Crollo del viadotto sul torrente Tammarecchia, rinviati a giudizio diversi indagati per truffa e disastro colposo In primo piano

Nella giornata di ieri è stata data esecuzione all’ordinanza di sequestro, emessa dal Tribunale Ordinario di Benevento Sezione Riesame - Appello, a seguito della Sentenza della Corte Suprema di Cassazione di accoglimento del ricorso della Procura della Repubblica di Benevento, del viadotto sul torrente Tammarecchia e del tratto in rilevato del progetto ex novo della strada di collegamento delle aree P.I.P. ricadente nei Comuni di Molinara e San Marco dei Cavoti, disposto per il delitto di disastro colposo e finalizzato ad impedire il pericolo per la pubblica incolumità nonché il sequestro della rata di saldo presso gli uffici regionali, pari a euro 197.974,28, disposto in relazione al reato di tentata truffa aggravata, per impedire che il reato venga portato a conseguenze ulteriori attraverso l’indebita percezione della predetta somma.

Le indagini, coordinate dai magistrati della Procura della Repubblica di Benevento e condotte dalla Stazione Carabinieri Forestale di San Marco dei Cavoti, con l’ausilio del consulente tecnico del P.M. e dai funzionari dell’Autorità di Bacino e del Genio Civile, traggono origine dal crollo del viadotto sul torrente Tammarecchia e dell’area in rilevato, della strada di collegamento delle aree PIP di Reino-San Marco dei Cavoti e Molinara, finanziata dalla Regione Campania nell’ambito dell’accordo di programma quadro relativo allo sviluppo rurale ed hanno consentito di disvelare diverse condotte criminose, poste in essere dagli indagati durante le fasi della progettazione e di esecuzione lavori che sono state la concausa di una serie di eventi che hanno dapprima ridotto e poi annullato i margini di sicurezza necessari per garantire le prestazioni statiche della struttura, del viadotto e del pendio su cui essa è fondata e che ne hanno determinato il collasso.

In particolare il quadro di conoscenza incerto dell’area su cui si inserisce l’opera, perimetrata a rischio frana nel PsAI-RF dell’Autorità di Bacino, la mancanza di indagini geologiche e geotecniche secondo i dettami del decreto ministeriale sui lavori pubblici, volte a caratterizzare stratigraficamente e meccanicamente sia i terreni del pendio quanto quelli di fondazione delle pile fino alla profondità dei pali, indagini doverose a cagione della instabilità dell’area, le trasformazioni significative e peggiorative in sede di varianti del progetto definitivo ad opera dei progettisti incaricati, la fornitura e l’utilizzo di calcestruzzo scadente ad opera della ditta aggiudicataria dell’opera hanno determinato il gravissimo cedimento e collasso del viadotto e del tratto in rilevato.

Sono state altresì accertate carenze di uno studio idraulico e la mancata valutazione della compatibilità idrogeologica, nonché la mancanza di uno studio geotecnico nelle varie fasi progettuali, che avrebbe consentito di progettare le opere, commisurandole alle problematiche geologiche.

A seguito delle indagini espletate la Procura della Repubblica di Benevento ha richiesto il rinvio a giudizio di diversi soggetti, tra i quali pubblici ufficiali, collaudatori, direttori dei lavori, responsabili del procedimento amministrativo, nonché dei legali rappresentati delle A.t.i. aggiudicatarie dei lavori per i reati di tentata truffa aggravata, disastro colposo, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture, falso ideologico e per violazioni al testo unico sulle opere idrauliche, violazioni al testo unico ambientale e al testo unico urbanistico-edilizia. Il GUP ha fissato l’udienza preliminare per il 14 maggio 2020.