Youtube ha compiuto vent'anni Cronaca

Youtube ha compiuto vent’anni. Il più celebre sito di filmati autoprodotti è nato infatti il 14 febbraio 2005 ad opera di Chad Hurley, Jawed Karim e Steve Chen, tre programmatori che in passato avevano lavorato per la piattaforma di pagamenti digitali Paypal e che un anno e mezzo dopo, nell’ottobre 2006, avrebbero venduto la loro creazione a Google per la modica somma di un miliardo e 650 milioni di dollari.

Oggi Youtube è il secondo sito più visitato al mondo, dopo Google, ma per capire pienamente la sua storia bisogna fare un salto nel passato. Quello che per alcuni è un passato recente, ma per molti altri, soprattutto per gran parte degli utenti di Youtube, è un tempo antecedente alla propria data di nascita.

Per farci un’idea di com’era diverso il mondo del 2005, basta ragionare sul nome del sito: il tubo a cui si riferisce la parola “Youtube” altri non è che il tubo catodico, componente fondamentale dei televisori di una volta, ma oggi sconosciuto a chi ha sempre visto la televisione su apparecchi a schermo piatto. L’idea originale dei suoi ideatori era che Youtube fosse una tv fatta in casa, che ognuno poteva riempire con i propri video.

Ma lo Youtube primordiale, visto con gli occhi di vent’anni dopo, ricorderebbe molto TikTok. I primi filmati caricati sul sito erano allora brevi clip della durata di pochi secondi. Non tutti infatti potevano disporre in casa di una connessione veloce; e ricordiamo che i telefoni cellulari del 2005 non erano smart e non navigavano in rete.

Di lì a poco però la connessione ad alta velocità si sarebbe diffusa rapidamente, consentendo a chi la possedeva di guardare filmati in streaming senza dover sopportare lunghe attese. Prima dell’ADSL infatti il concetto di streaming era inesistente: i filmati potevano solamente essere scaricati sul proprio pc, con tempi d’attesa biblici. Un video casalingo di un matrimonio, della durata anche solo di mezzora (ovviamente in bassa definizione) richiedeva parecchie ore per poter essere completamente scaricato, persino in formato compresso.

La banda larga e poi la fibra sono state la fortuna di Youtube, che oggi vale quasi cento volte la somma pagata nel 2006 da Google per acquistarlo. La natura originaria di tv fai da te in parte è rimasta: si calcola che tuttora nel mondo gli utenti di Youtube siano due miliardi e mezzo. Solo una parte di questi, però, usa il sito per pubblicare video, la stragrande maggioranza si accontenta di guardare i filmati altrui. La piattaforma ospita eventi in streaming, è utilizzata dalle major cinematografiche e televisive per reclamizzare film, serial e programmi televisivi, ma il cuore pulsante, ciò che la rende diversa dai servizi di streaming, gratuiti o a pagamento, è la comunità dei content creator, i creatori di contenuti, quelli che sono comunemente noti come youtuber.

Quello dello youtuber non è soltanto un hobby. O almeno, non lo è per alcuni: da quando Youtube ha inserito le inserzioni pubblicitarie nei suoi video, chi pubblica i filmati può monetizzare il suo lavoro, ossia può guadagnare in base al numero delle visualizzazioni (quante persone hanno guardato un video). È notizia di pochi giorni fa che gli youtuber, al pari degli influencer che utilizzano altre piattaforme, hanno ora per legge la possibilità di versare i contributi fiscali per poter in futuro ottenere la pensione per il lavoro svolto.

Chissà, forse i pensionati di domani non si limiteranno a trascorrere le loro giornate fissando i cantieri: li filmeranno e poi pubblicheranno i filmati su Youtube.

CARLO DELASSO