Giornata in ricordo del magistrato Livatino, martire della mafia e Beato della Chiesa Enti

Antonio Di Maria, presidente della Provincia di Benevento, ha partecipato stamani nel plesso scolastico “Rosario Angelo Livatino” dell’Istituto Tecnico Commerciale di Circello ad una giornata in ricordo del magistrato siciliano e Beato della Chiesa, massacrato dalla mafia il 21 settembre 1990 su una strada provinciale dell’agrigentino.

La manifestazione, con il titolo “Livatino, umanità, coerenza, fede”, è stata promossa dal dirigente scolastico Giovanni Marro della sede centrale di Morcone dell’Istituto intitolata ad un altro martire delle mafie, don Peppino Diana.

All’iniziativa hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Circello Gianclaudio Golia, l’assessore comunale all’istruzione di Morcone Giulia Ocone, il procuratore della repubblica Aldo Policastro, la giudice Simonetta Rotili, il provveditore agli Studi Vito Alfonso, l’arcivescovo metropolita di Benevento, monsignor Felice Accrocca. E’, quindi, intervenuto via web anche il cugino del magistrato Vincenzo Gallo.

Di Maria ha definito l’iniziativa «meritoria» per l’Istituto dedicato al martire della mafia già nel 2001 per volontà dell’allora Dirigenza Scolastica e della classe docente locale.

«Il magistrato Livatino - ha detto Di Maria nel suo discorso - si è battuto per la legalità e l’onestà e la sua storia personale di è di quelle che destano profonda ed incondizionato rispetto e, proprio per questo, fu messo a tacere a colpi di pistola dalla mafia. Livatino è un faro per tutta la società civile: il suo rigore morale, la sua voglia di studiare anche discipline che non fossero solo quelle legate alla sua professione; ecco: queste sono le qualità che lo hanno reso degno dell’ammirazione di tutti gli uomini di buona volontà. Ricordarne la figura al termine di un anno scolastico segnato dalla pandemia, consente di apprezzare il primario compito della Scuola: quello, cioè, di formare i giovani coltivando le inclinazioni più nobili dell’animo alla luce dei valori etici e civili più alti, gli unici che possono garantire l’esistenza stessa ed il progresso della società».