Privacy e foto ai minori Cronaca

Sono numerosi gli oggetti un tempo presenti in tutte le case ed oggi quasi spariti perché obsoleti. I telefoni a disco, i giradischi, le agendine con i numeri di telefono, gli album di fotografie. Questi ultimi sono divenuti oggetti del passato quando le macchine fotografiche che usavano i rullini sono state rimpiazzate dalle fotocamere digitali. Al giorno d’oggi, a dire il vero, le macchine fotografiche stesse sono utilizzate solo da fotografi professionisti o appassionati, poiché quasi tutti per scattare foto si servono dello smartphone.

E così, poiché nessuno più sviluppa e stampa le foto, gli album non hanno motivo d’esistere. Eppure le fotografie scattate adesso hanno molta più visibilità di quelle di una volta, perché vengono inviate, pubblicate e condivise. Oltre ai siti specifici dov’è possibile pubblicare le proprie fotografie, come ad esempio flickr, la pubblicazione di foto è diffusissima sui social. Alcuni, come Instagram, nascono addirittura con lo scopo preciso di fungere da album di fotografie pubblico.

Ma le foto che pubblichiamo in rete che fine fanno? A seconda delle impostazioni di privacy che scegliamo su ciascun social, possono essere visualizzate soltanto dai nostri amici, oppure da una cerchia più vasta (gli amici degli amici, i follower) o addirittura essere visibili a chiunque nel mondo.

Ogni giorno vengono pubblicate in rete centinaia di milioni di foto. Tantissime sono banali: c’è chi scatta le foto delle vacanze, chi fotografa ciò che mangia, incommensurabile è il numero di selfie pubblicati in tutto il mondo; ma molte di queste foto raffigurano bambini e sono scattate e diffuse in rete dagli stessi genitori.

Come ho detto, nel momento in cui scegliamo le impostazioni di privacy possiamo fare in modo che solo amici e familiari possano vedere le foto dei nostri figli che decidiamo di condividere in rete. Ma anche così il controllo che abbiamo su queste foto è limitato: non possiamo sapere con chi questi amici e familiari condivideranno a loro volta le foto dopo averle viste. Ed attraverso giri intricati esse possono cadere nelle mani sbagliate.

Molte foto sono del tutto innocenti nel momento in cui vengono scattate, ma se diffuse da terzi possono perdere l’innocenza iniziale e diventare oggetto di traffico tra persone poco raccomandabili. Quanti di voi hanno mai fotografato i propri figli mentre facevano il bagnetto, oppure al mare o in piscina in costume da bagno? Queste fotografie, per quanto disgustoso possa sembrare, sono molto ambite da un certo tipo di persone che le collezionano e le condividono su siti clandestini scambiandole con altre dello stesso tipo.

Per questo motivo il garante della privacy si è raccomandato di non pubblicare sui social foto di bambini, o almeno di farlo usando giudizio. Perché internet è un calderone che trangugia e poi trasforma anche l’oro in fango. Sono già capitati diversi casi di figli i quali, una volta raggiunta la maggiore età, si sono rivolti al tribunale per ottenere la cancellazione di tutte le foto che li ritraevano pubblicate dai genitori sui social. Ma in casi come questo il diritto all’oblio è davvero difficile da ottenere: ciò che viene cancellato trova spesso il modo di ricomparire.

Perciò, anche se le intenzioni sono le più innocue, è sempre bene riflettere attentamente prima di pubblicare foto dei propri figli. Non è mancanza di fiducia nei confronti dei parenti o degli amici a cui le mostriamo, è nei confronti di internet che la fiducia non deve mai essere troppa. È giusto che gli album di famiglia rimangano confinati all’ambito della famiglia.

CARLO DELASSO