Il 26 novembre presso l'Arciepiscopio di Benevento verranno illustrati gli atti del convegno ''Laus Musicae'' Eventi
Sarà presentato il prossimo 26 novembre, alle 16.00, nel Salone Leone XIII dell’Arciepiscopio, in piazza Orsini, il volume della Rivista “Vox Antiqua” dal titolo “Laus Musicae. Arte, scienza e prassi del canto liturgico e devozionale medievale” a cura di Luisa Nardini e Paolo Scarnecchia con l’introduzione del presidente del Conservatorio di Musica “Nicola Sala” di Benevento, Antonio Verga.
Sono previsti gli interventi: dell’arcivescovo di
Benevento, monsignor Felice Accrocca; del presidente del
Conservatorio di Musica “Nicola Sala”, Antonio Verga; del
direttore Ufficio Beni Culturali e Arte Sacra dell’Arcidiocesi di
Benevento, don Mario Iadanza; del direttore del Conservatorio di
Musica “Nicola Sala”, Giosuè Grassia; dei curatori Paolo
Scarnecchia e Luisa Nardini; del direttore della Rivista “Vox
Antiqua”, Giovanni Conti, che illustrerà il piano filologico
dell’opera.
Nel volume sono raccolti, in particolare, gli atti
del Convegno Internazionale “Laus Musicae” che si è celebrato
dal 23 al 25 maggio 2019 nel ristrutturato complesso monastico di San
Vittorino.
“Si
sono riuniti a Benevento - ha illustrato Scarnecchia nella presentazione del volume - alcuni
tra i più competenti e prestigiosi studiosi e perfomer del canto
piano contenuto nei manoscritti di area beneventana, per condividere,
con gli studenti e la società civile, la passione e l’amore nei
confronti del patrimonio medievale del canto, della liturgia e delle
scritture beneventane. Il progetto è maturato nel dialogo
costante tre il Conservatorio e l’Arcidiocesi di Benevento,
scaturito dal desiderio di ribadire l’importanza e la bellezza di
questo patrimonio e di ripercorrere il quadro storico, liturgico e
artistico nel quale si è sviluppato, anche attraverso
i punti di contatto e d’influenza con altre trazioni e, allo stesso
tempo, di fare il punto sullo stato degli studi e suggerire
prospettive di ricerca. Benevento custodisce alcuni manoscritti che
Thomas Kelly ha paragonato a perle preziose per la serie di strati
sovrapposti di stili musicali che corrispondono alle influenze
storiche stratificate nel corso del tempo. Secondo questa
ricostruzione, il canto beneventano costituisce una delle più
antiche forme di canto cristiano sviluppatosi prima della formazione
del gregoriano e rappresenta un patrimonio culturale e spirituale
diffuso nell’Italia Meridionale fra il Tirreno e l’Adriatico”.
“Nel
corso delle tre giornate di lavori -
ha scritto ancora Scarnecchia - sono
state esaminate l’origine, la fioritura e le specificità dei canti
liturgici tramandati dai manoscritti beneventani, inclusi gli apporti
ambrosiani e bizantini, che, insieme al canto beneventano, hanno
influito sulla particolare versione del canto gregoriano, il corpus
più esteso attestato dalle fonti locali”.
I saggi contenuti nel volume, così come spiegato da Luisa
Nardini,
“rispecchiano
le molteplici istanze culturali della storia musicale dell’Italia
Meridionale così come testimoniato dai manoscritti liturgici
prodotti in vari centri ecclesiastici fino al tredicesimo secolo,
dando pari importanza al contesto storico nella prima parte, alle
tradizioni liturgico musicali contenute nei manoscritti, nella
seconda, e alla componente performativa degli stessi canti, nella
terza”.
“Questo convegno internazionale - ha sottolineato il presidente Verga - si è potuto realizzare grazie al generoso sostegno del Ministero dell’Università e Ricerca, del Cda e del Consiglio Accademico del Conservatorio “Nicola Sala” nonché al determinante contributo del precedente direttore Giuseppe Ilario e di quello attuale, Giosuè Grassia, che hanno impresso il necessario slancio per concretizzare l’edizione degli atti del convegno”.