Così il Conservatorio Musicale si prepara alla ripresa In primo piano

Il coronavirus ha creato non pochi problemi ma i vertici sono già al lavoro per superare tutte le difficoltà. Presidente e Direttore più che mai decisi, in perfetta sintonia, a mantenere la programmazione già definita.

ANTONIO VERGA - PRESIDENTE “NICOLA SALA”

Non deluderemo i nostri 1.200 studenti provenienti da tutta Italia e dall’estero”

Presidente, il Conservatorio aveva già delineato un programma per la prossima stagione? Ora a causa del coronavirus resta e cosa salta?

Attendiamo l’evoluzione della Fase 2, resto cauto ma fiducioso che con l’estate il virus scomparirà, così da adattare plasticamente la programmazione già approvata. Come si sa i Conservatori appartengono al comparto dell’Alta Formazione e come per le Università l’anno accademico inizia il primo novembre e termina il 31 ottobre. Per cui c’è tempo per valutare la programmazione per il prossimo anno: al momento registriamo l’individuazione del “Nicola Sala” da parte del Mur per la XV edizione del Premio Nazionale delle Arti per l’organizzazione del concorso per la sezione “Musiche Pop e Rock Originali”. Certo lo spettacolo dal vivo, rimane il settore più colpito. Per la ripresa delle produzioni, nessuno ha ricette pronte in tasca. Tutto dipende da cosa succederà in autunno, certamente per fine anno le produzioni pubbliche riprenderanno.

Nei giorni scorsi avete annunciato il ritorno della lirica a Benevento ma, ovviamente, non sarà possibile al Teatro Romano almeno per ora… Come pensate di organizzarvi?

Il Ministro Manfredi ha voluto dare un segno di riconoscimento al “Nicola Sala” ponendolo quale capofila per organizzare l’allestimento di un’opera lirica con cast ed orchestra di giovani talenti di tutti i Conservatori del Mezzogiorno. E’ un progetto di grande valenza artistica che coinvolgerà i migliori studenti dei 16 Conservatori delle sei regioni del Sud. Per le esibizioni penso a grandi location all’aperto come quella di Ravello, Pompei, del Teatro Romano di Benevento e a produzioni nei Teatri storici come il San Carlo di Napoli, il Petruzzelli di Bari, il Verdi di Salerno, il Comunale di Matera. Il Direttore Giuseppe Ilario, primo artefice di questo progetto, insieme a tutto il corpo docente è pronto a raccogliere la sfida. Come tutte le cose della vita anche il Coronavirus finirà, per cui non bisogna mai smettere di sognare e pensare positivo.

Quanto è cresciuto il Conservatorio come numero di iscrizioni in questi ultimi anni?

Il trend degli iscritti negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale, per via di una offerta formativa innovativa molto variegata propugnata da alcuni anni dal Direttore Ilario, così da privilegiare le nuove tecnologie, il pop rock, il Jazz fino alla Canzone classica napoletana, mantenendo vive, contemporaneamente, le scuole tradizionali. Il 2019 è stato l’anno del boom, in cui abbiamo avuto 400 nuove ammissioni, per un totale di 1.200 studenti iscritti.

Da dove provengono gli studenti?

L’utenza è estremamente composita; copre quasi tutte le regioni d’Italia, tanti provengono da nazioni europee e circa il 10% dai Paesi asiatici ed extra comunitari.

E’ vero che tra gli stranieri ci sono molti cinesi? Come mai questa presenza? Come sono stati accolti questi stranieri dagli studenti italiani?

Ospitiamo in città una colonia di cinesi molto corposa che frequenta i corsi del Conservatorio con una percentuale di circa il 9% degli iscritti, superiore alla media nazionale, stimata dal Miur intorno al 7% . Gli studenti cinesi vengono a studiare in Italia con permessi di lungo periodo e scelgono il nostro Conservatorio, per l’elevato rapporto tra il livello dell’offerta formativa e la qualità della vita, di un piccolo centro del Sud. E poi non dimentichiamo che l’Italia ha dato i natali a Verdi, Puccini, Stradivari, Paganini, Caruso, Pavarotti, Muti, ed è il Paese che detiene il 70% del patrimonio artistico e culturale del mondo. Il San Carlo fu il Primo Teatro Lirico d'Europa, il più antico al mondo. Inaugurato nel 1737, anticipò di un cinquantennio sia La Scala di Milano che la Fenice di Venezia. Perciò, non mi meraviglio più di tanto se i giovani vengono da tutto il mondo a studiare nella patria della grande musica. Attraverso uno studio rigoroso e sotto la guida di docenti di altissima qualità professionale, acquisiscono una qualificazione di così alto livello, che al compimento del ciclo di studi, ritornando nei loro Paesi, sono contesi nei ruoli orchestrali o del bel canto. Tutti gli studenti cinesi sono perfettamente integrati, acquistano abitazioni e generano economia, avendo alle spalle famiglie economicamente agiate. Inoltre sono anche molto generosi e solidali. Non possiamo dimenticare, che a metà marzo, nel momento di maggior difficoltà per il diffondersi dell’epidemia da Coronavirus, quando scarseggiavano i dispositivi di protezione, gli studenti cinesi dell’Associazione Orfeo presieduta dall’allieva Zhao Pieye, hanno acquistato e donato alla città di Benevento 300 mascherine chirurgiche, consegnandole al Prefetto Francesco Antonio Cappetta. Un gesto d’amore che la città non potrà mai dimenticare!

Quali sono gli eventi che le hanno dato maggiori soddisfazioni in questi ultimi tempi?

La laurea Honoris causa conferita nello scorso giugno a Mogol, il Concerto benefico al Teatro San Carlo del 23 dicembre dello scorso anno con l’Orchestra del Conservatorio diretta da Gianluca Podio, il Gran Concerto di Capodanno 2020 per il quarantennale del “Nicola Sala” con la Simphonyc Band diretta da Vincenzo D’Arcangelo, la cerimonia di chiusura a Telese di Sannio Falanghina 2019 con il passaggio del testimone ad #Aranda de Duero “Città Europea del Vino 2020” del 6 febbraio scorso, con la partecipazione dell’Ensemble del Conservatorio diretta da Francesco D’Ovidio, fino ad arrivare ai nostri giorni, con i passaggi televisivi degli allievi del Conservatorio in tempo di Coronavirus, commentati dal Direttore Ilario, sui canali nazionali del Tg3 e del Tg1 delle 20, del 3 aprile scorso.

GIUSEPPE ILARIO - DIRETTORE “NICOLA SALA”

Non è vero che non potrò più essere eletto”

Il coronavirus ha costretto anche il Conservatorio a modificare la propria struttura organizzativa. Cosa è cambiato in questi ultimi tempi?

Il cambiamento ha rivoluzionato la nostra vita professionale, come quelle di tutti, peraltro. La necessità del distanziamento ha imposto il lavoro da casa all’intero personale, il presidente e me per primi, e poi le diverse segreterie, e i dirigenti amministrativi, per non parlare dei coadiutori che sin da febbraio si sono prodigati nella sanificazione a regola d’arte dei locali. Ciascuno ha contribuito in maniera determinante a sobbarcarsi il peso di mandare avanti un istituto di alta formazione con oltre 1.200 iscritti in una maniera mai sperimentata prima, consentendo ad esempio il regolare svolgimento delle tesi e degli esami anche online: e questo significa una mole di lavoro dietro le quinte, fatto di atti amministrativi indispensabili per il loro corretto svolgimento.

E quali altre provvidenze avete previsto?

Il Consiglio Accademico, poi, attraverso le sue riunioni in videoconferenza, ha deliberato due misure straordinarie: la sospensione del pagamento delle tasse scolastiche, e la distribuzione in comodato d’uso di tablet ai ragazzi delle famiglie meno abbienti, una misura indispensabile per azzerare il divario digitale che altrimenti avrebbe ampliato più che mai le differenze sociali tra ricchi e poveri, in contrasto con l’articolo 34 - quello sul diritto allo studio - della Costituzione italiana. Insomma, nessuno si aspettava qualcosa come il Covid 19, ma per fortuna ci siamo scoperti resilienti e combattivi, e in fin dei conti niente affatto impreparati come molti temevano.

Quale è stata la risposta di alunni e docenti... c’è stata collaborazione e comprensione?

Più che di collaborazione e comprensione, parlerei di risposta corale fuori dall’ordinario. La didattica online è partita immediatamente con le più diverse piattaforme, subito affollate di studenti. Nessuno si è tirato indietro, e lo svolgimento ordinato della didattica, delle tesi già programmate e degli esami in corso in questi giorni - quelli che giocoforza era stato necessario sospendere a febbraio - è lì a darne conto.

Il comune di Benevento vi è sempre stato vicino. Ora cosa chiedete al sindaco Mastella?

Niente di diverso da quanto non abbia già fatto. Il sindaco è stato in prima linea a difendere il territorio da lui amministrato con ordinanze mirate, e di questo come direttore del “Nicola Sala” non posso che ringraziarlo. Noi siamo un Istituto di Alta Formazione, abbiamo la nostra autonomia: ma il fatto che il Comune si faccia carico delle nostre utenze elettriche, per esempio, è qualcosa che fino a febbraio era importante, ma adesso è fondamentale.

In particolare cosa vi aspettate dal Comune di Benevento?

Come già detto, il Comune di Benevento ci ha sempre supportati e ha sempre guardato al nostro Conservatorio con grande stima. Tra l’altro, se saremo costretti - come pare - a mantenere il distanziamento sociale per tempi non brevi, le nostre speranze di una riapertura controllata passano da quanto il Comune di Benevento fece per noi un paio di anni addietro. Il Complesso del San Vittorino, di cui ci è stata affidata la gestione, ha quegli spazi ampi che a noi mancano nella nostra sede storica, cioè Palazzo de Simone: un ex convento con tutti i problemi di quella categoria di edifici. Se non si trova una cura o un vaccino in tempi brevi è davvero problematico pensare di poter evitare assembramenti in quei corridoi lunghi e stretti e in quelle classi: niente che non fosse perfettamente in regola con l’edilizia scolastica, intendiamoci, ma che rischia di ritrovarsi clamorosamente deficitario di questi tempi.

Il suo mandato di direttore è prossimo alla scadenza. È vero che non potrà più essere rieletto?

Un direttore di Conservatorio rimane in carica per tre anni e può rinnovare il mandato una volta soltanto. Io sono al secondo mandato e dovrei rimetterlo tra non molto: però al momento il MIUR ha escluso di andare al rinnovo delle cariche in tempi brevi, dunque avrò di certo una proroga come tutti quelli che si trovano nelle mie condizioni, e non perché l’abbiamo chiesto. Tutto ciò premesso, chiariamo meglio il punto: non sono il Presidente degli Stati Uniti che per la sua Costituzione non può aggiudicarsi le elezioni per più di due volte, io nel mio piccolo sono libero di ripresentare una mia candidatura alla scadenza del tre anni del mio successore, vincere, e tornare alla direzione. In altri Conservatori è già successo, non sarebbe una novità. Insomma, non è vero che non potrò più essere rieletto, se lo volessi. Vedremo piuttosto quello che ci riserverà il futuro perché al momento, le assicuro, il presente assorbe tutte le mie energie.

GIOVANNI FUCCIO