Ivana Lotito attratta dalla recitazione Cultura

Ivana Lotito, classe 1983, nata a Manfredonia, trascorre la sua infanzia a Corato (BA), dove frequenta i corsi d teatro. Conclusi gli studi liceali, nella capitale d’Italia si iscrive al Centro Sperimentale. Approda alla settima arte nel film “A volte verso sera” di Dario Barbani (2006), prosegue il suo percorso cinematografico con “Hotel Meina” di Carlo Lizzani (2007), figura nel cast “Terra ribelle” di Cinzia TH Torrini (2010). Ha girato “Il grande spirito” di Sergio Rubini (2019), “Rosa Pietra Stella”, di Marcello Sannino (2020). Interpreta il ruolo di Angela, fidanzata di Checco Zalone, nel film, “Cado dalle nuvole” di Gennaro Nunziante (2009). In teatro ha recitato “Otello”, diretta da Giancarlo Sepe, mentre per la regia Claudio Boccaccini ha rappresentato:”Le belle notti”, “Anja”, “Come un cane sulla tuscolana”, tratto da un testo di Pier Paolo Pasolini, “La cerimonia” di G. Manfredi”, “Storie metropolitane”, di D. Rossi, “Barricate” di G. Rossi. Dal 2016 é stata scelta nel cast di “Gomorra-La serie”, dalla seconda stagione, interpretando Azzurra, figlia del boss Giuseppe Avitabile, coniugata con Genny Savastano (Salvatore Esposito). Nei Giardini della Rocca dei Rettori in una splendida serata estiva: “Tra Gomorra e Romulus, Storie di successi”, Ivana ha intrattenuto il pubblico, raccontando la sua carriera e le varie tappe nel mondo artistico.

In “Rosa Pietra Stella” hai recitato il ruolo di una donna che rifiuta la maternità. Perché hai scelto di interpretare Carmela?

Perchè é una storia, atipica nel senso che ispira, una donna realmente esistita, una donna che vive tuttora e quindi ho provato a fare un lavoro di emulazione, di studio di questo personaggio. Un personaggio che ha molte contraddizioni, quindi questo mi ha ispirato, per capire meglio la complessità, è una donna alla ricerca di un’identità quindi mi faceva piacere imitare un personaggio scomposto, sconnesso, da costruire è stata una bella sfida.

Sei stata nella giuria al Figari Festival Film, la manifestazione di cortometraggi ad Olbia, dal 19 al 24 giugno 2021, nella sezione dedicata a film inerente la tematica femminile. Quali ti hanno maggiormente impressionato?

Quello che abbiamo poi giudicato il migliore, era un cortometraggio peruviano. Parlava della storia di una ragazza madre di 17 anni, che deve crescere il suo figlio da sola, perché il suo compagno fondamentalmente è un malvivente, nonostante questo lei va alla ricerca di questo ragazzo, sempre, sempre, sempre. Questo denuncia diciamo una dipendenza affettiva delle giovanissime donne, che non sanno, invece, di potersela cavarla tranquillamente da sole, della solitudine delle donne, ma anche della loro incapacità di bastare a se stesse e quindi arriva come un vero schiaffo in faccia. Io spero che possa essere da stimolo a tutte quante le ragazze quantomeno si approcciano al cinema e all’arte del cortometraggio.

NICOLA MASTROCINQUE

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