La sventura dell'avvocato Buonaventura. La formula esecutiva telematica Cultura
Qui comincia la sventura dell’avvocato Buonaventura
che nel piccol tribunale della sua bel città natia
volle chieder con urgenza la formula esecutiva
del decreto notificato ormai passato in giudicato.
Con giustizia telematica più veloce della luce
sarà gioco da ragazzi ottener in un baleno
il provvedimento tanto ameno
per poterlo poi azionare qual diritto da esecutare.
Ma con sommo dispiacere il legale sconcertato
vede sempre aumentare il ritardo inusitato
come pericolo imminente di perder l’agognato suo cliente.
Perché la sacral formula non arriva?
Perché la casella deputata resta vuota e desolata?
Quale è il mistero da svelare?
La risposta è sconcertante,
e quindi ancora più angosciante.
Non vi è firma digitale del funzionario incaricato,
egli è a casa parcheggiato con lavoro da lontano,
quello che con parola saccheggiata ai figli di Albione
chiaman in english smart working,
ma che come ben sappiamo è una grande fregatura
e in italiano si traduce in una sorta di iattura.
Con il Covid imperante non c’è più alcuna visione
della giustizia beneventana che oramai, stanca e sorniona,
è caduta in confusione in una ... lenta lavorazione.
Qui finisce la sventura dell’avvocato Buonaventura
che, con sommo dispiacere, si ritrova a ricordare
il bel tempo ormai passato in cui la formula esecutiva richiedeva in cancelleria
e poteva ritirare trascorsa sol una settimana,
cosa bella, alquanto strana ed assai, assai lontana.