Il postino, non più lettere ma solo pacchi Cronaca
Il postino suona sempre due volte, recita il titolo di un noto romanzo, da cui è stato poi tratto un film con Jack Nicholson. Chi vive a Benevento sa che è già molto se il postino suona due volte in una settimana. Ma credetemi, può andare peggio: in Danimarca il postino non suonerà più. Le autorità del paese scandinavo hanno infatti deciso che, dal 2026, le poste reali non consegneranno più alcuna corrispondenza cartacea. Il servizio postale pubblico danese si limiterà in futuro a consegnare pacchi. Chi desidera spedire missive cartacee dovrà ricorrere alle poste private.
Si avvicina dunque il canto del cigno per una delle forme di comunicazione più antiche? Le lettere sono davvero destinate a diventare obsolete come i segnali di fumo o i piccioni viaggiatori? Pensateci bene: negli ultimi 12 mesi, quante lettere avete ricevuto? Escludendo le bollette, i depliant pubblicitari e le varie richieste di donazione ad enti benefici, i periodici in abbonamento e naturalmente i pacchi. Quanti di noi ancora scrivono o ricevono lettere, possibilmente vergate a mano? O almeno una cartolina?
La posta tradizionale negli ultimi vent’anni ha subito un lento, inesorabile declino, soppiantata prima dalla posta elettronica, infine dai sistemi di messaggistica istantanea. Nessuno manda più cartoline perché ormai tutti pubblicano sui social le foto delle loro vacanze, o le inviano ad amici e parenti tramite WhatsApp. I biglietti d’auguri sono in disuso, visto che ora gli smartphone consentono d’inviare messaggi augurali corredati di musica, video ed effetti speciali. E le lettere d’amore sono un ricordo del passato; quegli sventurati che si trovano a vivere una relazione a distanza hanno innumerevoli modi per tenersi in contatto senza bisogno di scrivere lettere.
E pensare che per secoli la corrispondenza, oltre che un modo per comunicare, ha rappresentato anche un genere letterario a sé stante. Sono stati pubblicati romanzi epistolari di finzione (Le ultime lettere di Jacopo Ortis, ad esempio), ma anche volumi che raccoglievano le lettere di poeti, studiosi e pensatori. Mentre ritengo poco probabile che in futuro qualcuno pubblichi una raccolta dei messaggi WhatsApp di uno scrittore premio Nobel.
Se poi vogliamo andare a cercare il pelo nell’uovo, persino gli esempi da me sopra citati di posta tradizionale si possono ritenere superati: le bollette arrivano via mail e si pagano tramite app; quasi ogni periodico ha una sua versione online (che spesso costa anche meno dell’equivalente cartaceo); e per quanto riguarda pubblicità e richieste di denaro, ne siamo realmente subissati mediante ogni mezzo immaginabile, tranne (per il momento) la telepatia.
Ecco dunque che i servizi postali hanno deciso di concentrarsi sulla consegna dei pacchi. Lo shopping online, dopo una fase di costante crescita iniziata all’inizio dello scorso decennio, ha subito un’impennata nel 2020, anno del Covid. Da allora la febbre degli acquisti in rete non si è più arrestata, alimentata anche da promozioni come i black friday, cyber monday e simili. Possiamo acquistare quasi tutto online e farcelo consegnare comodamente a casa in tempi rapidi, con la possibilità di cambiare e restituire i prodotti che non soddisfano le nostre aspettative.
Ma non è solo il mezzo postale ad essere sorpassato, bensì anche lo stesso portalettere: in alcuni paesi hanno già iniziato a sperimentare la consegna dei pacchi tramite droni. Se questo sistema dovesse prendere piede, ci ritroveremo i cieli affollati di piccoli velivoli telecomandati recanti ogni sorta di merce, dal venditore al consumatore.
E il postino? Continuerà a suonare due volte, ma all’ufficio di collocamento.
CARLO DELASSO