Così stiamo fermando la fuga dei giovani Economia

“Guardare ai giovani del territorio, scoprire i nostri talenti, creare lavoro e attrattive che siano in grado di offrire mere opportunità di crescita”. Con queste parole il presidente di Confindustria Filippo Liverini ha voluto subito sottolineare la grande attenzione che Unindustria pone nei confronti delle tematiche del lavoro giovanile.

Snocciolando dati e statistiche il presidente Liverini ha esposto per primo la problematica, quasi leggesse nel pensiero di noi intervistatori.

Le azioni poste in essere dalla Associazione degli Industriali ci assicura, sono molteplici: tirocini formativi, stage, alternanza Scuola - lavoro, convenzioni tra aziende e Università, ma sicuramente non bastano per ridurre una disoccupazione giovanile così elevata come nella nostra provincia.

Se tutto questo, infatti, aiuta i giovani nel fare esperienze lavorative, queste si riducono molto spesso a semplici stage che servono ad acquisire crediti scolastici e universitari. Di certo la “colpa” non può ricadere solo sulle aziende, ma ad una serie di fattori. “Prima di tutto ad una crisi economica che da tempo attanaglia il nostro Paese, a delle politiche economiche sbagliate e ad una tassazione tra le più alte d’Europa”.

Orgoglioso dei progetti messi in campo dall’Associazione da lui presieduta non ha mancato di rimarcare quanto sia importante creare contatti tra il mondo della scuola, delle università e quello delle aziende perché “solo così è possibile creare dei veri e propri spin off lavorativi”. In questo modo i giovani hanno la possibilità di interfacciarsi con la realtà lavorativa e gli imprenditori di conoscere i numerosi talenti presenti sul territorio.

Sempre nell’ottica dei progetti Scuola - lavoro, Liverini ha voluto catturare la nostra attenzione, se mai ce ne fosse stato bisogno, ad un’altra iniziativa importantissima. Si tratta di un progetto unico al Sud che pone come obiettivo l’inserimento lavorativo dei disabili. Sono state fatte fino ad ora 14 esperienze con altrettanti ragazzi frequentanti le Scuole Superiori di Secondo grado. Grazie a questi tirocini questi giovani si sono potuti interfacciare con diverse aziende operanti sul nostro territorio.

Il progetto nasce per puntare ad un maggiore inserimento dei disabili nel mondo del lavoro con il solo scopo di far sì che, una volta finito il percorso scolastico, questi ragazzi possano muoversi con più consapevolezza ed autonomia nel mercato del lavoro. Secondo il presidente di Confindustria le aziende ospitanti hanno dato un riscontro tanto positivo da far pensare che alcuni di questi ragazzi potranno essere coinvolti nel processo produttivo.

Ma alle nostre incalzanti domande, su quanto è ancora possibile fare per arginare il fenomeno della cosiddetta fuga dei cervelli, Filippo Liverini, ci risponde con dati alla mano. In uno studio fatto proprio da Confindustria emerge che i giovani che lasciano la nostra città per fuggire altrove sono in diminuzione. Se, infatti, nel 2012 gli emigrati verso altre destinazioni erano 3263 ora l’hanno fatto in 2758. Ma a noi ci viene un dubbio…e se il dato fosse diminuito perché è diminuita la popolazione giovanile? Siamo davvero certi che il fenomeno della fuga dei cervelli sia in diminuzione?

SILVIA RAMPONE

silvia_rampone@hotmail.it

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