Il Sannio è davvero un'isola felice? Cronaca

È stato di recente redatto l’Indice della Criminalità 2024 da “Il Sole 24 Ore” che colloca il Sannio nella 103esima posizione su 106 per numero di denunce con una frequenza di 2.294 reati ogni 100mila abitanti con dati riferiti all’anno precedente. Si tratta indubbiamente di una posizione favorevole che colloca Benevento e provincia tra i luoghi più sicuri d’Italia. Il dato positivo, certamente motivo di orgoglio per la nostra comunità, è stato così commentato dal sindaco Clemente Mastella in un recente comunicato diramato dal Comune di Benevento: “Si tratta di un risultato molto importante non solo dal punto di vista della sicurezza ma anche in termini di attrattività del territorio, soprattutto per chi intende investire in territori a basso indice di delinquenza. Un dato importante, dunque, che va ascritto soprattutto al costante e meticoloso impegno profuso dalle forze dell’ordine, e naturalmente dalle istituzioni che ne coordinano efficacemente l’attività di controllo del territorio, e a cittadini, il cui comportamento è ispirato al costante rispetto della legalità. A loro va, quindi, il mio plauso e il più sentito ringraziamento”.

Il risultato positivo rappresenterà sicuramente un biglietto da visita significativo per la nostra città in un’ottica di futuri investimenti a maggior ragione se consideriamo che tale dato a partire dal 2019, anno in cui è iniziata la redazione dell’Indice di Criminalità da “Il Sole 24 Ore”, si riconferma di volta in volta positivo. Infatti nel 2019 vediamo Benevento occupare la 104esima posizione, nel 2020 la 102esima, nel 2021 di nuovo il risultato della 104esima posizione, nel 2022 nuovamente il 102esimo posto, mentre negli ultimi due anni il dato si è stabilizzato nella 103esima posizione. Ma per ogni anno, oltre alla classifica generale che raffigura Benevento come una delle provincie più sicure d’Italia nell’Indice di Criminalità, vi sono altre sotto-classifiche che riguardano i reati specifici come: omicidi volontari, violenze sessuali, associazione mafiosa, incendi, rapine, estorsioni, usura, contraffazione. Ma anche per questi reati vale per Benevento lo status di ‘isola felice’?

Se consideriamo il reato di Contraffazione di marchi e prodotti industriali, Benevento occupa la decima posizione con tasso di denunce calcolato su 100mila abitanti pari al 9,6, seguita nella classifica da Salerno, Campobasso, Prato e Roma. Si tratta di un dato allarmante in quanto nell’Indice della Criminalità pubblicato nel 2023 il ranking del Sannio, relativo a tale reato, corrispondeva appena alla 32esima posizione con un tasso pari al 5,3 mentre nel 2022 la posizione occupata era addirittura la 72esima.

Discorso simile si può fare relativamente al reato di Usura che ha conosciuto un’impennata a partire dal 2021 fino al 2023 che ha visto Benevento scalare dalla 66esima posizione fino alla 16esima. Discorso inverso è invece per il reato di Tentato omicidio che vede il Sannio partire dalla 32esima posizione nel 2020 fino all’attuale 55esima con tasso pari a 1,5 relativamente alle denunce su 100mila abitanti.

È chiaro che nel momento in cui trattiamo questa tipologia di dati non consideriamo un’infinità di variabili che possono incidere o non incidere sul risultato. Pensiamo ad esempio agli anni del covid-19: le particolarissime condizioni di vita che ha imposto la pandemia possono aver favorito una determinata tipologia di reato piuttosto che un’altra oppure al di là dell’eccezionalità dell’evento, per studiare il tasso di incidenza di un reato occorrerebbe ricostruire il radicamento di un fenomeno correlandolo alla vita socio-economica di un luogo combinandola allo studio degli attori locali e tanti altri fattori che possono man mano verificarsi. Pertanto, se è pur vero stabilire una certa relatività dei dati, dall’altra parte è pur vero che di tali dati occorrerebbe prenderne atto e non cullarsi nell’illusione di un’isola felice. Fermo restando che nelle scienze, così anche nella statistica è impossibile produrre risultati assoluti, è sempre bene fare i conti con la realtà e a partire da quest’ultima trovare le soluzioni migliori che effettivamente possono portare un miglioramento alla vita di una comunità. Quello su cui si dovrebbe porre l’accento ai fini di una corretta valutazione della sicurezza, la quale si traduce anche in un’indagine sulla qualità della vita nella proiezione di futuri investimenti, non è solo l’incidenza dei crimini ma anche l’assetto socio-economico. Cosa ce ne facciamo di un’isola seppur bella e felice in cui seppur presenti le condizioni di un’alta qualità di vita solo in termini di sicurezza, vi sono ben poche prospettive di crescita e di realizzazione individuale e collettiva?

ANDREA ALBANESE