Aspiranti pubblicisti: dal 1° aprile 2020 cambiano le regole d'iscrizione... e non è un pesce In primo piano

Aspiranti pubblicisti, attenzione: dal primo aprile 2020 cambiano le regole d’iscrizione (e non si tratta di un pesce). Il Consiglio nazionale dell'Ordine ha approvato un nuovo registro per tutti coloro che intendono iscriversi, al termine del consueto percorso, all’elenco pubblicisti dell’Albo dei giornalisti.

Si tratta di una sorta di “foglio rosa” che anticipa, di fatto, parte dei controlli che oggi gli Ordini territoriali compiono al termine del percorso biennale.

Dal primo aprile chi intende diventare pubblicista avrà tempo 90 giorni, dopo la pubblicazione dei primi articoli su di una testata registrata, per comunicare all’Ordine dei giornalisti della propria regione l’avvio dell’iter, mettendo l’OdG nelle condizioni di vigilare meglio su di esso.

Questo registro non prevede tesserini o nuovi status giuridici, né tantomeno un’abilitazione, bensì una semplice presa d'atto dell’OdG regionale. Presa d’atto che risparmierà, comunque, diversi grattacapi tanto all’Ordine quanto agli aspiranti colleghi.

Fino ad oggi, infatti, i Consigli regionali dell’Ordine si sono trovati spesso di fronte a gente convinta di essere in regola per l’iscrizione all’elenco dei pubblicisti ma priva dei requisiti richiesti. Persone che, come in un beffardo gioco dell’oca, sono state costrette a ripetere da zero il proprio percorso a causa dei problemi più disparati: numero insufficiente di articoli, retribuzione non adeguata (inferiore al minimo annuale fissato dagli Ordini regionali), pubblicazione su testate non registrate in tribunale o prive di direttore responsabile, attività di ufficio stampa, buchi temporali eccessivi tra un articolo e l’altro.

Con l’iscrizione al registro si fugherà ogni equivoco, vigilando sul percorso dell’aspirante collega e spingendolo da subito ad una presa di coscienza delle regole della professione (seppur non vincolanti per lui). All’atto dell’iscrizione al registro, infatti, sarà consegnata a tutti una copia del testo unico di Deontologia dei giornalisti italiani, mentre nell’arco del biennio gli aspiranti dovranno conseguire almeno 20 crediti in corsi di tipo deontologico (frontali oppure online). Di fatto, sarà anticipato ed esteso il corso per l’iscrizione all’elenco pubblicisti che già oggi viene organizzato dai diversi Ordini regionali.

Per quanto riguardo l’accesso alla professione di giornalista, sia in via esclusiva che come pubblicisti, restiamo ancora in attesa di un impegno del Parlamento sul fronte della riforma della professione - commenta il consigliere regionale dell’OdG Emilia-Romagna Michelangelo Bucci, membro della commissione Pubblicisti - dato che, da troppo tempo, le previsioni della legge 69 del 1963 non rispondono più alle esigenze del contemporaneo mondo dell’informazione. L’inerzia dei parlamentari su questo fronte non può comunque giustificare un’apatia dell’Ordine, che si è visto chiamato ancora una volta a rattoppare i buchi di una coperta normativa troppo logora e vetusta. Il cosiddetto foglio rosa per gli aspiranti pubblicisti in questo senso non è certo una panacea, ma potrà aiutare gli Ordini regionali nel valutare meglio le pratiche in arrivo e, soprattutto, darà loro una nuova arma di contrasto al fenomeno dell’esercizio abusivo della professione”.

Gli unici ad essere esentati da questa nuova disciplina sono gli aspiranti colleghi che hanno cominciato a scrivere, in modo continuativo e retribuito, prima del 31 dicembre 2018 e perciò ormai prossimi all’iscrizione. Tutti gli altri avranno tempo 90 giorni dall’avvio del Registro per comunicare la propria posizione all’Ordine dei giornalisti della Regione di residenza.