Non c'è sviluppo senza le aree interne Economia
Paesaggio e sostenibilità, giovani e tecnologie, energie e territorio. C’è questo ed altro nel nuovo volume di Carmine Nardone - “Il futuro “dell’osso” tra vecchi e nuovi dualismi” - presentato nella sala Vergineo del Museo Sannio. I temi di fondo sono sostenibilità e paesaggio, ma il libro parla di come salvare le aree interne che negli ultimi anni hanno perso popolazione.
“Presentiamo proposte concrete per trattenere i giovani nella nostra terra, perché sono loro l’energia vitale per il futuro. Dobbiamo realizzare luoghi dove possano esprimere la loro creatività. Viviamo un nuovo mondo, dominato dalle tecnologie. Ma la prima questione da affrontare - sottolinea Nardone - è il divario digitale delle aree interne, perché ci sono case rurali che non sono nemmeno collegate alla telefonia: persone costrette a spostarsi centinaia di metri per trovare un punto dove prende il segnale del telefonino. Dobbiamo avere un rapporto con la realtà, io dico caparbio e affrontare le difficoltà strutturali che abbiamo. E uno di questi divari, è territoriale”.
Se si parla di territorio, non si può non parlare di energie. “L’eolico deve dare maggiori benefici, perché uno dei temi che è stato rimosso in questi anni è la bassa utilità territoriale, sia per compensare gli effetti paesaggistici ma anche per dare un’opportunità competitiva alle aree interne. Avere energia a costo agevolato è un fattore fondamentale per le aree interne. È mancata una programmazione intelligente. Si può fare disseminazione selvaggia o posso fare isole circoscritte, ad alta intensità, in modo da raggiungere il duplice obiettivo di produrre energia e non devastare”.
Energie solare: “Invece di utilizzare terreni agricoli per fare campi fotovoltaici sterminati, immaginate mini impianti sulle tettoie, sulle stalle, sui capannoni delle aziende agricole, le potremmo far diventare autosufficienti dal punto di vista energetico senza devastare e consumare suolo. Dobbiamo far crescere la nostra cultura paesaggistica. Il paesaggio rurale è una risorsa, ma bisogna conoscerlo, studiarlo. Bisogna riscoprire i beni culturali nascosti, valorizzarli, farli apprezzare, farli diventare risorsa. Insomma: non c’è sviluppo sostenibile se non è integrato, non c’è sviluppo sostenibile lasciando indietro le aree interne”.
GIUSEPPE CHIUSOLO