La proposta dell'architetto Cosimo Boffa: collegare la Valle Vitulanese a Sant'Agata de' Goti Cronaca

Si continua a dibattere sulla Fondovalle Vitulanese, ancora una volta Realtà Sannita ritorna ad affrontare la questione. L’architetto Cosimo Boffa, originario di Foglianise, ha risposto alle domande per i nostri lettori sul costruendo tracciato, elaborato dalla Provincia di Benevento. Il tecnico foglianesaro si è laureato all’Università agli Studi di Napoli, facoltà di Architettura, il 19.12.1979, con una tesi dal tema:”Architettura come spazio vissuto”, con 110 e lode. Ế stato presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Benevento dal 03.05.1983 al 16.01.1985, ha ricoperto l’incarico di responsabile dell’Ufficio Tecnico nei comuni di Lonato (BS), di Foglianise, dirigente dell’area tecnica del omune di Benevento. Ha collaborato alla redazione del piano di recupero, piano di zona, comune di Calabritto (AV) col gruppo di progettazione diretto dal prof. Aldo Loris Rossi. Nell’ambito del Corso di Composizione Architettonica 2°, del prof. Mazzoleni, ha condotto con gli studenti un seminario sul tema:”Lo spazio e i comportamenti nella progettazione architettonica”, nonchè ha tenuto comunicazione agli studenti nel corso delle esercitazioni di analisi strutturalistica sulle seguenti opere paradigmatiche del Movimento Moderno: Le Corbusier :Cappella di Ronchamp Wright : Guggenheim museum of New YMendelson: Einsteinturm; Mies: museo-galleria del XX° secolo a Berlino.

Architetto Boffa a quando risale il progetto originario della Provincia?

La Valle Vitulanese è al momento, agitata dal completamento della sua arteria stradale principale. Sembra imminente l’inizio dei lavori di un vecchio progetto risalente al 1988 ed elaborato dall’ex Consorzio di Bonifica della Valle Telesina. Il progetto è una strada di montagna che collegherebbe Foglianise-Vitulano con Castelpoto-Apollosa. Un tracciato di Km 7,800 di strada di montagna con l’illusione di concludere il collegamento con Campobasso, con la SS. Appia e quindi con Napoli, con un successivo lotto solo ipotizzato e ancora da finanziare. Pertanto l’utilità diretta e immediata, dopo la conclusione dei lavori, è un collegamento con Castelpoto-Apollosa. Costo del collegamento: 46 milioni di euro per Km 7,800 di strada (5,9 mln/Km.) con pendenze fino al 10%, raggi di curvatura fino a 80 m. e velocità di crociera in alcuni punti di 45 Km/h, con incroci a raso, tre ponti di grande impatto ambientale, di cui uno sul torrente Jenga di 225 metri dove attraversa vigneti, di particolare pregio, i cui proprietari hanno molto investito (produzione del vino Bue Apis).

Dal progetto esecutivo risalente al 1988, ad oggi, perché il costruendo tracciato non determina un’auspicata direttrice di sviluppo alla Valle Vitulanese?

Un investimento di 4,6 mila ero per ogni abitante della Valle meriterebbe una più attenta riflessione, rivolta al raggiungimento degli obiettivi quali il reale superamento dell’isolamento della Valle Vitulanese senza sprecare risorse pubbliche con danno all’agricoltura. Vista l’intensità dell’investimento il progetto andrebbe attualizzato e approfondito in un confronto con altre soluzioni possibili per capirne costi e benefici.

Architetto Boffa ci illustri qualche altra possibile soluzione per la realizzazione della Fondovalle Vitulanese?

Almeno quattro ipotesi confrontabili:

1) la proposta della Provincia di Benevento come sopra descritta molto impattante e costosa, a breve termine con utilità ridotta e a lungo termine sarà relativamente utile solo con il finanziamento di un ipotizzato lotto e realizzazione del collegamento a scorrimento veloce con la SS. Appia;

2) il tracciato alternativo, meno impattante, proposto dal comune di Vitulano sinteticamente prevede un miglioramento dell’esistente tracciato, ma con modifiche sostanziali in località Ponte Rutto al fine di salvaguardare l’ambiente;

3) il recupero con miglioramento della vecchia strada provinciale n°109 (la provinciale Vitulanese) che continuerebbe a tenere ben collegati i comuni della Valle e ne migliorerebbe il collegamento con Montesarchio senza però eliminarne l’isolamento;

4) una coraggiosa galleria che imboccando al Ponte Asciello (località Tocco Caudio-Cautano) e uscendo a Paolini connetterebbe due tronchi stradali monchi: la Fondovalle Vitulanese e la bretella della Fondovalle Isclero, verso l’Ospedale Sant’Alfonso di cui pur si parla in questi giorni come Ospedale e Casa di Comunità oltre che Centrale Operativa Territoriale, che beneficerà dei fondi del Pnrr, per il potenziamento dei servizi sanitari sul territorio. La tendenza demografica, riconducibile all’invecchiamento della popolazione e ad emigrazione dei giovani per lavoro, è un dato basilare per ogni riflessione seria. Questa soluzione si può seriamente definire a scorrimento veloce e la Valle Vitulanese può raggiungere velocemente Sant’Agata dei Goti, Caserta e Napoli, quindi aeroporto, stazioni ferroviarie, ospedali ecc. Ci sarebbe un impatto territoriale che farebbe fare un salto di qualità alla Valle Vitulanese con reali prospettive di sviluppo.

Tutte e quattro le ipotesi andrebbero sottoposte ad un’attenta e rigorosa analisi dei costi benefici. Ciascuna ipotesi presenta pro e contro. La scelta saggia non può essere motivata dalla opportunità di spendere soldi qualunque sia l’utilità e destinazione. I soldi pubblici non possono e non debbono essere sprecati in scelte, che non diano un concreto stimolo e utilità collettiva proporzionato all’impegno.

Perché la quarta ipotesi può essere la proposta migliore per favorire lo sviluppo della Valle Vitulanese.

La quarta soluzione fu già contrapposta al tracciato della Provincia nella redazione del PTCP e fu valutata come ipotesi interessante da approfondire prima della stesura del progetto esecutivo. Ciò non è avvenuto ed oggi si sostiene, che si perde il finanziamento qualora si facciano altre ipotesi progettuali. Le valutazioni del PTCP risalgono a 11 anni fa, eppure oggi si agisce per fretta senza alcuna valutazione di ottimizzazione dell’uso di risorse pubbliche. Lo spreco di soldi pubblici non è mai giustificato, ancor meno da fretta per la realizzazione di un progetto risalente a 34 anni fa.

NICOLA MASTROCINQUE

nmastro5@gmail.com