Straordinario Quintetto di fiati Berliner Philharmoniker Cultura

Nella consueta cornice dell’Auditorium San Vittorino si è esibito magistralmente il Quintetto di fiati dei “Berliner Philharmoniker”, costituito da: Yasuko Fuchs, al flauto; Dominik Wollenweber, all’oboe, definito da Claudio Abbado “il miglior oboista di tutti i tempi”, coi Berliner Philharmoniker sin dal 1993; Barbara Kehrig, al fagotto; Laszlo Gal, al corno; ed al clarinetto, a sostituire il “titolare” Wenzel Fuchs, impedito a suonare a causa di un lieve infortunio, Lorenzo Dainelli, valentissimo talento italiano, eccelso strumentista della Karajan Academy dei Berliner Philharmoniker.

Il pubblico è ammaliato dai suoni diffusi dagli strumenti a fiato, dagli incredibili virtuosismi degli artisti, capaci di calamitare i presenti con partiture di celebri compositori, non certamente facili da eseguire. Prima del concerto, un breve indirizzo di saluto è stato rivolto da Maria Buonaguro, presidente Amici Accademia, che ha lasciato uno spazio più ampio, al direttore artistico Marcella Parziale, per presentare l’evento di portata internazionale.

A seguire la profonda riflessione di Gaetano Natullo, professore ordinario di Diritto del lavoro al corso di laurea in Giurisprudenza e Direttore Dipartimento DEMM - Università del Sannio, dal titolo “Il lavoro (smart) nobilita l’uomo?”. Sebbene in tempi ristretti il docente è stato davvero illuminante, per aver esplicitato il tema di scottante attualità in momento storico, segnato dalla mancanza di lavoro, dall’assenza dei diritti, dalla precarietà che nella normalità dei processi produttivi e delle elaborazioni culturali, impone un’inversione di tendenza.

L’ensemble eccellente, perfetta nelle esecuzioni in scaletta ha esordito con la partitura del compositore, vioncellista e direttore d’orchestra tedesco, Franz Danzi (1763-1826). Egli é l’autore di Quintett B Dur op. 56 Nr. 1, del 1821, in quattro movimenti, allegretto, andante con moto, menuetto allegretto ed allegretto, i fiati emettono le note briose del Barocco, sviluppatosi nel tardo rinascimento.

Il fantastico quintetto si cimenta con Paul Hindemith (1895-1963), violista, uno dei mostri sacri della musica contemporanea. La composizione “Kleine Kammermusik” op.24 Nr. 2, del 1922, nei cinque sorprendenti movimenti, ci immerge agli inizi del ‘900, prima dello scoppio della Grande Guerra.

I virtuosi Maestri suonano Josef Haydn (1732-1809), tra i più grandi esponenti del classicismo viennese, padre della sinfonia nonché autore di 104 sinfonie, 47 divertimenti, 68 quartetti per archi, più di 50 concerti per diversi strumenti e orchestra e 52 sonate per tastiera. Essi eseguono il Divertimento Nr. 1B flat Major “St Antoni”, in quattro movimenti.

Il concerto prosegue con Jaques Ibert (1890-1962) compositore eclettico, al suo attivo uno sterminato repertorio di opere vocali e strumentali, di balletti, di musiche per teatro, di cinema e per la radio. Le note di Ibert, nella composizione “Trois Pieces Breves”, scritti per la musica di scena, in tre movimenti esprimono la bellezza incredibile, paragonabile alle tele dipinte dai pittori impressionisti.

Il concerto si conclude con August Klughardt (1847-1902), pianista e direttore d’orchestra, autore di “Wind Quintet” (quintetto di fiati) op.79, risalente al 1898, in quattro suggestivi movimenti. Gli scroscianti applausi di lunga durata, sono il tributo ad un quintetto di chiara fama mondiale, che rientra dal camerino e concede il bis alla platea, di Jacques Ibert, riproponendo “Trois Piecies Breves”.

Nicola Mastrocinque