LA FESTA DEGLI OTTANTA ANNI DELLA LIBERAZIONE A BENEVENTO Cronaca
Partecipata la celebrazione del 25 aprile in Benevento, il corteo si è snodato da Piazza Orsini, ha transitato il Corso Garibaldi per terminare in Piazza Santa Sofia, in prossimità del giardino adiacente il Museo Arcos.
Sono trascorsi gli 80 anni dalla Liberazione che, con la Resistenza dei partigiani e delle partigiane, ha determinato la nascita della Repubblica e la redazione della Costituzione italiana con il contributo di esponenti di partiti diversi tra loro ideologicamente per affermare il valore della democrazia, dopo il ventennio fascista.
Dario Melillo, vice presidente del Comitato Provinciale dell'ANPI, ha tenuto un discorso pregnante di significato in un momento storico davvero difficile, ma ha rievocato l'importanza di una scelta, quella dei partigiani rispetto alle brigate nere. Egli ha coordinato i diversi interventi.
Il sindaco Mastella ha evidenziato che la storia della Resistenza è stata fatta dai comunisti, dai cattolici. Molti sacerdoti sono stati uccisi, bisogna riannodare il filo della memoria per le future generazioni. La lettera memorialista esistenziale del condannato a morte Pietro Benedetti, ha messo in luce la cappa opprimente dell'illiberalità che uccide la democrazia.
Michelangelo Fetto ha declamato un componimento del 1964, dal titolo: Carta d'identità, di Mahmoud Darwish.
Il presidente Amerigo Ciervo nella sua orazione finale, ha riportato alla nostra mente le sanguinose guerre in atto. Così ha esordito: Siamo ancora una volta in questa piazza per festeggiare il 25 aprile. Per gridare, quest'anno ancora più forte, le nostre ragioni, che sono le ragioni della libertà e della dignità, che sono le ragioni della democrazia e del diritto, che sono le ragioni della giustizia e della pace.Non dimenticato il difensore della pace papa Francesco, ritornato alla casa del Padre il 21 aprile.
Ciervo rimarca: Secondo il nostro presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo Francesco è un gigante di umanità, di umiltà, di speranza. Invitando la Chiesa ad uscire da se stessa e recarsi verso le periferie del mondo, verso le marginalità esistenziali, ha denunciato la tragica assurdità della guerra e la precipitazione del mondo verso l'abisso del terza guerra mondiale combattuta a pezzi. La sua scomparsa è una perdita pesantissima per tutta l'umanità. In un successivo passaggio ha affermato l'imprescindibile ruolo della Costituzione.
Egli ha evidenziato che:<< Sono stati i partigiani a rendere possibile che la Costituzione non ci venisse imposta, come alla Germania e al Giappone. E a poter riprendere il sogno di Ventotene, il sogno di Spinelli, di Rossi, di Colorni, con i grandi statisti del dopoguerra, da De Gasperi, ad Adenauer, da Monnet a Spaak, che operarono per dare concretezza a quel sogno, e che prepararono un trattato, non casualmente firmato, nel 1957 a Roma>>.
Al termine del discorso di Amerigo Ciervo, il 25 aprile si è concluso con la lettura del testo di Bella Ciao.
A ricordare il canto dei partigiani e delle partigiane, un alpino 98enne, Giuseppe Liberatore, dalla vitalità inesauribile, residente nella frazione Monterocchetta, del comune di San Nicola Manfredi.
NICOLA MASTROCINQUE