Narciso (GAL Alto Tammaro): ''I giovani unica risorsa per la rinascita dei nostri territori'' Enti

Nella nostra piccola provincia, spesso, ci si chiede quanto si investa sul territorio e quante opportunità questo offra. A tal proposito abbiamo posto qualche domanda al presidente del GAL (Gruppo Azione Locale) Alto Tammaro, l’ingegnere Pasquale Narciso, sindaco di Campolattaro, su cui - approfittando del suo tempo - non abbiamo esitato a soffermarci sulla bellissima esperienza del suo Comune.

Presidente ci spieghi cos’è il Gal e la sua funzione sul nostro territorio?

Il Gal è un Gruppo di Azione Locale composto da un partenariato pubblico-privato che riunisce in sé i principali attori dello sviluppo territoriale, nella definizione di una politica concertata. Il Gal Alto Tammaro Terre Dei Tratturi è una società consortile a responsabilità limitata, costituitasi nel 2010, e che oggi rappresenta la forma compiuta di una rete socio-economica di soggetti che insieme aderiscono al Piano di Sviluppo Locale con lo scopo di favorire lo sviluppo endogeno dell’area rurale della valle del Tammaro. Difatti i GAL elaborano il Piano di Azione Locale e gestiscono i contributi finanziari erogati dall'Unione europea e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, il cosiddetto FEASR. Obiettivi precipui del Gal sono l’organizzazione, la promozione e la gestione di attività dirette al miglioramento della qualità della vita e alla valorizzazione delle risorse naturali, culturali e ambientali dei suoi comuni di appartenenza.

Quali comuni vi aderiscono?

Attualmente i Comuni che fanno parte del Gal Alto Tammaro sono: Campolattaro, Casalduni, Castelpagano, Circello, Colle Sannita, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Morcone, Reino, Santa Croce del Sannio e Sassinoro. Dal 2018, inoltre, il Gal Alto Tammaro lavora in ATS con il Gal Titerno per l’attuazione della Strategia di Sviluppo Locale Leader, denominata “Le Vie dell’Acqua nelle Terre della Transumanza”, che coinvolge ben 28 Comuni della Provincia di Benevento (dal capoluogo fino alla fascia pedemontana del Matese).

Perché parliamo soprattutto di aree interne?

Le aree interne sono i territori dei paesi più distanti geograficamente dai servizi essenziali (istruzione, salute, mobilità). Si parla di moltissimi Comuni con forte rischio di spopolamento, soprattutto per i giovani, dove la qualità dell’offerta educativa risulta spesso compromessa. La classificazione delle aree interne è stata introdotta a partire dal 2012 con l’obiettivo di centrare le politiche pubbliche su una tematica spesso dimenticata. Le aree interne, difatti, hanno subito una progressiva marginalizzazione, la popolazione residente è diminuita e con essa il livello di occupazione e l’offerta dei servizi. Processi che si sono aggiunti ad altri altrettanto evidenziabili, come il dissesto idrogeologico di cui tanto di sente parlare.

Quali prospettive riserva il GAL per le giovani generazioni?

Riteniamo fortemente che i giovani rappresentino l’unica risorsa per la rinascita dei nostri territori. Il nostro operato si proietta nell’ottica di favorire un approccio positivo con il territorio di appartenenza, rafforzando il legame tra i giovani ed il loro territorio natìo. Crediamo fortemente in una metodologia fondata su un approccio positivo tra il mondo rurale e le sue tradizioni anche attraverso l’utilizzo dei mezzi di comunicazione più innovativi nei quali, i giovani di oggi, si muovono con estrema naturalezza.

Come si rapporta il Gal in relazione ai cambiamenti climatici?

Il Gal Alto Tammaro ha dato avvio, già da alcuni mesi, ad importanti opportunità di finanziamento per l’area di riferimento della Strategia di Sviluppo Locale grazie ai Bandi del PSR 2014/2020 ed ha messo in atto una attenta attività di animazione per mostrare ai territori le possibilità che si aprono per tramite delle Misure aperte. Tra queste, in relazione all’argomento di riferimento, è significativa la Misura 16.5.1 che si pone l’obiettivo di sostenere azioni congiunte per la mitigazione dei cambiamenti climatici.

In che cosa consiste quindi, nello specifico, la Misura 16.5.1?

In sintesi la Misura 16.5.1. mira a promuovere azioni che consentono accordi di cooperazione tra imprese agricole e forestali, enti pubblici territoriali, enti di ricerca e sperimentazione, associazioni ed altri portatori di interesse locale, che si realizzano attraverso un “Progetto Collettivo” che preveda una serie di interventi finalizzati alla salvaguardia della biodiversità naturalistica e agraria, alla protezione del dissesto idrogeologico, alla gestione del suolo e tutela delle risorse idriche, alla riduzione delle emissioni di gas serra e, in generale, alla tutela e alla valorizzazione del paesaggio.

Quanto può adoperarsi il Gal per il turismo?

L’azione messa in campo dal Gal risulta strategica per la promozione e lo sviluppo del turismo. Difatti il nostro operato è da sempre volto a preservare e a promuovere le nostre preziose realtà locali anche attraverso progetti di rete che coinvolgano tutti i produttori e le imprese territoriali. A tal proposito sta per chiudersi un Bando che sostiene proprio questo tipo di politica territoriale; faccio riferimento alla Misura 16.3.1 che grazie ad una importante dotazione finanziaria sostiene associazioni di imprese del turismo rurale al fine di specializzare il servizio offerto e per rendere concrete iniziative collettive di promozione e commercializzazione per realizzare economie di scala e aggredire i mercati che le singole imprese, da sole, non potrebbero raggiungere.

Lei ricopre anche la carica di sindaco di Campolattaro, ci racconti del bellissimo progetto dell’albergo diffuso…

Campolattaro è uno dei 14 Comuni che hanno aderito al “Manifesto di Caritas Benevento per una rete dei Piccoli Comuni del Welcome”. Il progetto cui ho deciso di aderire denominato “Welcome & Welfare” connette le strategie già in essere per la promozione turistica con l’innovazione di pratiche di inclusione sociale con l’obiettivo, nel lungo periodo, di condizionare tutte le progettazioni future del territorio perché siano inclusive e non solo ecologiche e competitive. L’obiettivo che persegue è quello di creare un indotto integrato di cooperazione sociale e servizi turistici, aumentare la qualità della vita del territorio partendo dalla coesione sociale praticata a favore dei più deboli. Costruire delle comunità inclusive è molto importante per la coesione sociale dei Comuni in via di spopolamento come innanzi trattato, ma si tratta anche di un importante attrattore per il turismo soprattutto da un punto di vista “esperienziale”. E’ nel centro storico del nostro piccolo borgo che è nato l’albergo diffuso, fatto di accoglienza, di assistenza, di ristorazione, di spazi e servizi comuni con la possibilità di alloggiare in case e camere nel cuore del paese.

MIRIAM MASONE