PADULI - Centro storico abbandonato Enti

Amministrazioni comunali di ieri e di oggi hanno sempre incluso nel loro programma durante la campagna elettorale la salvaguardia e la rivalutazione del centro storico di Paduli. E dev’essere davvero tanto bello se non più tardi dello scorso anno in una sua toccata e fuga il deputato e già ministro della Repubblica, Renato Brunetta, ne rimase talmente estasiato da lasciarsi andare a elogi sperticati. Con Realtà Sannita ci chiedemmo cosa avesse mai visto in quella giornata di canicola estiva dato il progressivo stato di degrado in cui da decenni versa l’antico abitato padulese. La parte periferica dell’antico borgo è oggi sfruttata per manifestazioni di vario tenore, dal presepe vivente al mercatino di Natale. Paduli è sì di origine medievale, non certo le abitazioni del centro storico. Palazzo Marcarelli, ad esempio, quello situato lungo via Castello, che conduce alla villa comunale, di sicuro è del 1700-1770. In proposito, c’è stato un interessante testo di padre Davide Panella uscito anni addietro.

La cosa che sconcerta il visitatore che osi addentrarsi da quelle parti è il totale stato d’abbandono in cui versano le abitazioni. La vegetazione s’è impossessata di case e vicoli tanto da occluderne totalmente il passaggio a chi vorrebbe visitarne i posti. Mesi or sono discendenti di emigrati negli Usa d’inizio Novecento venuti in Italia per tenere fede alla promessa fatta ai nonni e conoscere il luogo natio degli avi hanno dovuto con delusione rassegnarsi all’osservazione diretta di tanto sfacelo. Analoga situazione per un padulese d’origine emigrato giovanissimo negli anni Sessanta a Milano e tornato dopo decenni per visitare l’abitazione e il luogo dove aveva trascorso la sua adolescenza. Muri invalicabili di vegetazione, ricettacolo in estate di serpi e animali randagi, impediscono d’addentrarsi nelle vie, tanto da occluderne completamente il passaggio, in quello che oggi può senza tema di smentita essere definito più semplicemente un ammasso di ruderi e macerie, altro che centro storico o antico borgo. E pensare che nei sogni di qualcuno degli amministratori vi fosse in passato quello di ripopolare questa parte del paese, cercando di attrarre forestieri che avessero voluto abitarvi o soggiornarvi nel periodo estivo.

Ultimo in ordine di tempo, l’abbandono di una signora del posto che aveva, con il marito, investito prima 80mila e poi altri 29mila euro per ristrutturare casa. Oggi, con gli occhi lucidi e un groppo in gola per la commozione, ha fatto fatica a confidarci di aver dovuto lasciare quello che per lei e il marito era divenuto un luogo inospitale, con una strada d’accesso per giunta interrotta. Metterla in vendita, sì, ma quale acquirente butterebbe mai così i suoi soldi? Ci ha anche descritto gli innumerevoli incontri avuti presso il Comune per cercare di trovare una soluzione al pernicioso problema. Alla fine la decisione estrema del distacco e il trasferimento verso la parte alta e recente del paese.

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it