Arbore e la sua orchestra non delude le attese dei suoi fans Cultura

I giornalisti e le persone munite di invito gratuito accedano dai varchi, i controlli sono minuziosi, dalla misurazione della temperatura ai posti assegnati per ottemperare le norme vigenti anticovid. Pochi i posti lasciati vuoti, una coppia neanche a metà concerto lascia Piazza Castello, sebbene gli inviti fossero nominativi tuttavia sarebbe necessario avvisare anzitempo le defezioni, al fine di garantire a chi è rimasto fuori la partecipazione di uno storico evento. Alcuni prendono gli inviti ma non bisogna sempre regalare i gioielli a coloro che non ne riconoscono il loro valore inestimabile. Una signora porta anche la sua bambina nel passeggino, che ascolta felice i ritmi e le sonorità dell’Orchestra Italiana, costituita da 15 musicisti di talento, definiti dallo showman foggiano “all stars”. Intorno alle 21.20, comincia il concerto con “Reginella”, sullo schermo la voce del Maestro Roberto Murolo, poi l’Orchestra Italiana in un duetto particolare ed emozionante riscalda il pubblico in mascherina. Arbore dice:”Murolo è stato l’ispiratore dell’Orchestra Italiana, ha antologizzato la canzone napoletana”. A seguire “O Sarracino”, di Renato Carosone con gli arrangiamenti arabeggianti, a conclusione del brano Renzo Arbore saluta, ed evidenzia la prossima canzone la conoscete tutti. Viene eseguita Chella llà (That One There), una versione cantry-western, la scaletta prosegue con “Guaglione”, fantastico l’assolo alle percussioni di Peppe Sannino, “Voce e notte”, preceduto da un meraviglioso arpeggio di chitarra di Michele Montefusco, interpretato mirabilmente da Barbara Bonaiuto. Un brano strumentale esalta i mandolini di Salvatore Esposito, Salvatore della Vecchia e Nunzio Reina, con le loro note struggenti hanno calamitato il pubblico. Il mandolino è lo strumento della tradizione partenopea, riscoperto dal Maestro Arbore, rivalutato nel terzo millennio e cattedra nei conservatori. Non è mancato un altro brano conosciuto nel mondo “Dicitencello vuje”, scritto da Rodolfo Falvo, solista Gianni Conte. “Malafemmena” è stato tributato all’immenso ed ineguagliabile Totó, Arbone alle tastiere con il Quartetto Swing ha proposto “Piove”, noto come Ciao, ciao, bambina, di Domenico Modugno, “Mamma, mi piace il ritmo” di Natalino Otto. Nel repertorio ancora “Sti blu jeans nun se ponno sfilà” “Aumm, aumm”, “Eyerbyboody’s Talking” (“O surdato ‘nnammurato”), l’inizio è cantato in inglese poi in napoletano. Nel finale lo spazio alle famose sigle televisive “Ma la notte no”, “Vengo dopo il tiggi”, “Si, la vita è tutto un quiz”, “Luna rossa” e Cacao meravigliao”. Nel corso dello spettacolo ad Arbore, “ambasciatore” della musica e della cultura italiana nel mondo, è stato assegnato il Premio Ugo Gregoretti, in platea la moglie Fausta Capece Minutolo, ha consegnato il riconoscimento al poliedrico artista il figlio Pippo, sul palco il sindaco Clemente Mastella ed il direttore artistico Renato Giordano. Lo showman ringrazia per il prestigioso riconoscimento, sottolineando la grandezza di Ugo Gregoretti, che con un altro modo di fare televisione, non convenzionale, ha aperto la strada a qualcosa di nuovo con i suoi programmi di spessore culturale, una finestra sul mondo con un linguaggio desueto. Ugo Gregoretti è stato il direttore artistico di Città Spettacolo, stagliandola in orizzonti incommensurabili che ancora oggi se ne avverte il respiro culturale con le sue mille sfaccettature, anche nella 41esima edizione, denominata:”Lontano da Nessuno”. Nell’Orchestra Italiana le voci splendide di Gianni Conte e di Barbara Bonaiuto, quella ironica di Mariano Ciano. I virtuosismi ritmici e la vocalità peculiare di Giovanni Imparato. L’Orchestra è formata da Massimo Volpe (pianoforte), Gianluca Pica (fisarmonica e piano), Michele Montefusco, Paolo Termini e Nicola Cantatore (chitarre), Peppe Sannino (percussioni), Roberto Ciscognetti (batteria), Massino Cecchetti (basso), Salvatore Esposito, Salvatore della Vecchia e Nunzio Reina (mandolini).

Nicola Mastrocinque 

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