Fuori di zucca... Halloween all'ultimo morso Cultura

Neppure Benevento ‘città di streghe’ ha una data unica dedicata alle megere svolazzanti sulla scopa, a conferma che la donna è mobile. Della onnipresenza aerea ciascuna stregasi è finora approfittata per eliminare concorrenti sprovveduti, come i polli spennati e cacciati via a scopate nell’umoristico Capriccio ottocentesco di Francisco Goya.

Ma la festa sembra finita per intervento delle anime sante o dannate che hanno deciso di tornare sulla terra in data fissa, il 31 ottobre vigilia di Ognissanti.

Anche nel capoluogo sannita accade Halloween come in tutto il mondo tra ironie ed empatie di spettacoli teatrali, mostre d’arte, musica, movida notturna. ‘Panem et circenses’ per l’eternità.

C’è rimasta male la strega, è sparita? Rimproverandole di non aver saputo accontentare i suoi fedeli, qualche artista le ha addirittura spaccato la testa irta di serpenti, evocando la decapitazione che Perseo affibbiò alla Medusa nel mito arcaico (foto).Ma per i beneventani la strega è mistero incarnato: nata con l’uomo con lui finirà, abita sulle rive del Sabato e non smetterà mai di gironzolare dove le pare. Benevento continua insomma a respirare in autunno aria di streghe, aggiungendo il condimento di mostruosità e fantasmi provenienti dall’aldilà. Per non sentirsi estranea al mondo in attesa spasmodica di Halloween.

Non è una americanata la sceneggiata di Halloween. Visto che è stata la cultura contadina britannica ad esportarla oltreoceano un paio di secoli fa, c’è tutta la disponibilità europea nell’accogliere il suo ritorno, anche nel mondo agreste italico dove in questa stagione si fa il conto dei ricavi dal terreno lavorato. Per la ricorrenza è stata adottata come simbolo la zucca, i cui fiori, prodighi in estate di profumi e sapori nelle cucine non solo di campagna, sono maturati in zucche a palloncino tra giallo e arancio. I vivi le fanno offrire ai morti dai bambini tra mille golosità, idea geniale catturata subito dall’industria dolciaria e di abbigliamento che si affida alle fantasie più sfrenate.

In altre epoche ci si accontentava di castagne, mandorle, noci fresche e fichi secchi, oggi i bambini di ultima generazione sono pronti a trasformare le zucche rotonde in crani scheletrici spaventosi, a indossarle come caschi di armature medievali portando in giro qualche ‘pensierino’ tra le mani: dolcetto o scherzetto”, prendi questo e dammi in cambio il meglio che hai, altrimenti nemmeno immagini che scherzo ti potrei fare. Nessuno osa dire che tanta generosità include sottintesi maligni. Omertà totale ovunque, non rispettata soltanto da un artista - un pentito? - autore di una minuscola vignetta passata inosservata nonostante la sua inedita minaccia aumentata: “o la borsa o…il malocchio. Vivere col malocchio addosso è assai peggio che morire.

Per Halloween fino al prossimo 6 novembre è in corso nella Mostra d’Oltremare a Napoli una iniziativa di…‘cremazioni artistiche’, pasticcini da decorare con creme variopinte e portare a casa. Ingoiati però all’istante. Conviene trascorrervi qualche serata in nome di una cultura a… tutto tondo. Il suo titolo Fuori di zucca, richiamo ai fiori impanati e fritti, cavalca la notorietà internazionale dei versi dei Måneskin Sono fuori di testa ma diverso da loro e tu sei fuori di testa ma diversa da loro. Siamo fuori di testa…”. I pensatori maniaci vanno infatti lì a perdere la testa tra i sinonimi testa=zucca, zucca=capatosta.

I bambini vi accorrono invece per sprofondarsi nelle montagne di paglia a cercar zucche modellabili sotto la guida di ‘educatori’ ispirati da disegni deliziosi. I genitori, mai in trepida attesa per il conforto di chef stellati che imboccano le loro specialità, sopportano pazientemente la prigionia in un affollato spazio ‘cook and food’, cotto e mangiato.

ELIO GALASSO