I super bambini del futuro: progresso o involuzione? Cronaca

Gli ultimi dati Istat registrano in Italia nel 2024 uno dei tassi di natalità peggiori di sempre. Il dato fino ad oggi più negativo era quello del 1995 con 526 mila bambini, 1,19 figli per donna, che ad oggi scende ad 1,18 con 370 mila nuovi nati e un calo del 2,6% rispetto al 2023.

Non va meglio nel resto del mondo. La Cina è entrata di recente a far parte della lunga lista di Paesi che nel 2023 hanno registrato un incremento dei decessi rispetto alle nascite, negli Stati Uniti il tasso di natalità è sceso rapidamente dal 3,65% degli anni Sessanta fino all'1,7% di oggi e persino in alcuni Stati dell'Africa e dell'America Latina, dove i tassi di natalità sono storicamente elevati, il numero di nuovi nati è sceso a 2,1 figli per donna.

Dati certamente allarmanti, ma ben lungi dal lasciare presagire l’estinzione dell’umanità.

Eppure c’è chi la pensa diversamente, gridando all’apocalisse e all’estinzione dell’occidente. In Pennsylvania, vivono Simon e Malcolm Collins, una coppia che è diventata testimonial dei Pronatalisti, un Movimento che si prefigge di combattere il calo demografico facendo tanti bambini e incoraggiando altri alla procreazione.

Detto così, potrebbe sembrare, tutto sommato un intento nobile e lodevole. Ma, analizzando bene i fatti e le dichiarazioni rese dai coniugi Collins, sembrerebbe che dietro tutto questo si nascondano ben altri scopi, decisamente meno condivisibili.

Queste le parole di Malcolm Collins in una recente intervista: “Il tasso di fertilità dei popoli migranti è maggiore rispetto alle popolazioni native. Siamo in democrazia, e se i migranti si sono riprodotti più di te nel corso degli anni avranno più voti”. Già queste affermazioni rivelano che la preoccupazione non sia tanto quella di estinguersi quanto di essere sopraffatti e, addirittura, governati dai popoli migranti.

Non meno sconcertanti le parole della moglie Simon che dichiara di sottoporsi alla fecondazione in vitro ogni 18 mesi, “Dopo 9 mesi di gravidanza, mi riposo 9 mesi e poi mi sottopongo ad una nuova fecondazione” dice. Una macchina riproduttrice, penso ascoltandola, e pure decisamente efficiente. “9 mesi di riposo” dice, forse è l’unica donna al mondo capace di riposare con un lattante, e nel suo caso, anche altri bambini piccoli da accudire. Avranno delle tate, penserete. No, non ne hanno, non accettano ingerenze esterne nell’educazione dei figli e, men che meno nell’istruzione.

I bambini studiano attraverso un’applicazione e i loro compiti sono corretti dall’intelligenza artificiale. “Il metodo di insegnamento attuale - dice Malcolm Collins - fa il lavaggio del cervello, condiziona i bambini e li fa diventare di estrema sinistra”. Posto anche che ciò sia vero, è evidente che in casa si prediligano altre ideologie, e questo metodo che lui definisce “alternativo”, più che fornire un’istruzione neutrale, tesa a sviluppare il pensiero critico e la conseguente libertà di scelta, dia al pensiero una direzione ben precisa.

Probabilmente l’ideologia politica non è tra gli “optionals” disponibili prima della fecondazione. “Prima dell’impianto” dichiara Simon “su ogni embrione vengono eseguiti accurati test poligenici, che assegnano loro un punteggio in base al quale viene selezionato quello da impiantare”. Questi esami rivelano non solo il rischio per il bambino di nascere con delle patologie o di contrarre malattie in futuro, tuttavia comprensibile, ma addirittura il quoziente intellettivo, l’altezza, la capacità di gestire l’ansia e lo stress e tanto altro ancora. “L’attuale embrione - prosegue riferendosi alla sua nuova, quinta, gravidanza - lo abbiamo chiamato ironicamente il Campione, perché ha un quoziente intellettivo del 98%.

Tutto questo più che ironico pare raccapricciante. Ciò che lascia perplessi non è certo l’uso della fecondazione assistita che in taluni casi aiuta le coppie ad avere dei figli. Il progresso tecnologico e scientifico è strumento imprescindibile di evoluzione e sviluppo della società, ma l’uso che a volte se ne fa è quantomeno discutibile.

L’idea dei pronatalisti, stando alle dichiarazioni dei coniugi Collins, sembrerebbe non quella di contrastare il calo demografico, ma piuttosto di “produrre bambini” seguendo precisi standard qualitativi, in ordine di intelligenza, caratteristiche fisiche, tratti caratteriali …e, a questo punto va detto, anche di razza.

Possono sembrare parole forti, eccessive, ma questa “selezione genetica” ricorda, neppure tanto vagamente, ideologie di un passato non troppo lontano e pratiche disumane perpetrate in nome della superiorità della razza e del perfezionamento dell’umanità.

Dobbiamo garantire l'esistenza del nostro popolo e un futuro per i bambini bianchi è uno degli slogan dei Pronatalisti, parole che sembrano rivelare un progetto preciso, che non è quello di contrastare la denatalità ma di scongiurare la sostituzione etnica, “producendo” bambini geneticamente superiori.

Ovviamente, tutto questo muove milioni e milioni di dollari e, non a caso, i maggiori finanziatori del Movimento sono i grandi magnati della Silicon Valley, dove sempre più numerose nascono aziende specializzate nello screening genetico; esami costosi a cui, inutile dirlo, possono accedere solo famiglie facoltose, ad ulteriore garanzia che i super bambini rientrino in quella élite di cui si vuole garantire la “prosecuzione della specie”.

Pur sforzandosi di prescindere da qualsivoglia ideologia politica e religiosa e da ogni considerazione etica e morale, pare doveroso fare delle riflessioni e quanto mai opportuno porsi qualche domanda…

Dall’America negli anni abbiamo importato tante mode…speriamo di non importare anche questa…dazi permettendo!

Francesca Castaldo