Nel Sannio un palazzo appartenuto a Federico II di Svevia Cultura

Appena fuori Benevento ci sono dei luoghi ameni che non sono vittima di un turismo di massa, ma che per ricchezza storica e bellezza culturale e ambientale meritano di essere conosciuti.

È il caso del cosiddetto Casino del Principe, splendida struttura duecentesca immersa nel verde della frazione Cubante, nel territorio di Calvi, sul crinale che separa il Sannio dall’Irpinia. Di fronte si vede Montefusco, alto sulla sua montagna a guardia dell’intera vallata. Proseguendo, è dato di incontrare, svoltando appena un paio di curve, la contrada Dentecane, e magari fare scorta dei rinomati torroni locali, per poi immettersi nel raddoppio che, costeggiando l’uscita a Castel del Lago, reimmette a Benevento città.

Il Casino è posizionato in modo tale che sia semplicissimo anche raggiungere il Castello di Apice, e così effettuare un tour si sicuro interesse, che magari andrebbe contemplato nei pacchetti turistici delle nostre agenzie. È un’idea.

Una passeggiata che vale la pena fare, non solo per la vicinanza e la facilità nel raggiungere questo luogo, ma anche per la visione paradisiaca che vi si aprirà davanti agli occhi e la possibilità di soddisfare il palato sostando nell’agriturismo che dal lontano 1999 ha sede in un’ala del castello. Parliamo con la gentile Annalisa, figlia dei proprietari della struttura, la quale ci informa che, allo stato attuale, i proprietari di questa immensa struttura, che Federico II adoperò come residenza di caccia, sono quattro, uno dei quali è il Comune di Calvi (che ha rilevato anche la quota di uno dei privati che ne detenevano una quota in precedenza), mentre i privati non vi abitano.

Tra burocrazia e difficoltà varie, non ultime quelle imponenti di restauro e mantenimento, l’agriturismo, ottimamente curato e arredato (i titolari sono entrambi diplomati all’Accademia delle Belle Arti, mentre la giovane Annalisa ha frequentato l’alberghiero e si dedica con passione alla cucina). Piscina, gazebo, piante ornate in maniera nuova e inaspettata e tanti piccoli particolari di buon gusto, vi introducono in un’atmosfera d’altri tempi. Ogni anno i proprietari della struttura partecipano alla campagna FAI sui “Luoghi del Cuore”, nella speranza di attingere finanziamenti o avere altre forme di aiuto per preservare questo patrimonio millenario. Ma, a quanto pare, la cosa finora non ha avuto un gran riscontro.

L’unica nota stonata in tanta bellezza è quella piccola struttura tufacea che è posizionata proprio all’ingresso del Casino (che, precisiamo, non è dei proprietari dell’agriturismo) e che andrebbe quanto meno rimossa e allocata altrove.

Il sole splende sulle immense vallate circostanti e le strade larghe e sicure si prestano anche per amene passeggiate a piedi o in bicicletta.

Questa immensa residenza è stata per la prima volta oggetto di studi sistematici da parte dell’indimenticato Mons. Laureato Maio, già direttore della Biblioteca Capitolare di Benevento, uomo di profonda cultura, che vi dedicò uno studio prima nel 1982 e poi nel 1996 (Un ignorato palazzo di Federico II in territorio beneventano, in Rivista Storica del Sannio, vol. 6, Benevento, 1996, pp. 25-32), dopo avere scoperto questa storia nei documenti segreti del Vaticano. Fino a quel momento la memoria del grande imperatore svevo si era solo tramandata oralmente. In effetti, come don Laureato appurò, il Castello fu fatto erigere da Federico II in oltraggio a Papa Gregorio IX, con il quale era in conflitto. Infatti dalla documentazione emerge che la Chiesa di Santa Sofia era in possesso di tutto il Cubante, eccetto il palazzo dell’imperatore.

Dopo successivi passaggi di proprietà, nel 1500 il palazzo passò alla famiglia Spinelli, che lo tenne per circa tre secoli. La proprietà, in seguito, fu ulteriormente frazionata fino a che, nel 1989, il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali lo riconobbe di “interesse particolarmente importante”.

Il Palazzo oggi è sotto il vincolo della Soprintendenza.

Il punto panoramico e la vicinanza ai corsi d’acqua sono in linea con le scelte che Federico II attuava quando faceva costruire questo genere di manieri.

LUCIA GANGALE

Foto di Lucia Gangale per Realtà Sannita ©

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