Calcio, Serie B: nuovo capitombolo per la ''Strega''. Anche il Palermo espugna il ''Vigorito'' In primo piano

Un passo indietro. L’ennesimo, enorme, cocente passo indietro mosso dal Benevento in una stagione che comincia a diventare più che estenuante. Una Strega irritante, probabilmente esibitasi nella propria peggior versione casalinga, ha riesumato prepotentemente i fantasmi del passato, scivolando contro il Palermo ed incassando un k.o. dolorosissimo, contro una diretta concorrente per la salvezza. Il gol di Brunori, unica e decisiva realizzazione di un match dai ritmi bassissimi, ha tranciato le gambe alla squadra di mister Cannavaro, sterilizzando le parvenze di miglioramento sciorinate nelle settimane addietro.

La Strega ha deluso tutti. Ancora. Questa volta senza alibi, salutando il “Vigorito” a testa bassa, frastornata dai fischi dei pochi coraggiosi supporter rimasti imperterriti ad assistere increduli ad un match, l’ennesimo quest’anno, mai all’altezza delle aspettative.

Probabilmente - c’è da dirlo ormai con la massima franchezza - all’altezza delle aspettative non è neanche la rosa allestita ad inizio stagione dal diesse Pasquale Foggia. In realtà, quel “probabilmente” altro non è che un mero palliativo: la certezza riecheggia con vigore già da tempo. In scontri diretti come quello contro i rosanero, i limiti tecnici e tattici della formazione giallorossa vengono, puntualmente, inesorabilmente a galla. E non c’è esimente che tenga: che siano i molteplici infortuni o l’insufficiente sconclusionato lavoro precedentemente svolto da Fabio Caserta. I singoli sono i primi a dover salire, con cinismo e razionalità, sul banco degli imputati. D’altro canto, se un roster allestito per ambire con scioltezza alla zona play-off si ritrova, ad un terzo di campionato, in piena zona retrocessione, c’è da fare un’approfondita analisi. La stessa, d’altronde, si spiega crudelmente con l’andamento del match contro la formazione siciliana, allenata da Eugenio Corini.

Il Benevento, sebbene esortato dal proprio tecnico alla disputa di una sfida aggressiva, famelica, che vertesse a far valere il “fattore casa”, ha prontamente disatteso le aspettative, accettando di buon grado una gara che s’incendiasse a sprazzi. Niente gioco, niente trame: solo episodi. E già lì si è potuto intendere come facilmente sarebbe potuto finire in tragedia il pomeriggio dei giallorossi: non un attacco della profondità; mai uno scambio verticale negli ultimi venti metri che coinvolgesse i terminali offensivi. Il “gioco” dei padroni di casa ha affondato radici in uno sterile palleggio tra le linee, sfruttando il disordinato jolly Farias, per poi scaricare la sfera sulle fasce, prima di scagliarla alla rinfusa nuovamente in area, alla ricerca del nulla.

Un nulla che però ha due preoccupanti sfaccettature: 30 cross tentati, appena 4 riusciti. Una precisione del 13%, derivante da un tasso tecnico dei crossatori piuttosto infimo. Il secondo aspetto, ben più grave, di cui tener conto, conduce ad un quesito: crossare per chi? In un modulo sprovvisto di una mezz’ala che sappia occupare l’area di rigore con tempi d’inserimento e conoscenza degli spazi, esasperare il cross sul secondo palo è una lettura del gioco errata. Anche piuttosto banale, per giunta.

Il solo Letizia, decisamente il più in palla dei suoi, non è riuscito ad alzare l’asticella dell’entusiasmo dei giallorossi, appassitisi col trascorrere dei minuti. Il dialogo tra le punte, Forte e La Gumina, è stato pari a zero, così come il contributo di quest’ultimi nell’economia dell’incontro: impalpabili, evanescenti, insufficienti. Nella ripresa, dopo un primo tempo caratterizzato da una sola conclusione insidiosa di Acampora dalla distanza, il Benevento ha completato la disfatta: palla persa da Viviani in maniera sanguinosa e contropiede Palermo: Gomes imbuca per Brunori, Capellini esce a vuoto in un vano tentativo di pressing altissimo, tiro della punta rosanero e Paleari bucato. Lo stesso centravanti delle aquile ha poi sfiorato il raddoppio con un clamoroso pallonetto dalla distanza, stampatosi sul palo. L’arrembaggio giallorosso nel finale è stato inutile: il disordine generato da Tello e Kubica a centrocampo ha sbilanciato l’assetto tattico dei padroni di casa; Simy - ancora una volta elemento avulso - è riuscito a perdere 4 palloni su 6 toccati, sprecando tutto; Improta ha confezionato il disastro sciupando un’ottima occasione per pareggiare a pochi secondi dallo scadere, con un destro largo. È stata addirittura la compagine ospite ad aver avuto la clamorosa occasione di raddoppiare: solo un gol divorato da Soleri, a tu-per-tu col portiere, ha graziato la Strega, trovando una grande e reattiva risposta di Paleari.

Nella disapprovazione generale, dunque, il Benevento ha messo in saccoccia la sesta sconfitta stagionale; addirittura la quarta tra le mura amiche. I giallorossi hanno regalato tre punti ad una diretta concorrente per la salvezza, permettendo al Palermo di volare a quota 18 , staccandosi dalla zona retrocessione. Il Benevento, al contrario, ancorato a 15 misure, resta prepotentemente invischiato nella lotta salvezza, in un arco di classifica che comincia a scottare più che mai.

TABELLINO E PAGELLE

BENEVENTO (4-3-3): Paleari 6,5; Letizia 7, Capellini 5,5, Leverbe 5,5 (85' Pastina s.v.), Masciangelo 5,5; Acampora 6, Viviani 5,5 (61' Schiattarella 5,5), Improta 5; Farias 5 (61' Simy 5), Forte 4 (60' Tello 5), La Gumina 4,5 (66' Kubica 5). All. Cannavaro 5.

PALERMO (3-5-2): Pigliacelli 6; Mateju 6,5, Nedelcearu 6,5, Bettella 6; Sala 6 (72' Crivello 6), Segre 6, Gomes 7, Damiani 5,5 (68' Broh 6) Valente 5,5 (73' Vido 6,5); Brunori 7,5 (81' Soleri 5), Di Mariano 5,5. All. Corini 6,5.

ARBITRO: Baroni di Firenze (Pagliardini-C. Gualtieri).

MARCATORI: 54' Brunori.

NOTE: Ammoniti: Gomes, Viviani, Broh, Kubica, Tello.

FRANCESCO MARIA SGUERA

Foto: fonte Facebook - Benevento Calcio Official