Agricoltura: quando l'innovazione aiuta la tradizione. Potatura meccanizzata alla Agrisemi Minicozzi Economia

Venerdi 8 aprile 2022 si è svolta a Benevento la prima giornata dimostrativa sulla potatura meccanizzata degli impianti di olivo gestiti in alta densità.

L’evento è stato organizzato e ospitato dalla “Agrisemi Minicozzi Società Agricola A.r.l.”, azienda beneventana leader nella commercializzazione di cereali a livello nazionale e internazionale nonché partner delle più grandi industrie multinazionali del settore.

Dal 2016 l’Azienda Minicozzi ha voluto ampliare e diversificare il suo core business investendo in agricoltura e puntando su nuove tecnologie in grado di rendere particolarmente efficiente e redditizia l’antica arte della coltivazione della terra.

Le loro ambizioni hanno come obbiettivo quello di rivalutare ed intensificazione il comparto olivicolo che ormai da svariati anni ha perso quota di mercato sia sul territorio campano sia su quello nazionale.

Ad oggi possiede oltre 30 ettari di superficie destinata alla coltivazione dell’olivo in alta densità, utilizzando diverse cultivar in grado di garantire e soddisfare le differenti esigenze del mercato.

Per il raggiungimento del loro scopo si sono affidati all’esperienza trentennale della società vivaistica spagnola “Agromillora” che dal 1986 ha messo a punto nuove tecnologie gestionali degli impianti arborei, meglio conosciuti come “impianti ad alta densità”.

Dal 2019 “Agrisemi Minicozzi Società Agricola A.r.l.” ha inoltre assunto il ruolo di responsabile tecnico/commerciale per il territorio campano per conto della stessa “Agromillora”.

A coadiuvarli nella gestione tecnica degli impianti ci sono gli agronomi della società di consulenza “Agrimeca Grape and Fruit Consulting s.r.l.” con sede in Turi (BA) che da decenni gestiscono oltre 10.000 ettari tra oliveti, frutteti e vitigni da tavola e da vino sia in Italia che in diversi paesi del mondo.

Abbiamo intervistato Antonio Minicozzi, fondatore, insieme ai suoi fratelli, della “Agrisemi Minicozzi S.r.l.” e della “ Agrisemi Minicozzi Società Agricola A.r.l.” insieme al figlio Matteo e ai nipoti Vincenzo e Michele, prima realtà in Campania ad aver sposato questa nuova tipologia di coltura degli alberi di olivo. Gli abbiamo fatto alcune domande per conoscere meglio questa rivoluzionaria tipologia di gestione che sta destando particolare interesse nel mondo

Cosa è “l’alta densità”?

L’alta densità è una tipologia innovativa di gestione degli impianti arborei, in questo caso oliveti, che prevede la coltivazione di 1.700/3.000 alberi per ettaro. Questa forma di coltura ha come obbiettivi l’ efficientamento produttivo, la riduzione dei costi di gestione, la riduzione di mano d’opera e quindi la meccanizzazione delle diverse pratiche colturali , il tutto con il fine di rendere la coltura quanto più redditizia possibile.

In Campania non è particolarmente diffusa ma sta comunque destando interesse, come mai?

Seguendo il nostro esempio di pionieri e analizzando i risultati che stiamo ottenendo a soli quattro anni dalla messa a dimora delle piante, aziende agricole hanno iniziato a convertire i loro terreni a questa tipologia di coltura coprendo oltre 200 ettari di superficie su tutto il territorio della Campania. Numeri decisamente piccoli rispetto al resto delle regioni italiane ma comunque in costante aumento. Oggi, infatti, anche grazie al ruolo che ricopriamo di referenti e responsabili commerciali dell’azienda e grazie al supporto tecnico ricevuto dalla società di consulenza “Agrimeca”, stiamo divulgando questo tipo di coltura nel nostro territorio facendo conoscere tutti i vantaggi che si traggono e, modestamente, i risultati stiamo iniziando a vederli.

Quali sono i vantaggi e perché un imprenditore dovrebbe investire su queste tecnologie?

Rispondo a questa domanda con un pizzico di ironia, ricordando come si mieteva il grano diversi anni fa, quando lo si lavorava a mano, utilizzando numerose risorse economiche e di manovalanza, impiegando giorni per completare l’opera. Oggi invece, una sola persona con l’ausilio della mietitrebbia riesce a mietere svariati ettari in un solo giorno. Questo cambiamento, per fortuna, possiamo viverlo anche sulla gestione degli oliveti grazie ai macchinari che ci aiutano nello svolgimento delle pratiche colturali. Tutto questo si traduce, ovviamente, in una maggiore efficienza che automaticamente si ripercuote sulla redditività della propria azienda agricola.

Quali sono le pratiche colturali che possono essere meccanizzate?

Praticamente tutte. Le più rilevanti sono la potatura e la raccolta in quanto negli impianti tradizionali sono le attività economicamente più dispendiose e che richiedono molta mano d’opera e tempo. La giornata dimostrativa organizzata oggi ha lo scopo di far conoscere all’agricoltore come si è evoluta questa pratica colturale che perfettamente si adatta alla tipologia di pianta coltivata. In queste condizioni, il tempo necessario per la potatura completa di un ettaro di oliveto è di circa 2 ore e richiede un solo operatore specializzato che la effettua.

Per quanto alla raccolta, anche qui la tecnologia ci viene in aiuto. Infatti, come vedremo nella giornata dimostrativa che organizzeremo nel prossimo mese di ottobre, l’ausilio della macchina raccoglitrice va a velocizzare ed economizzare il lavoro, garantendo tracciabilità e alta qualità al consumatore.

E’ ovvio che con questa tipologia di impianti, l’efficienza, la velocità, la semplicità di gestione e il poco dispendio di denaro le si riscontrano anche sulle altre pratiche colturali che si effettuano sull’oliveto, come ad esempio le concimazioni, il contenimento delle erbe infestanti e i trattamenti fitosanitari e altro.

La Campania non è una regione particolarmente vocata alla coltivazione dell’olivo, con questi impianti potrebbe scoprire una coltura alternativa?

Storicamente la Campania ha investito molte delle sue aree alla coltivazione del nocciolo, del noce, di ortaggi e di drupacee, per questo l’olivicoltura non ha mai avuto un ruolo da protagonista sul nostro territorio. In più, è bene sottolineare che la morfologia del territorio campano, con le criticità e difficoltà legate alla presenza di montagne e colline oltre a climi non sempre favorevoli alla coltivazione dell’olivo hanno orientato le scelte imprenditoriali verso altre colture.

Oggi però stiamo assistendo ad un cambio culturale verso un’agricoltura più specializzata che porta a profonde modifiche colturali, dettate dalle necessità oggettive che purtroppo stanno influenzando notevolmente tutto il comparto agricolo, su tutte l’aumento dei costi, la scarsa reperibilità di mano d’opera e i cambiamenti climatici. Il nostro scopo diventa quello di proporre, chiaramente nelle aree a maggior vocazione, una valida alternativa, in grado di soddisfare le esigenze dell’agricoltore. E’ bene sottolineare però che, viste le caratteristiche pedoclimatiche, oltre all’olivo abbiamo la possibilità di fornire al mercato anche altre tipologie di colture, in alcuni casi più consone alla vocazione territoriale, quali mandorlo, nocciolo, drupacee e agrumi sempre gestite in alta densità cosi come descritto per l’olivo.

La condizione socioeconomica che stiamo vivendo, soprattutto nell’ultimo periodo, ha ulteriormente danneggiato il comparto produttivo agricolo che già da tempo arrancava nella crescita. Vediamo che la tecnologia, così come in altri settori produttivi, anche in agricoltura sta facendo passi da gigante per poter soddisfare le richieste sempre più esigenti degli agricoltori. Oggi a Benevento abbiamo assistito ad una nuova realtà nella coltivazione dell’olivo che potrebbe realmente risvegliare l’interesse nel rivalutare l’antica arte contadina abbinata alla modernità.