mila cittadini italiani, dal 4 dicembre tutti potremo scaricare la nuova applicazione che consentirà di dematerializzare i nostri documenti e trasferirli nel wallet digitale.
Ecco dunque che questo dispositivo acquisisce una nuova funzione e si appresta a rendere obsoleto un altro oggetto d’uso quotidiano: il portafogli. Nato originariamente per telefonare, lo smartphone ha finito un po’ alla volta per rubare il lavoro ad apparecchi di cui fino a pochi anni fa non potevamo fare a meno. La macchina fotografica? Oggi le foto si scattano con lo smartphone. L’orologio? I giovani non lo portano, guardano l’ora sullo smartphone. La calcolatrice? Inutile, è inclusa anche nel più economico degli smartphone. Il lettore mp3, la sveglia, finanche la radio, tutto comodamente nello smartphone.
Anche i pagamenti tramite smartphone, senza dover tirare fuori la carta di credito, sono da tempo una realtà. Ma fino ad oggi non potevamo fare a meno del portafogli, se non per i contanti, almeno per i documenti. IO cambierà le nostre abitudini: la carta d’identità, la patente, la tessera sanitaria (non il passaporto, poiché quest’ultimo va esibito all’estero e l’app IO per il momento è valida solo entro i confini nazionali) saranno ospitate dagli smartphone. I documenti non spariranno, gli originali cartacei, o meglio plastificati, saranno ancora obbligatori, ma potremo tranquillamente lasciarli a casa, poiché le loro versioni digitali saranno legalmente valide a tutti gli effetti.
Smarrire il portafogli o essere derubati è un fastidio, spesso più che per i soldi in contanti (il bancomat si può bloccare con una telefonata) per il problema di dover rifare tutti i documenti. Con IO, in caso di smarrimento dello smartphone sarà sufficiente scaricare di nuovo l’app su un altro dispositivo. E sappiamo tutti che la tragedia conseguente alla perdita dello smartphone è evitabile, poiché tutti i dati in esso contenuti possono essere messi al sicuro sul cloud.
IO ci consentirà di fare a meno dei documenti originali in tutte le situazioni in cui normalmente saremmo tenuti ad esibirli: dai controlli delle forze dell’ordine alle visite mediche. Il rischio peggiore, d’ora in avanti, sarà di dimenticare in quale cassetto abbiamo lasciato i documenti originali.
Non dovrebbe sorprendere tuttavia l’opposizione che da più parti si è levata contro questa nuova tecnologia. Oltre alle abituali obiezioni da parte di tutti coloro i quali sono contrari ad ogni novità, oltre alle proteste di chi prende le difese di chi rischia di rimanere tagliato fuori, ovvero gli anziani e chi non ha dimestichezza con le diavolerie della vita moderna (come già accaduto con lo SPID, l’identità digitale); oltre ai contrari per partito preso insomma, molti hanno dichiarato che non installeranno l’app IO per ragioni di privacy. Temono che lo spostamento dei propri documenti d’identità sullo smartphone sia un ulteriore modo per rendere pubblici i dati personali, che sono oggi la moneta di scambio corrente dei criminali informatici ed il tesoro più ambito dalle aziende big tech.
Mi sento però di poter tranquillizzare tutti coloro che sono pessimisti e diffidenti sulla nuova app: innanzitutto, i dati relativi ai documenti d’identità sono forniti e gestiti dallo Stato italiano, che li possiede già (altrimenti non potrebbe emettere nemmeno i documenti tradizionali). Inoltre, IO è sicura esattamente come le app similari già in uso, dallo SPID ai siti di home banking. Se ci fidiamo dello smartphone per gestire il nostro conto in banca o presso la posta, possiamo benissimo riporre nella sua memoria digitale anche i nostri documenti.
CARLO DELASSO