Con ''Il barbiere di Siviglia'' torna la grande lirica a Benevento Cultura
Al Teatro Comunale “Vittorio Emmanuele” di Benevento”, ritorna protagonista la grande lirica con la celebre opera buffa, in due atti “Il barbiere di Siviglia”, musicata dal pesarese Gioacchino Rossini, tratta dal libretto di Cesare Sterbini.
Alle 19.46, il Maestro Marco Alibrando sale sul podio, nella buca l’Orchestra Filarmonica di Benevento (OFB), disposta tra il proscenio e la platea. Al termine dell’ouverture un effetto nebbia appare sul palcoscenico, che sale verso l’alto, si riapre la tela, la scenografia rimanda alla città di Siviglia, ambientata intorno al 1170.
Nella città andalusa il conte di Almaviva ha perso la testa per la bella Rosina, ma la loro storia d’amore è osteggiata dal suo tutore don Bartolo, anch’egli un suo pretendente, che desidera portarla all’altare. Il nobile è ossessionato dalla gelosia e la fanciulla viene reclusa nella sua abitazione. Per incontrare Rosina il conte è aiutato dall’astuto Figaro, un barbiere e factotum della città, che gli suggerisce la strategia da perseguire, al fine di riuscire nell’intento. Don Basilio, il maestro di musica dell’affascinante Rosina, comunica a don Bartolo la presenza a Siviglia del conte di Almaviva. Per mettere in cattiva luce lo spasimante di Rosina si inventa una calunnia don Basilio, paragonata all’aria dell’opera ad: “Un venticello/ un’auretta assai gentile che insensibile/ sottile/, leggermente/ dolcemente/ incomincia a sussurar/”.
Ma il piano predisposto per convolare a nozze con Rosina fallisce al momento topico, allorquando il conte finalmente entra in casa prima travestito da soldato e successivamente da maestro di musica, mandato da don Basilio. Il barbiere di qualità, aiuta i due innamorati, dopo innumerevoli vicissitudini, a coronare il sogno d’amore, mettendo all’angolo don Bartolo.
Il M° Alibrando dal podio ha una perfetta visione dell’azione scenica, dirige l’OFB impeccabilmente. Gli strumenti sono eccezionali, accanto al palco sulla sinistra il clavicembalo, suonato magnificamente da Carla D’Onofrio. La regia è di Sergio Vitale, le scene ed i costumi sono di Luca De Lorenzo, realizzati da Arte Scenica di Stefano Giaroli. Il Maestro del coro è Luciano Branno, il light designer Andrea Tocchio, tecnico delle luci Simone Matarazzo. L’aiuto regista Maya Martini, la sua assistente Francesca Mazzilli, la sarta di scena Maria Rosa Catalano, trucco e parrucco Antonio Lopopolo, Georgia de Conno, I maestri collaboratori Fabio Centanni, Simone Matarazzo.
Il 12 e il 14 maggio gli interpreti sono stati: Figaro (Alfonso Michele Ciulla, Rosina (Angela Schisano), il conte di Almaviva (Eder Sandoval Guevara), don Basilio (Carlo Feola), Berta (Enrica Musta), Fiorello (Luca De Lorenzo), la replica del 13 maggio sulla scena, invece, Figaro (Francesco Aurumma), Rosina (Federica Foresta), il conte di Almaviva (Francesco Tuppo), don Bartolo (Hazar Mursitpinar), don Basilio (Nicola Cancio), Berta (Carmen Aurora Bocale), Fiorello (Luca De Lorenzo).
Nel primo coro Cortesi hanno calcato la scena: Domenico Di Palma, Alessandro Ebreo, Ferrante Gianluca, Vincenzo Mammala, Sapienza Marco, Luca Vignozzi, Xiang Wu Hong, Andrea Bruno, Antonio Giocoli, Marco Marino, Vito Telesca. L’opera di Rossini é stata particolarmente apprezzata dal folto pubblico, a conclusione della rappresentazione prolungati applausi hanno tributato agli artisti, al Maestro Alibrando, messinese, classe 1987, alla sensazionale OFB, la cui notorietà è diffusa in ogni dove della nostra Penisola.
Nicola Mastrocinque