Parcheggi abusivi un problema mai risolto Cronaca

Uno dei tanti problemi mai risolti di Benevento è quello riguardante i parcheggi che sono sotto dimensionati in una città con un carente sistema di trasporto urbano, in relazione a realtà più evolute in questo settore, e dove prendere l’automobile privata è più un obbligo che una comodità. Se il traffico aumenta e i parcheggi gratuiti sono sempre più rari, ciò che invece non diminuisce, ma anzi aumenta, è il numero dei cosiddetti parcheggiatori abusivi.

Entrati nostro malgrado come personaggi non graditi del presepe urbano, questi parcheggiatori agiscono nell’illegalità non solo per l’oblazione richiesta, ma anche e soprattutto in quanto il loro atteggiamento e il loro fare quasi impongono il pagamento di quanto non dovuto loro per il timore, non tanto remoto, di subite insulti feroci e danneggiamenti del proprio veicolo.

Non c’è quartiere di Benevento che non abbia le sue sentinelle sul traffico: dalla zona dell’ospedale civile fino alla stazione, dalla piazza più grande al vicolo più piccolo c’è un folto numero di personaggi sfaticati subito pronti ad arricchirsi in maniera illecita.

Tipica del sud Italia, la figura del parcheggiatore abusivo è principalmente conosciuta da Roma in giù toccando pressoché ogni provincia del meridione, lo stesso meridione poco generoso di opportunità e possibilità di riscatto, tanto da aver quasi esaltato questi personaggi ad eroi della resistenza proletaria e quasi premiandoli del fatto che invece di rubare…si creano un lavoro!

Il buonismo spesso confonde l’inventiva e la voglia di adoperarsi con il meno nobile intento di appropriarsi di un nostro diritto, fosse anche quello di posteggiare la macchina in modo libero e gratuito quando ciò è possibile. Invece di ribellarsi e invocare il rispetto delle regole, la fretta, la paura o semplicemente un nostro senso di superiorità malcelato e di compassione per le disgrazie altrui, fa si che puntualmente si cede a quello che è un vero e proprio ricatto codificato nell’omertà della nostra terra; giustificato con l’assolutorio mantra: tutti dobbiamo campare!

Che il problema sia più grave di quanto possa apparire, lo dimostrano gli svariati interventi normativi, sia a livello nazionale che locale, dove con inasprimento delle pene e severe ordinanze sindacali si è cercato, senza riuscirci, di arginare questo odioso fenomeno la cui soluzione appare assai improbabile senza la collaborazione delle vittime-utenti. Infatti per quanto in taluni casi la richiesta insistente di denaro per la sosta si configura come vero e proprio reato di estorsione, come ribadito più volte dalla nostra Corte di Cassazione, difficilmente tale comportamento viene giuridicamente censurato essendo assai poche le denunce che i parcheggiatori ricevono da parte degli automobilisti che invece di qualche euro, sarebbero poi costretti a costosi e lunghi processi per far valere le proprie ragioni.

Se a ciò si aggiunge che gli “ausiliari” in questione risultato il più delle volte nulla tenenti, si comprende perché godano di una paradossale immunità civile, impossibilitati a pagare qualsiasi multa la polizia municipale possa loro comminare.

Quello che però è gravissimo è che nella città di Benevento i parcheggiatori non autorizzati agiscano alla luce del sole, convinti di essere pressoché intoccabili e a far rabbia è proprio la loro spavalderia e la loro sfrontatezza, che forse non avrebbero se non con la complicità dei pochi e inefficaci controlli.

Soprattutto in queste sere d’estate, se da un lato l’amministrazione si autocompiaceva dei risultati ottenuti, dall’altro ha negato o comunque ignorato la questione abusivi facendo si che si creassero delle vere e proprie zone franche dove ognuno era libero di imporre il proprio prezzo.

Dalla zona retrostante piazza Risorgimento, al piazzale del mercato generale del viale Mellusi, schiere di parcheggiatori hanno lucrato senza che nessuna autorità intervenisse: non in maniera clandestina ma con tanto di postazione cassa all’ingresso dello spiazzo e con tanto di talloncino che segnalasse ai “colleghi di lavoro” l’avvenuto pagamento.

Senza dilungarsi su questioni ben note a tutti, resta solo da considerare che una città che dice di volersi proiettare nel futuro, dove si parla tanto di turismo (che non c’è) e di cultura, dovrebbe prima imparare la cultura della legalità iniziando dalle piccole cose.

ANTONINO IORIO