Regole grammaticali alle ortiche... La rotonda ''Vittime del terrorismo'' grida vendetta Cronaca

Chi apporta un’innovazione la prima volta può essere definito originale, chi invece la ripete scimmiottando a distanza di tempo è in modo più banale un epigono. Negli anni Sessanta la televisione, che allora voleva dire solo Rai, nei lunghi e a volte eterni elenchi di nomi di attori, autori, registi, tecnici eccetera, usava spesso scrivere questi nomi propri con la lettera iniziale minuscola.

Oggi alla rotonda “Vittime del terrorismo” una piccola stravaganza formale scaturita dal cervello estroso di un tecnico grafico in vena di novità a tutti i costi ha preferito farla in barba alle più elementari regole grammaticali, che vogliono per i nomi propri di persona e di cosa l’iniziale maiuscola per distinguerli dai nomi comuni, scrivendo “benevento” con l’iniziale minuscola.

Il celebre linguista Aldo Gabrielli, nonno per parte materna delle sorelle Pivetti, Veronica, attrice, e Irene, già presidente della Camera dei deputati, così si espresse al riguardo: «Molti mi chiedono se non sia un errore. Certo che è un errore. Se c’è una parte della grammatica dove tutti si sono messi da secoli d’accordo è proprio questa che concerne l’iniziale dei nomi propri, e non solo di persona ma anche di cosa, che si scrivono con l’iniziale maiuscola. Non quindi “alessandro manzoni”, non “milano” come la televisione mostra sovente di preferire».

Già allora Aldo Gabrielli, autore tra l’altro di un popolare vocabolario della lingua italiana, ammoniva a non trasferire questo vezzo sullo schermo televisivo, e con un’insistenza che sembrava ormai rasentare la norma, potendo rappresentare un’imprudenza grave ai danni dei meno avveduti, non solo, ma anche di chi più facilmente soggiaceva alla suggestione del nuovo e dello strambo.

Mai parole furono più profetiche, infatti quest’uso della minuscola nei nomi propri si è sempre più trasferito dallo schermo televisivo, ma anche cinematografico, sulla normale carta stampata, come ci capita sempre più spesso di vedere sulle carte intestate, sui biglietti di visita, sui manifesti e perfino sulle copertine dei libri.

«Mi spiace - concludeva l’insigne linguista Gabrielli - di dovere con tanta frequenza muovere appunti alla nostra televisione, per tanti aspetti meritevole di caldissimi elogi. Ma i nostri dirigenti televisivi devono rendersi sempre conto della potenza espressiva del mezzo di cui dispongono, e vigilarsi costantemente anche in quelle che possono considerarsi minuzie, come appunto una piccola iniziale minuscola puramente cervellotica messa al posto di una ragionevole tradizionale iniziale maiuscola».

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it