La Valle Caudina è priva di una struttura sanitaria Cronaca

Anche in Valle Caudina lo scenario è di paura e apprensione. L’infezione da Corona Virus tiene tutti con il fiato sospeso, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche da quello economico, sono infatti pesanti le ricadute sul già fragile tessuto commerciale, artigianale e industriale esistente.

Tutti i comuni fin dal primo momento hanno gestito al meglio il problema, con indicazioni di prevenzione che hanno limitato i casi di contagio a poche unità. Tutto è andato avanti con moderato ottimismo, fino all’ultimo periodo quando si sono registrati due significativi focolai.

Il più preoccupante ha interessato il comune di Paolisi, ed è partito dall’interno di un’azienda avicola, tanto che i contagiati nel piccolo centro caudino sono arrivati a 23, cosa che ha portato alla chiusura del paese, diventato per molti giorni zona rossa.

Altri contagi che hanno interessato Airola, 8, e Montesarchio, 2, sono invece la conseguenza dell’infezione partita dall’interno della clinica beneventana Villa Margherita.

Il primo caso in assoluto si è registrato a San Martino Valle Caudina a metà marzo, un finanziere in servizio a Napoli, a cui è seguita la prima volta di Cervinara, stesso filone, sempre un finanziere in servizio a Napoli. Poi San Martino è arrivato a 5 contagi, mentre Cervinara a 3. Immuni da contagi i comuni di Arpaia, Forchia e Bonea. Mentre negli altri comuni del versante sannita un numero limitato, per un totale di contagiati che in Valle Caudina è arrivato a circa 50.

C’è stato anche un sufficiente controllo del territorio da parte della forze dell’ordine e della polizia municipale, e sono state elevate tantissime multe per chi era in giro senza un motivo valido.

Tutti i comuni si sono attivati per sostenere i più deboli. Generi di prima necessita e pacchi alimentari sono stati recapitati a interi nuclei famigliari. Un momento emergenziale che tuttavia aveva necessità di maggiore trasparenza. Una buona occasione persa per la Città Caudina dei servizi, per battere un colpo, per essere protagonista di un’azione solidale complessiva, capace di superare quei vincoli provinciali che rendono la gestione dei servizi e della sanità in particolare, molto complicati in terra caudina.

Così mentre i comuni sanniti hanno potuto far ricorso agli ospedali di Benevento facilmente raggiungibile, i quattro comuni irpini della valle: Cervinara, San Martino, Rotondi e Roccabascerana hanno visto i loro concittadini avviati all’ospedale della “lontana” Avellino.

Ecco quindi che l’infezione da Corona Virus, al di là della sua drammaticità, può rappresentare l’occasione per il decollo di una Valle Caudina unita, senza steccati e senza burocrazia. Soprattutto i cittadini dei paesi irpini ne sanno qualcosa, servizi zero, dove perfino avere un medico di famiglia è un diritto da conquistare.

La nascita di una struttura sanitaria di pronto intervento, chiamatela come volete, al centro della Valle Caudina, resta un’esigenza da cui non si può più prescindere, una priorità per i circa 70.000 abitanti della valle. E i sindaci devono trovare la forza e l’orgoglio per battersi per questo, devono diventare protagonisti.

ALESSIA RUSSO