La b di Benevento? Deve essere maiuscola Cronaca

Mosso da una fede che aveva le sue radici nei più lontani anni della scuola, nell’evidenziare lo strafalcione alla rotonda “Vittime del terrorismo” ero consapevole che mi stavo apprestando a una specie di sordo monologo davanti a persone ben poco desiderose di ascoltarmi, certamente persone distratte, capaci anche di affibbiarmi la taccia di pedante e solenne seccatore. Mettermi a parlar di una minuscola in luogo di una maiuscola, proprio oggi, figuratevi, che la gente spesso se ne fa vezzo, per di più sull’erba di una rotonda alle porte della città, poteva davvero sembrare una insensatezza. E invece no, sbagliavo, sbagliavo di grosso; tanto vero che nel volgere di pochi giorni dall’uscita del giornale le mail ricevute al mio indirizzo sull’argomento assommavano già a oltre cinquecento e quel colloquio continua ancora e, come sembra, non accenna a finire.

Si direbbe che dubbi e problemi di lingua e di grammatica covassero da sempre nell’intimo di un’infinità di gente solo in apparenza lontanissima da questi argomenti, e che aspettassero l’occasione buona per sbottar fuori. È avvenuto così che il 99 per cento chieda che si modifichi quello sconcio grammaticale. Tra le tante osservazioni ricevute ne condenso qui alcune.

Da un sacerdote della nostra diocesi: «Ci voleva. Tutti lo notano ma nessuno ne parla». Da una docente di storia e filosofia in quiescenza: «Al di là della grammatica, oltraggiata senza motivo, la minuscola davanti al nome della città, cosa che avevo notato anch’io, pare una deminutio della città stessa. Saranno pure facezie, ma è giusto farle notare». Da una nonna: «Questo tecnico grafico estroso avrebbe fatto ampiamente più bella figura se avesse usato la B maiuscola. Sai quante persone passano di là e dicono uhhh hanno sbagliato!». Da un dirigente scolastico: «Ottimo e indubbiamente necessario ricordare regole già condivise. In effetti a me sembra che i più non sappiano e quindi meglio ricordarglielo».

Emblematico uno studente che credeva fossero equipollenti Benevento e benevento in quanto il motore di ricerca di Google li accetta entrambi. Lapidaria e sibillina la risposta giuntaci dal sindaco Clemente Mastella: «Secondo me è così. Sono uguali. Chiederò ai tecnici di modificare».

Di contro, durante la campagna elettorale abbiamo letto di tutto e di più per quanto concerne nomi comuni scritti con la maiuscola senza alcuna giustificazione grammaticale: Giunta, Governo, Sindaco, Partiti, Aula. Il compianto Sergio Lepri così ammoniva: «Usare la maiuscola per i nomi comuni è senza giustificazione, se non per vecchie abitudini di reverenza, di cortigianeria, di servilismo e contro nuove norme di retorica».

Lasciamo alla perspicacia dei nostri lettori le conclusioni.

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it